Una testimonianza coraggiosa

Il vero eroismo benefica gli altri con la rinuncia di sé.
Una ragazza indiana

Il riconoscimento di Cristo davanti agli uomini! Questo ci si chiede. È un onore divino che ci si fa: testimoniare Cristo in terra, perché egli testimoni di noi in cielo. E un tal riconoscimento non è opera d’eloquenza. Non si fa questione delle parole, si fa questione degli atti. Di questi, non di quelle deve preoccuparsi il cristiano. «Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli» (Mt 10, 32-33).

C’è ricordato che il messaggio di Cristo è esploso come un vulcano il quale ha mandato in aria i sistemi degli uomini, perché se ne componesse uno di nuovo genere. C’è affermato l’obbligo di confessare Cristo davanti al mondo. E c’è la reiterata esortazione a non aver paura. Gli uomini, con i loro svariati mezzi possono sopprimere un corpo – una miseria – ma dopo di ciò rientrano nella loro sconfinata impotenza. Uno solo può sopprimere il valore reale, quello di cui anche il corpo vive, e quell’uno è Dio.

Dunque Dio va temuto, e non altri, e per timore di lui – oltre che per amore – va confessato Cristo. Tutto questo perché la vita e la morte vanno contemplate nel cerchio infinito dell’eternità. Le prove possono privare il cristiano di tutto, ma non possono privarlo del diritto di amare Dio. Investito della forza divina, è superiore a tutti gli insulti. Dove l’uomo attinge il divino, sta l’elemento sostanziale di superiorità sul male, quasi l’elemento della sua divinità, in quanto figlio di Dio. In sostanza il cristianesimo respinge la paura, la rende nulla, ne mostra l’inconsistenza. Il cristianesimo è verso l’uomo coraggio, o meglio, eroismo.

Ognuno di noi, se vuole testimoniare Cristo, ha da affrontare contraddizioni, vilipendi, ingratitudini. Ogni santità è cresciuta, come un rovo fiorito, su un acquitrino salato. Questa realtà genera un’atmosfera eroica, del vero eroismo, quello che benefica gli altri con la rinuncia di sé. L’esperimento coraggioso di chi si spoglia per vestire, di chi si nasconde per far posto, la sofferenza di chi è piagato perché gli altri godano.
 
Da: Christus Patiens, Morcelliana, 1941

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