Una scuola per risolvere i conflitti

A Val di Primiero, in Trentino, l'istituto universitario Sophia ha organizzato un corso estivo aperto a 50 giovani di diversi Paesi europei per formare attori politici capaci di rispondere con il dialogo, la conoscenza e l'incontro alla diversità e alle crisi internazionali
Studenti di Sophia

Val di Primiero, a fine agosto, è stata lo scenario della seconda edizione della Summer school internazionale promossa dall'istituto universitario Sophia in collaborazione con il Movimento politico per l'unità e l'espressione giuridica dei Focolari, Comunione e Diritto.

"Per una cultura del dialogo tra le civiltà. Le risorse delle scienze umane davanti ai conflitti", è stato il titolo di quest'appuntamento che ha visto 50 studenti universitari, laureati o dottorandi in discipline giuridiche, politiche, sociologiche, storiche, arrivare da diverse parti d'Italia e del mondo con il bagaglio non solo di vestiti ma di conoscenze e metodi i più vari.

Politica, diritto e scienze sociali sono state le tre discipline intorno a cui è ruotato il dialogo e il confronto sulla realtà dei conflitti con docenti dell'Istituto Universitario Sophia.

Infatti i relatori Antonio Maria Baggio (Filosofia politica, IUS), Marco Martino (Filosofia politica, Università Sapienza), Vincenzo Buonomo (Diritto della Comunità internazionale, IUS), Sergio Barbaro (Diritto privato, CeD), Bernhard Callebaut (Sociologia generale, IUS) e Licia Paglione (Sociologia economica, IUS) hanno sottolineato nei propri ambiti l'importanza che ciascuna disciplina riveste, comevera risorsa per lacostruzione di idee e di politiche di dialogo destinate ad appianare e superare i tanti conflitti nel mondo.

Di pari passo si sono svolte le quattro sessioni tematiche: ambiente e cause dei conflitti, relazioni internazionali, cooperazione, co-sviluppo, rispettivamente a cura del prof. Pasquale Ferrara (Relazioni internazionali, IUS) e dei dottorandi di ricerca Xenia Tovar e Francesco Marini, che hanno offerto un ampio sguardo sulle iniziative internazionali in grado di mettere in moto la corresponsabilità.

Sulla convivenza multiculturale è stata presentata una ricca analisi da parte del prof. Alberto Lo Presti (Teoria politica, IUS), partendo proprio dal pensiero del filosofo statunitense John Rawls in merito alla teoria della giustizia e al liberalismo politico. 

L’esigenza di attribuire un carattere sempre più plurale alla società è emersa anche dall’intervento di Paolo Frizzi (Dottore in Fondamenti e prospettive di una cultura dell’unità, IUS) sul ruolo del dialogo interreligioso e delle azioni per contribuire al peacebuilding, e da quello di Giuseppe Pellegrini (Sociologia, Università di Padova) sulle innovazioni tecno-scientifiche e sul processo circolare che vede la collaborazione di esperti, politici, media e pubblico come soluzione nella gestione dei conflitti. A cura di Michele Arpaia, Giovanni Giudetti e Arianna Starace, la ricerca su tre profili del diritto internazionale attuale: soluzione dei conflitti nell’ambito del commercio internazionale; la sua applicazione alla migrazione e alla mobilità umana, con particolare attenzione anche al diritto dell’Unione Europea; ed infine, la difesa dei diritti dell’uomo tutelati da strutture, a livello continentale, in grado di valutare la condotta degli Stati in merito al loro rapporto con la persona, non più soggetto passivo, che subisce.

La cultura del dialogo è stata l'esperienza quotidiana dei partecipanti alla Summer School, che si sono sperimentati in prima persona nella conoscenza dell’altro e nel mutuo rispetto della diversità, finestra da non tenere chiusa ma sempre aperta sull'altro e sulle sue esigenze. Nella stessa direzione sono stati orientati i diversi interventi che hanno spronato il confronto e il dibattito su tematiche decisamente attuali quali la Siria e il Medio oriente. Ora si attende impazienti la prossima edizione.

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