Una voce romana dal Congo

Intervista a MariTè, cantante afro-soul, RnB e gospel e membro di Tam Tam d'Afrique, una Onlus che promuove e fa conoscere la situazione in cui vive la figura della donna in Congo
Una bella foto di MariTè

Una frase, certe volte, permette di conoscere una persona fin nel suo intimo. «Dove il mondo fallisce parla la musica» è la guida di Ntumba Marie Thérèse Kabutakapua, in arte Maritè. «Sono una persona timida – dice –, non riesco a parlare in pubblico. Durante un congresso di artisti a Castelgandolfo ho capito che lavorando sui testi delle canzoni avrei potuto mandare un messaggio che a voce faticavo a comunicare. Così la musica è diventata il mio strumento per fare del bene».

MariTè ha 29 anni ed è nata a Roma da genitori congolesi. Oggi è una cantante afro-soul, RnB e gospel. Fin da piccola la sua passione è stata il canto: «Cantavo le canzoni dello Zecchino d’oro come tutti i bambini e a 16 anni ho cominciato a studiare musica». Da poco la sua carriera è stata arricchita dall’insegnamento del canto, ma non solo. Nel 2010 ha assunto su di sé il ruolo di ponte fra l’Italia e il Congo fondando, insieme a un gruppo di donne congolesi, l’associazione Tam Tam d’Afrique Onlus.

L’Associazione Tam Tam d’Afrique agisce solo in Congo o ha dei progetti anche in Italia?

«Anche in Italia. Stiamo preparando una giornata, il 7 dicembre, in cui ogni membro della seconda generazione di immigrati organizzerà un workshop (ad esempio “musica e integrazione” o “cucina e integrazione”) per far scoprire aspetti del Congo che di solito gli italiani non conoscono. Ci sarà anche una parte dedicata alle testimonianza di persone esperte che parleranno dei media e delle comunicazioni. Sarà inoltre presentato (IN)VISIBILE CITIES, il documentario al quale sta lavorando Bea Kutakapua insieme ad Angelo Gianpaolo Bucci, che parla degli immigrati dell’Africa subsahariana.

Mi sembra non sia l'unico progetto…

«Tam Tam d’Afrique in generale si occupa di promuovere la figura della donna africana e di farne conoscere la sua situazione attuale in Congo, una nazione dove la situazione politica è molto difficile. I militari usano la donna per attaccare il Paese: attraverso stupri e torture ne indeboliscono tutta la struttura sociale che si fonda proprio sulla figura femminile. Noi allora cerchiamo di consigliare la donna affinché studi e impari un mestiere: una persona istruita ha più possibilità di farsi valere e di difendersi».

Dal tuo punto di vista privilegiato quali sono le tematiche importanti su cui si dovrebbe concentrare l’attuale governo?

«Due punti in particolare: cittadinanza e integrazione. Per quanto riguarda la cittadinanza credo semplicemente che una persona faccia parte di un Paese se contribuisce alla sua evoluzione e alla sua crescita. Sull’integrazione sono sensibile soprattutto a quella scolastica. Purtroppo tante mamme ritirano i figli da scuola perché ci sono troppi “stranieri”. Non si rendono conto che in futuro il mondo sarà a colori. Nelle scuole questi bambini sono un arricchimento per quelli italiani. Io vorrei che la gente lo capisca, ma per capirlo deve conoscere. È necessario fare ogni sforzo per far capire anche le altre culture, non solo quella italiana.

«Con Tam Tam d’Afrique stiamo lavorando su questo tema in linea con l'azione del ministro Kyenge. Ma stiamo facendo uno sforzo anche nella direzione opposta: quella di far conoscere la cultura italiana agli immigrati che vengono qui e che spesso hanno un’idea dell’Italia che non corrisponde assolutamente alla realtà».

Hai mai dovuto affrontare problemi di razzismo in Italia?

«Il mondo della musica parte dal preconcetto opposto a quello del razzismo: se una ragazza è nera sicuramente ha una voce strabiliante e la musica nel sangue. C’è competizione ma atti di razzismo, per quanto mi riguarda, mai».

Difficoltà come donna invece?

«Tante, tante cose. Penso che se avessi detto sì a tutto quello che mi hanno proposto con secondi fini sarei famosissima e ricchissima. Invece ho 29 anni e pian piano sto iniziando a farmi conoscere. Spesso ti contattano dicendo che se “ ti accordi personalmente con una certa persona” puoi vincere programmi, concorsi, ancora prima di cominciare. Ho sempre detto no a queste proposte ma ero consapevole di perdere delle grandissime occasioni. È un dolore enorme, ma se ne esce integri».

Che messaggio manderesti alle donne congolesi e italiane che vogliono intraprendere la carriera musicale?

«Studiate. Se studi tanto vieni trattato con rispetto e sei in grado di fare anche progetti utili agli altri. Per cui studiare, studiare tanto e rimanere integri senza accettare compromessi con la propria moralità».

 

Per visitare:  il sito di MariTè

Per guardare i video delle sue canzoni: qui e qui

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons