Via crucis in tempo di Covid/ 4

Una Via Crucis che ci invita a riflettere sulla passione di Gesù e la nostra vita e l’attualità del nostro tempo Oggi, venerdì santo, le ultime stazioni, dalla XII alla XIV. Le precedenti stazioni qui, qui e qui
Via Crucis, Deposizione dalla croce del Cravaggio

XII Stazione: Gesù, la Vita, muore.

La morte è entrata nel mondo a causa del peccato. Gesù si è fatto peccato per essere accanto a noi peccatori, e farci buoni e santi. Ha condiviso la nostra morte, perché “Mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5, 8-10). Dalla croce si dona e dona tutto: il perdono, il Padre, la Madre, il Paradiso, lo Spirito.

Infine lo trafiggono con una lancia e dona l‘ultimo sangue, che lava i nostri peccati.

Che altro poteva fare per dirci che ci ama e che gli siamo preziosi?

Quanti morti in questi giorni! Molti ci lasciano da soli, senza nessuno che stringa la loro mano, che chiuda loro gli occhi. E quanto pianto lasciano nelle case che si svuotano d’improvviso…

Gesù è morto attorniato da molte persone, ma ha provato la solitudine – “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” – perché noi non fossimo più soli e mai abbandonati.

Chi sarà contro di noi? Dio, “che non ha risparmiato i proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi?”. “Chi ci condannerà? Cristo Gesù, che è morto… per noi?” (Rm 9, 32.34).

Gesù è morto perché noi non moriamo. “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me… non morrà in eterno” (Gv 11, 25-26).

XIII Stazione: Gesù è deposto dalla croce

Assieme all’Annunziazione, la deposizione è la scena in cui Maria è maggiormente raffigurata dagli artisti. È bella la Madre silenziosa con il figlio morto adagiato in grembo.

All’Annunciazione aveva ingaggiato un vivace dialogo con l’angelo, ora tace. La spada profetizzata da Simeone le ha trapassato l’anima. Ha condiviso appieno il dramma del figlio. Nella sua impotenza accoglie in sé tutte le morti, come

Gesù ha preso su di sé tutti i mali del mondo.

Quando depongono dal letto i morti del Coronavirus, fuori c’è un camion ad attendere. Una lunga fila di camion militari si avvia verso gli inceneritori. Quanta desolazione. Lo stesso silenzio del Golgota.

Come Maria apriamo braccia e cuore per accogliere ogni dolore, ogni sofferenza, ogni morte. Neppure una lacrima cada per terra invano.

È un bene prezioso che va condiviso e vissuto.

Forse non sapremo dire parola, ma stiamo lì, per farci sentire presenti. E che nessuno resti mai solo.

XIV Stazione: Gesù è deposto nel sepolcro

Aveva detto d’essere la Vita, ora la Vita è stata inghiottita dalla Morte. Ora è tutto decisamente finito. Mettiamoci una pietra sopra. Quella pietra rotolata davanti al sepolcro è come un macigno che seppellisce ogni speranza.

Comincia il grande silenzio del sabato, quando tutto si ferma.

È la solitudine.

Che silenzio nelle nostre città. Tutto s’è fermato. Chiuse le saracinesche dei negozi, i cancelli delle fabbriche, le porte di casa. Sembra che solo la morte regni, sovrana. Siamo impotenti.

In questo silenzio risuona ancora la tua voce: «In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12, 24).

Non sei stato sepolto, sei stato semplicemente seminato.

Devono passare mesi, lì sotto terra, per vedere spuntare di nuovo la vita che, nascosta, sta germinando, lentamente.

Rinascerà e sarò messe abbondante e tutti saremo quella spiga piena.

 

 

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