Una lotta senza scontro

“Lotta” vuol dire “sforzo”, quello nato dal desiderio profondo di essere riconosciuto nella propria identità personale e collettiva.
Scontri

Fin da piccola nel mio Paese (Brasile) mi sono abituata ad ascoltare un saluto – «Come va?», o «come stai?» – e una consueta risposta: «Nella lotta». Era implicito «per la sopravvivenza». In una regione allora povera e caratterizzata da immense contraddizioni, la vita era sempre intesa come una lotta, un combattimento, un impegno. In fondo questa dimensione della “lotta” è insita nella storia umana, dei singoli e delle società. Si lotta per la sopravvivenza, per la libertà, per la conquista di diritti e di valori, per la pace… E non significa necessariamente conflitto e contrasto o addirittura violenza e aggressività, anche se questi ingredienti sono sempre in agguato.

“Lotta” vuol dire “sforzo”, quello nato dal desiderio profondo di essere riconosciuto nella propria identità personale e collettiva, come insegna il sociologo Axel Honneth (Lotta per il riconoscimento, Il Saggiatore). Anche questo impegno e questa lotta si svolgono proprio entro il contesto di una società sempre più partecipativa, dove ognuno vuole contare, essere attivo, costruttore, operoso. La violenza che ne può derivare è una variante che deve e può essere superata.

 

L’anno che si chiude ha riportato soprattutto nello scenario sociale europeo un’ondata di vitalità nelle manifestazioni di piazza e nel dibattito in seno alla vita sociale. È un buon segno. L’Europa, sicuramente ancora opulenta, ma stanca, scontenta e un po’ avvilita nella sua parte meno appagata – i giovani –, dà un segnale di vitalità, di riscossa, di voglia di vivere.

Mi sembra qualcosa di estremamente positivo, che può esprimersi anche nella maturità di una lotta per il riconoscimento, come tappa nuova di una umanità che è chiamata a nuove sfide. La più grande di tutte è quella di condurre la “lotta”, ma avendo superato la tentazione della guerra, dello scontro su tutto e di tutti contro tutti. In altre parole, vuol dire la conquista di nuovi traguardi, nella dimensione del rispetto, dell’accoglienza, della solidarietà. In una parola dell’amore, quell’amore che tutti cerchiamo perché senza di esso nessuno vince e cresce.

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