Una coalizione per l’alimentazione

Nasce la Food Coalition, la coalizione per l’alimentazione proposta dell’Italia e guidata dalla Fao in risposta all’emergenza agroalimentare inasprita dal Covid-19
Food and Agricultural Organization Emilio Morenatti

La pandemia di Covid-19, che ha generato una crisi economica e sociale senza precedenti, è fonte di preoccupazione per l’opinione pubblica, ma rappresenta anche una grave minaccia per la sicurezza alimentare mondiale. Infatti, l’aumento dei tassi di disoccupazione, le perdite di reddito e l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari stanno ostacolando l’accesso al cibo nei Paesi in via di sviluppo così come nei Paesi industrializzati, con effetti di lunga durata sulla sicurezza alimentare e sulle economie nazionali, che rischiano di sprofondare nella recessione.

Secondo le stime dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), ancor prima che le ripercussioni della pandemia Covid-19 si facessero sentire sui sistemi alimentari mondiali, quasi 690 milioni di persone mancavano dei mezzi di sussistenza. Di queste, 135 milioni erano in pericolo di morte per fame, mentre altri 183 milioni rischiavano di precipitare nel baratro della fame estrema se esposti a un ulteriore fattore di stress.

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È in questo contesto che l’Italia ha proposto un’alleanza mondiale volontaria per reagire agli effetti avversi della pandemia da Covid-19 nel medio e lungo termine volta alla trasformazione dei sistemi agroalimentari. Nello specifico, la Food Coalition è un meccanismo multilaterale e multisettoriale inteso a mobilitare assistenza a livello politico, finanziario e tecnico a sostegno dei Paesi colpiti dall’emergenza in corso. L’iniziativa offrirà una piattaforma per promuovere il dialogo tra soggetti diversi, tra cui il settore privato, la comunità accademica, le organizzazioni degli agricoltori, la società civile, i governi, le organizzazioni non governative, con il fine ultimo di reagire all’impatto negativo della pandemia Covid-19 sui sistemi alimentari confezionando risposte che dovranno essere specifiche per ogni paese.

La Food Coalition, secondo un’impostazione di “rete di reti”, attiverà e mobiliterà risorse ed esperienza tecnica per dar vita a un’azione globale unificata in risposta alla pandemia da Covid-19, allo scopo di riportare i paesi sulla giusta strada per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, come quello di sradicare la povertà (obiettivo 1) e di eliminare la fame entro il 2030 (obiettivo 2). Proprio il cosiddetto obiettivo Fame zero prevede che il nutrimento venga inserito nel contesto della sicurezza alimentare e dell’agricoltura sostenibile. Inoltre, consolidare la nutrizione, la sicurezza del cibo e l’agricoltura all’interno dello stesso obiettivo aumenta la responsabilità degli impatti sulla salute e sull’ambiente delle pratiche produttive agricole e sui sistemi di sviluppo del cibo.

La Food Coalition fungerà inoltre da forum per lo scambio di idee e conoscenze tra vari paesi, grazie al quale sarà possibile individuare soluzioni per i membri alle prese con difficoltà analoghe al momento di affrontare le ripercussioni della pandemia sui sistemi alimentari e sull’approvvigionamento di derrate alimentari. Per ridurre al minimo le conseguenze di lunga durata dell’emergenza in corso, la Coalizione sosterrà gli sforzi profusi dalla Fao non soltanto per far fronte alle perturbazioni provocate dalla pandemia Covid‑19, ma anche per promuovere sistemi di produzione alimentare resilienti e sostenibili, migliorare l’alimentazione e aumentare la produttività agricola e i redditi dei piccoli agricoltori, soprattutto delle aziende agricole gestite da donne, giovani, popolazioni indigene e nuclei familiari.

Food Coalition

La Food Coalition è stata inaugurata il 5 novembre dal direttore generale della Fao, Qu Dongyu, il Presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, il vice primo ministro dei Paesi Bassi, Carola Schouten (oltre a vari ministri dell’agricoltura), Tawakkol Karman, Premio Nobel per la Pace 2011, e Muhammad Yunus, Premio Nobel per la Pace 2006. Ad oggi, hanno espresso sostegno all’iniziativa oltre 30 Paesi, tra cui molti membri del G20, di cui l’Italia assumerà la presidenza nel 2021.

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