Vedere il mondo con gli occhi dei poveri

Una delle frasi più citate di Papa Francesco in questi giorni è il suo appello per una Chiesa di “tutti, tutti, tutti“, pronunciato durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona. Ho pensato al perché questa frase abbia suscitato tanto entusiasmo e persino ammirazione, quando dovrebbe essere così ovvio per i seguaci di Gesù che, come Lui, la Chiesa non deve mostrare parzialità.
E riesco a trovare una sola risposta: è perché l‘esclusione è diventata normale nella Chiesa. Francesco si opponeva a quella pratica: era l‘esatto opposto della tendenza a dare la priorità a regole astratte rispetto ai dolori e alle angosce, alle gioie e alle speranze di ogni persona concreta.
Francesco ci ha insegnato di nuovo a vedere il mondo con gli occhi dei poveri e di coloro che subiscono discriminazioni. E ci ha lasciato una profonda eredità di dialogo per aiutarci a trasformare le strutture del peccato.
In questo modo, Lui rimane con noi. Non è questo ciò che chiamiamo vita eterna?
José Manuel Pureza
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