Una cultura laica, un linguaggio multimediale

Un recente breve comunicato di argomento scientifico, tra i tanti che vengono diffusi ogni giorno in rete, descrive un importante traguardo raggiunto dalla ricerca sulle staminali, le famose cellule in grado di riparare i tessuti danneggiati. È stata sviluppata una tecnica per estrarre cellule staminali di qualità embrionale dal sangue di persone adulte. In maniera etica e sicura, quindi, senza bisogno di sacrificare gli embrioni. La notizia, ignorata dai mass media forse perché scomoda, se confermata renderebbe inutili e superati i dibattiti laceranti che riempiono giornali e tv. L’autore del comunicato esulta per la nuova tecnica perché, spiega, estrarre cellule staminali da feti umani abortiti suscita controversie e opposizioni in molte parti del mondo, e quindi ogni possibile fonte alternativa è la benvenuta. Mi ha colpito il fatto che nel comunicato i limiti etici sono trattati come un dato ormai acquisito del contesto di lavoro, e quindi si cerca, e si trova, una strada alternativa ugualmente efficace. Nel dibattito sull’utilizzo delle staminali embrionali, la posizione della Chiesa cattolica è una delle più conosciute, sicuramente la più citata e attaccata. Anche chi la critica riconosce che, a torto o a ragione, sembra la sola coscienza etica rimasta, capace di farsi sentire, come un segno di contraddizione, ovunque nel mondo. Questa posizione scomoda mi ha fatto venire in mente uno dei migliori consigli che ho ricevuto come padre di tre figli adolescenti: Di’ loro sempre come la pensi. Poi faranno quello che ritengono giusto, ma avranno comunque un punto di riferimento con il quale misurarsi nel proprio intimo. La posizione della chiesa mi sembra abbia lo stesso valore per il mondo: ci deve essere, perché nessun altro fa, e può fare, questo mestiere. Ed è efficace anche quando apparentemente viene ignorata. Non a caso i nostri nonni ci insegnavano che il tempo è galantuomo, e dove oggi passa un’idea valida, tra cinquant’anni passerà la storia. Mi hanno anche insegnato che non basta dire ai figli il proprio pensiero; se possibile bisogna anche aiutarli a trovare la strada, un metodo che li guidi nelle scelte della vita. E questo è molto più difficile. Bisogna camminare insieme, dialogare con pazienza, mettersi in discussione e imparare l’uno dall’altro, farsi uno con la cultura e il linguaggio dei tempi, una cultura laica, un linguaggio multimediale. Giulio Meazz

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