Una presenza e una festa

14 marzo
Chiara Lubich

Il 26 febbraio, all’Università Santa Croce a Roma, è stato presentato il Dizionario di economia civile, più di 800 pagine edite da Città Nuova. Una quarantina di studiosi per un grosso sforzo editoriale. Tra gli oratori, il prof. Zamagni, curatore del volume col prof. Bruni, il rettore Luis Romera, Helen Alford, docente alla San Tommaso, Andrea Olivero, presidente Acli, l’on. Pezzotta, già segretario generale Cisl, l’imprenditore umbro Walter Baldaccini e la prof.ssa Baldarelli, una delle autrici. Un bel gruppo: politici, studiosi, imprenditori, esponenti della società civile, rappresentanti di istituzioni ecclesiali e tanti cittadini.

Assieme ad altri ci siamo accorti che una presenza aleggiava: quella di Chiara Lubich. Era presente nelle parole degli oratori, nella testimonianza dell’imprenditore, nel dialogo tra i relatori e tra il pubblico, nelle realtà ecclesiali rappresentate, nella “laicità” dell’iniziativa. Fosse stata presente solo nelle parole di studiosi e politici, ci saremmo trovati a una commemorazione; fosse stata citata solo da un imprenditore, qualcuno avrebbe potuto tacciare quell’esperienza di buonismo; fosse stata nominata solo nei dialoghi, si sarebbe potuto pensare a una sorta di “rimpatriata”.

Essendo invece presente sia nelle riflessioni che nella testimonianza che nei dialoghi, Chiara non era oggetto di commemorazione ma di “memoria”; era espressione non di buonismo ma di rivoluzione evangelica; non era promotrice di un vago “vogliamoci bene”, ma di una vera cultura, di un vero metodo di dialogo. È infatti nella concretezza della vita di chi l’ha seguita che Chiara rimane, così come nella riflessione ecclesiale, culturale e politica, oltre che in quel dialogo che Maria Voce, a lei succeduta come presidente dei Focolari, ha definito «priorità assoluta, stile di vita».

Il 14 marzo 2008 Chiara ci ha salutati. Questo 14 marzo 2010 s’annuncia sotto il segno del ricordo riconoscente e della festa di cuori, anime e menti.

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