Verso il voto, Bologna alla ricerca del sindaco che dia un’anima ai servizi offerti

Il 3 e 4 ottobre ci saranno le elezioni amministrative anche nella città felsinea. I principali nodi del confronto tra i candidati.

Lunedì 4 ottobre Bologna festeggia San Petronio, il patrono della città, ottavo vescovo, dal 431 al 449. Gli uffici pubblici – salvo naturalmente le scuole che sono seggio per le votazioni e gli uffici comunali interessati, che resteranno aperti – saranno chiusi. Un’occasione ghiotta per i tantissimi bolognesi che volessero allungare il week end e fare un giro oltre i confini cittadini. È la comune preoccupazione che unisce i principali contendenti alla carica di sindaco, Matteo Lepore per il centrosinistra e Fabio Battistini per il centrodestra.

A dire il vero la campagna elettorale vive di timidi sobbalzi. Qualcuno sostiene che la vera campagna elettorale (per il centrosinistra) si sia svolta a giugno, durante le primarie, quando Matteo Lepore ebbe la meglio su Isabella Conti. Nel centrodestra Fabio Battistini è stato premiato per averci creduto fino in fondo, e spesso da solo, visto che gli attuali partiti che lo sostengono lo hanno tenuto “in freezer” per tantissimo tempo.

Ma, al netto delle mirabolanti promesse elettorali dei candidati sindaci (sono otto in tutto), di cosa ha bisogno Bologna? Di maggiore umanità, non solo di servizi e diritti. Potrebbe essere questa una rapida risposta, a maggior ragione in questo momento di post-covid che ogni città sta vivendo. Bologna, infatti, da tempo offre una serie di innumerevoli servizi socio-sanitari, spesso all’avanguardia, rivolti ai cittadini più fragili o indigenti. La città felsinea, inoltre, ha una lunga tradizione nella salvaguardia dei diritti di tutti coloro che si sentono indifesi e oppressi.

Ma è necessario fare un ulteriore passo avanti. In questo momento storico non basta più assicurare ad ogni anziano o indigente il servizio socio-sanitario previsto se poi rischia di “morire di solitudine”. Bisognerebbe, invece, dare un’anima ai tanti servizi che il Comune elargisce per creare, anche in tali contesti, una comunità attiva e accogliente che non solo riceve, ma che è pronta anche a donare il proprio tempo. Bologna deve sbarazzarsi della versione double-face. Una città in cui è possibile ammirare, con gli occhi all’insù, i meravigliosi portici da poco patrimonio dell’Unesco e contestualmente inciampare in un giaciglio di fortuna. Il prossimo sindaco avrà il compito di migliorare e rafforzare i percorsi, dedicati agli indigenti ai meno fortunati, a chi era fortunato, ma poi ha perso tutto, per offrirgli una nuova opportunità di vita.

Rimanendo sempre in un ambito confronto elettorale, un altro argomento caldo sono i trasporti. La naturale vocazione di Bologna è sempre stata quella di unire e connettere i vari territori italiani. Quindi migliorare ed efficientare tali strutture viarie, con i diversi mezzi finanziari a disposizione (fondi europei, governativi, ecc), è tra le priorità di ogni sindaco. In tale contesto, nuovi progetti per migliorare la viabilità su gomma diventano una necessità imprescindibile. Sfida ancora più ardua se si pensa che i lavori per tali migliorie, che dureranno anni, devono pesare il meno possibile sui bolognesi e sugli italiani che per lavoro transitano frequentemente nell’area bolognese.

Il prossimo sindaco avrà una avvincente sfida per i prossimi 5 anni: mantenere alto il livello di vita (1° posto in Italia per il Sole24 Ore), utilizzare al meglio i fondi che arriveranno dal PNRR e migliorare il benessere sociale, non solo economico, avendo la consapevolezza che dietro ad ogni servizio erogato non c’è solo un cittadino ma una persona in carne ed ossa che vive, respira e che vuole essere accolta quotidianamente.

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