Una vita dedicata a leggere la società

Cosa ci lascia Zygmunt Bauman, il sociologo della modernità liquida

La critica sociale nella biografia. Come spesso succede, la storia di una persona ha un forte peso sul suo modo di vedere il mondo. La storia personale di Bauman ha senz’altro avuto un peso nello sviluppo del suo senso della giustizia sociale e della libertà, valori che hanno profondamente marcato tutta la sua produzione scientifica e culturale.

Zygmunt Bauman, ebreo d’origine, è nato nel 1925 in una città della Polonia occidentale a duecento chilometri da Berlino, Poznań. Appena quattordicenne scappa in Unione Sovietica per sfuggire all’invasione nazista del suo paese. Militante comunista, intraprende la carriera nell’esercito polacco che lo porterà nel 1945 a guadagnarsi la croce al valore militare. Negli anni ’50 conclude gli studi in sociologia e ne diviene docente presso l’Università di Varsavia. A seguito delle crescenti politiche anti-semite nel paese, nel 1968 si vede nuovamente costretto ad abbandonare la Polonia e con essa la cattedra in sociologia. A partire dal 1971 ha insegnato presso l’Università di Leeds, nel Regno Unito, fino a diventare professore emerito. Bauman ha nel tempo acquisito una visibilità eccezionale, sia all’interno della comunità accademica che nell’opinione pubblica, attraverso la pubblicazione di quasi un volume all’anno lungo tutta la sua carriera. Il 9 gennaio 2017 si è spento nella sua casa a Leeds.

Uno sguardo fisso sulla modernità. È Bauman che ci ha insegnato a chiamare “liquida” la società in cui viviamo. Una modernità fatta di incertezza, flessibilità estrema, dubbio, che impongono all’uomo moderno uno status di precarietà, possiamo dire, esistenziale. Ma al di là delle metafore, che sono utili per rendere vivide le teorie scientifiche, con Bauman l’analisi degli aspetti sociali della modernità incontra una lucidissima critica alle sfide della società contemporanea, ispirata da un profondo senso della dignità umana. In Amore liquido Bauman ci mette in guardia dalle “relazioni tascabili” tipiche della modernità, cioè da quei rapporti che possono essere facilmente tirati fuori all’occorrenza, che generano piaceri momentanei senza la necessità di troppo coinvolgimento tra le persone. Mentre, in Consumo dunque sono smaschera le logiche della realizzazione personale cercata attraverso il mero possesso di beni materiali.

Per una scienza del sociale ispirata ai valori. La sociologia è una scienza empirica, cioè una disciplina le cui interpretazioni devono passare alla prova dei fatti. Allo stesso tempo, nell’osservare la società, la sociologia e le altre scienze sociali non posso esimersi dall’esprimere un qualche giudizio sulle sue sfide e contraddizioni. Sta qui il valore profondo dell’opera di Zygmunt Bauman, e probabilmente ciò che lo ha reso uno dei pensatori più influenti del nostro tempo: l’aver saputo tenere assieme l’analisi dei fatti sociali con l’ideale di una società ispirata a libertà, giustizia, solidarietà.

Nel 2014 scriveva: «Che cosa posso dire alla fine della mia lunga strada? Se si vuole una vita confortevole, è meglio guardare altrove. Fare Sociologia non è ovviamente una ricetta per diventare ricchi, ma non è neppure una prescrizione per una esistenza priva di difficoltà. È al massimo un modo per realizzare la propria vita, con la gratificazione offerta da un lavoro ben fatto allo scopo di lasciare il mondo, la dimora condivisa dagli esseri umani, in una condizione solo un poco migliore (e soprattutto non peggiore) di quello in cui lo si era trovato entrandovi».

 

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