Una luce nel silenzio dei chiostri

Fermenti di comunione nel corso di formazione permanente per Sorelle Clarisse di diverse Obbedienze, tenutosi a Greccio (Rieti) nei giorni 20-26 maggio 2007.
Clarisse

Siamo ben liete di poter condividere il grande dono di un’esperienza dello Spirito, dentro la quale abbiamo contemplato la nostra Chiesa Santa, piena di vitalità e di perenne giovinezza.

Parliamo di quella porzione di Chiesa che è la vita contemplativa, che ancora oggi sfida i secoli della storia con la sua tradizione millenaria, custodita dal monachesimo occidentale e che silenziosamente, ma concretamente, accompagna i passi dell’uomo d’oggi nella sua epoca postmoderna. 

Tra colori e calore 

Per dare un’idea di ciò che abbiamo vissuto potremmo esprimerci con un’immagine. Quando osserviamo la luce, pur percependola come qualcosa di visibile, ma non palpabile, come un elemento indispensabile per la vita, ma senza colore, sappiamo che essa racchiude in sé tutti i colori dell’iride e che nasce dalla fonte stessa del calore per eccellenza: il sole!

Così è di quanto viene dallo Spirito: qualcosa di percepibile, ma non tangibile, che muove alla vita e crea i colori della diversità e il calore della comunione.

Le parole che Gesù rivolse a Nicodemo, in quei giorni sono state rivolte anche a noi: “… il vento soffia dove vuole, ne senti la voce, ma non sai dove viene e dove va: così è di quanti sono nati dallo Spirito” (Gv 3, 8). Dentro questo dinamismo si è creato un circolo di comunione e d’unità profonda, nella ricchezza e nella varietà dei carismi.

Nella vitalità di questo respiro ecclesiale abbiamo avvertito il miracolo costante di Dio su questa terra, sull’uomo d’oggi, sempre tentato di chiudersi nel proprio egoismo, di “farsi da solo e bastare a se stesso”: è il miracolo dell’Amore che sempre si rinnova e si ripete.

Se dunque l’uomo è relazione, fatto da Dio per creare comunione e complementarietà, ancor di più si può affermare questo della donna, creatura aperta alla vita, al dono e alla comunione.

Che dire allora, di coloro che vivono la vocazione contemplativa nel carisma di santa Chiara d’Assisi: Sorelle Clarisse Urbaniste, Cappuccine e Minori che nella diversità s’incontrano per confrontarsi, crescere insieme, focalizzare i valori di una chiamata che ancora oggi, più di ieri, chiede di incarnare e di annunciare il Vangelo?

Questa è la multiforme bellezza della Chiesa, che crea l’incanto e lo stupore di un dono inatteso e sempre nuovo! 

In santa unità 

Nell’incontro concreto e dinamico delle varie forme di vita clariana ciò che è diverso è diventato motivo di scambio e di ricchezza, ci si è riconosciute veramente e fortemente sorelle: è l’esperienza di una pentecoste perenne che noi abbiamo potuto vivere non un solo giorno, ma per una intera settimana nella “culla francescana” di Greccio.

In questo luogo, caro a Francesco d’Assisi, dove perfino la natura fa memoria del suo passaggio e della sua esperienza con il Signore, abbiamo avuto da Dio il dono d’incontrarci “insieme” per un tempo di formazione umano-spirituale, che in questo contesto ha voluto significare la semplicità di “raccontarci” come Sorelle di vita contemplativa, come persone che vivono l’avventura di un cammino, come donne credenti e profondamente radicate nella storia “con la Bibbia in una mano e il giornale sull’altra”.

L’esperienza di quest’incontro ci ha viste radunate da tanti Monasteri d’Italia dove erano presenti anche sorelle di altre culture: Messico, Tailandia, India, Venezuela, Polonia, Lituania, Centro Africa.

Ci siamo così ritrovate, nella gioia e nell’unità dello Spirito, dentro le antiche e comuni radici dei nostri fondatori, Francesco e Chiara d’Assisi, “in santa unità ”. Veramente il cuore non poteva che cantare le parole di Francesco: “il Signore mi donò dei fratelli”. Tradotto al femminile, potremmo affermare con Chiara: “il Signore mi donò delle Sorelle”.

Questa coinvolgente esperienza di condivisione del nostro carisma clariano è stata fortemente arricchita all’interno di una tavola rotonda che ci ha chiamate a confronto con le altre spiritualità, in particolare le Sorelle Carmelitane Scalze e Benedettine.

Abbiamo così “visto con i nostri occhi, toccato con le nostre mani e contemplato con il cuore” quanto sia viva la Chiesa che viene dal silenzio dei Chiostri. In essa, ognuna nel suo specifico, compie quella piccola parte che completa l’opera del Regno di Dio qui ed ora, come quel po’ di sale e quel po’ di lievito che dà sapore e fermenta tutta la pasta. 

Il sogno del Vangelo 

Sognare è importante, lo sappiamo, ma ancor più importante è credere in ciò che si sogna! Ce lo siamo ripetute diverse volte e guardandoci negli occhi ci siamo ritrovate insieme, dentro l’unico grande sogno della nostra esistenza, un sogno imbevuto di bellezza e di desiderio d’Infinito.

È il sogno del Vangelo! È il desiderio di ritornare alle origini, di vivere la radicalità francescana “sine glossa” che insieme ci spinge ancora a cercare e trovare la risposta alla domanda di senso, al profondo bisogno di pienezza dell’uomo e della donna d’oggi.

Su questo nucleo fontale il nostro incontro è stato profondo e abbiamo gustato il miracolo dello Spirito che continuamente si rinnova, la comunione dei carismi, dove la parola “diversità” ha avuto il significato di complementarietà e intesa.

L’esperienza gioiosa e semplice della “sororità” ci ha portate a confrontarci come contemplative che vivono nel cuore della Chiesa e nel costante stupore di una vocazione che è dono gratuito dell’amore di Dio, dove Bellezza e Mistero si fondono e s’intrecciano nel solco di una storia che ci appartiene e che è giunta ad una svolta epocale.

Siamo sempre più consapevoli dell’importanza di camminare insieme in un mondo che cambia velocemente, molte volte senza avere delle mète o dei punti di riferimento. E ci siamo domandate quale sarebbe l’incisiva e significativa “proposta evangelica” che potrebbe essere lanciata da noi Sorelle di vita contemplativa, inserite in precise realtà diocesane, sociali e locali e dalle diverse sfaccettature culturali.

Abbiamo avvertito insieme che una delle sfide più provocatorie da annunciare al mondo d’oggi è proprio quella della “relazione e della comunione nella diversità”.

È nata così l’urgente necessità di unire le nostre forze per un aiuto e un cammino reciproco, dove è vitale, per costruire l’unità, camminare in cordata.

Sentiamo quanto noi Sorelle di vita contemplativa siamo chiamate ad un percorso di fede vissuto “insieme”, nel quale la comunione diviene un progressivo crescere nella significatività e nella verità e dove il bene di ognuna è il bene di tutte, il bene dell’intera Chiesa e del mondo.

Siamo ripartite da Greccio con la netta percezione di sentirci popolo di Dio, Chiesa in cammino, che non può concepirsi se non insieme nell’alterità e nella diversità e che crea la comunione necessaria e arricchente “perchè il mondo creda”.

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