Vento di fraternità

Il muro, l’ultimo muro dell’Europa, è caduto a Gorizia, il primo maggio. La città, divisa in due, si è finalmente ricongiunta. In occasione dell’evento storico che ha visto la Slovenia entrare a far parte dell’Unione europea, anche i Giovani per un mondo unito del Friuli Venezia Giulia e i corrispondenti Mladi za zedinjen svet sloveni hanno voluto partecipare alla festa. Hanno perciò occupato il teatro del Kulturni center Jozef Bratuz di Nova Gorica, per festeggiare insieme la caduta delle frontiere e l’allargamento dell’Europa verso est. La giornata ha rappresentato solo la tappa conclusiva di un percorso di conoscenza reciproca cresciuto in questi ultimi mesi, proprio in preparazione del primo maggio. Già in marzo, infatti, più di un centinaio di giovani di entrambe le comunità si erano ritrovati a Postumia, in Slovenia, per conoscersi meglio, e cominciare a condividere idee, esperienze e talenti musicali e artistici volti a dar vita a quella che sarebbe diventata una giornata di vera fraternità. Un inizio, che ha permesso un crescendo: le iniziative seguenti, infatti, sono state comunicate in un continuo dialogo, fonte di arricchimento reciproco, oltre le differenze di sensibilità e di cultura. Ciò ha re so possibile il superamento degli ostacoli derivanti da lingue e culture diverse e arricchirsi della mentalità dell’altro. Non sono stati incontri tecnici racconta Andrea, uno degli organizzatori ma veri momenti di condivisione. E una ragazza: Ci siamo scoperti fratelli; abbiamo fatto una profonda esperienza di unità fra i nostri due popoli, che va al di là di tante sofferenze del passato. Qualcuno ha definito la giornata del primo maggio una traccia nel solco della storia. Parole di giovani, parole forse sopra le righe, ma certo sintomo di una sensibilità vitale. Sono 250 i giovani e i giovanissimi che hanno aderito alla manifestazione: da Lubiana, Trieste, Portorose, Gorizia, Maribor, Udine, Pordenone e da altre zone della Slovenia e del Friuli Venezia Giulia. Uno specchio della multietnicità della regione. Complessi musicali, coreografie, momenti di riflessione… In un clima di ascolto, i Giovani per un mondo unito italiani e sloveni hanno lanciato ai loro coetanei presenti l’impegno a vivere la fraternità universale. Naturalmente, l’intervento di alcuni di loro che hanno condiviso esperienze di amore al prossimo e di solidarietà in ambienti di povertà e di sfruttamento, frutto di scelte di vita controcorrente, non poteva passare inosservato. Piano piano, si è come sentita levarsi una brezza di simpatia e amicizia: non a caso Vento di fraternità titolava il messaggio di Chiara Lubich. Dobbiamo mettere Dio al primo posto nella nostra vita scriveva Chiara prima di noi stessi, prima delle nostre cose, prima dei nostri sogni… Il tempo presente ci domanda di fare ogni sforzo per far sorgere la fraternità universale. Questa la consegna, accolta come un impegno. Alcuni giovani sloveni hanno portato il contributo di un popolo gioioso e scherzoso: giochi di squadra, tiro alla fune e divertimenti tradizionali hanno coinvolto tutti. Al punto che, alla fine, nessuno voleva più ripartire verso casa. Apparteniamo tutti ad un unico popolo. Sentiamoci fratelli, commentava un ragazzo alla partenza. Signor presidente, cari giovani Scambio di lettere tra i Giovani per un mondo unito e Romano Prodi in occasione del primo maggio. Signor presidente In questo giorno così importante per la storia dei nostri due popoli vogliamo testimoniare con la nostra presenza ciò in cui crediamo fortemente: la realizzazione di un mondo unito basato sulla fraternità universale. La storia del nostro secolo ha visto i nostri popoli divisi da eventi e vittime di ideologie che non hanno saputo rispettare la dignità delle persone e hanno creato profonde lacerazioni tra la nostra gente. Non intendiamo dimenticare le ingiustizie e le sofferenze che hanno vissuto i nostri padri in questa terra di confine, ma consci di questo dolore, vogliamo essere testimonianza viva di una nuova Europa. Siamo giovani e quindi non abbiamo vissuto direttamente gli eventi storici che ci hanno separato e per questo ci riteniamo fortunati e nelle condizioni di realizzare questa fraternità (…). Noi crediamo alla pace e pensiamo che solo il dialogo possa essere strumento davvero efficace (…). Chiediamo alla politica e in particolar modo oggi a lei, signor presidente, che si faccia portavoce di questo messaggio di unità e pace (…). Siamo giovani, domani l’Europa sarà nostra! Ci impegniamo a vivere già adesso perché questa fratellanza, attraverso le nostre mani, diventi la concretizzazione della vocazione dell’Europa unita. Cari giovani Scusate per il ritardo con cui rispondo alla vostra carissima lettera, ma lo volevo fare personalmente. Mi avete infatti commosso per il modo con cui avete meditato sul passato e ne avete tratto i giusti insegnamenti per il futuro. Al confine fra Italia e Slovenia, così come in molti altri confini d’Europa, si apre una nuova pagina, che può e deve essere completamente diversa da quelle passate. Non sarà facile perché, ovunque guardiamo alla storia, essa è piena di sangue. Contro questo e per una nuova storia è nata l’Europa e finora dove c’è stata l’Unione europea abbiamo avuto la pace. Adesso sta a voi lavorare insieme per il futuro comune. Avete la forza, la serenità, la fede e la capacità di sacrificio per farlo. Forza, andate avanti, senza avere paura.

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