Vezzali: il fioretto al chiodo

La schermitrice italiana più titolata della storia, ha ufficializzato il suo addio alle pedane. Chiude con un secondo posto ottenuto al Mondiale a squadre, per un totale di 26 allori mondiali
Vezzali

«C’è un tempo per tutto, credo che questo sia il giusto tempo per togliere la maschera, appendere il fioretto al chiodo e avviare un nuovo inizio». Queste le parole di congedo con cui Valentina Vezzali, la schermitrice italiana più titolata della storia, ha deciso di ufficializzare il suo addio alle pedane: lo ha fatto il 26 aprile scorso, condensando pensieri ed emozioni in un video di poco più di un minuto pubblicato sulla sua pagina Facebook. Un ritiro che sarebbe dovuto avvenire, nei piani iniziali della campionessa di Jesi, dopo le Olimpiadi di Rio del prossimo agosto: sarebbe stata, per lei, la sesta partecipazione consecutiva a un torneo olimpico.

 

Sulla volontà di anticipare i tempi ha influito la decisione della Federazione internazionale di scherma di eliminare la prova a squadre riservata al fioretto femminile: scelta che ha privato l’Italia di una medaglia molto probabile, dato che il “Dream Team” delle fiorettiste azzurre, che conta schermitrici del calibro di Arianna Errigo ed Elisa Di Francisca, sarebbe stato il favorito d’obbligo. L’ultima gara dell’immensa Vezzali, il Mondiale a squadre, le ha riservato l’ennesimo acuto: un secondo posto che fa salire a 26 il numero dei suoi allori mondiali.

 

Sei ori, tre argenti, quattro bronzi individuali, oltre ai dieci ori e tre argenti a squadre. Il suo incredibile palmarès ci racconta di tre trionfi olimpici consecutivi nel fioretto individuale, ai quali si aggiungono l’argento di Atlanta ‘96 e il bronzo di Londra 2012, edizione per la quale ebbe l’onore di sfilare alla cerimonia d’apertura come portabandiera. Considerando le vittorie con il “Dream Team”, sono nove le sue medaglie olimpiche, di cui sei dell’elemento più pregiato.

Se a questi trionfi si aggiungono anche le 21 medaglie conquistate agli Europei, emerge chiaro il quadro di un’atleta probabilmente irripetibile: di gran lunga l’italiana più vincente di tutti i tempi, probabilmente la più forte schermitrice di sempre, data la sua continuità ad alti livelli.

 

Il ritiro, infatti, è arrivato a 42 anni, età in cui la stragrande maggioranza degli sportivi ha già da tempo abbandonato l’agonismo. Fulgido esempio di passione e continuità: l’amore della Vezzali per il suo sport si intuiva da ogni piccolo gesto, a partire dalle sue esultanze dopo ogni vittoria, da cui emergevano forza di volontà, grinta e una voglia di vincere fuori dal comune. Emblema del suo approccio allo sport e alla vita è la rimonta con cui, a Londra 2012, riuscì ad acciuffare prima e poi battere all’extra-time la sudcoreana Nam: a 20 secondi dal termine perdeva 8-12, riuscì a recuperare quattro stoccate vincendo 13-12. Un capolavoro tecnico in cui è riassunta tutta la sua carriera.

 

Valentina Vezzali, però, non fa rima solo con scherma. «Ho due figli e una famiglia meravigliosa, da tempo ho cominciato a misurarmi nella vita anche fuori dalla pedana. La scherma ha formato il mio dna e nella vita dopo ogni fine c’è un nuovo inizio: e io non vedo il tramonto, ma l’alba di nuove sfide da affrontare e vincere». Le parole conclusive del suo video di addio alle gare ci raccontano di una donna che, nonostante l’impegno totale per lo sport, non ha vissuto di rinunce. I due figli, Pietro e Andrea, sono nati nel 2005 e 2013: stesso anno in cui si candidò alle elezioni politiche, venendo poi eletta alla Camera dei Deputati con la lista Scelta Civica.

 

Diciotto giorni dopo la nascita di Pietro, nel giugno del 2005, la Vezzali era già in pedana per preparare al meglio i Mondiali che si sarebbero tenuti a Lipsia in ottobre: una competizione che vinse, dimostrando come la voglia, il cuore e l’organizzazione possono superare anche ostacoli apparentemente insormontabili. Un’atleta così mancherà al panorama sportivo italiano. La certezza è che, anche dopo il ritiro, Valentina Vezzali contribuirà con la stessa grinta e perseveranza di sempre a promuovere la scherma: un fiore all’occhiello dello sport azzurro, grazie anche alle sue innumerevoli vittorie.

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