Una bussola da ri-orientare

Tempi difficili questi, soprattutto per i troppi giovani “senza futuro”. Urgono misure per il loro inserimento nel mondo del lavoro.
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Tempi difficili questi, soprattutto per i troppi giovani “senza futuro”. Urgono misure per il loro inserimento nel mondo del lavoro. Nello stesso tempo occorre meglio investire in istruzione superiore, un potente fattore di crescita, come più volte sottolineato anche dal neo-governatore di Bankitalia, Ignazio Visco. Lo hanno ben capito quei Paesi emergenti che della formazione hanno fatto il loro punto-forza per lo sviluppo. In Italia invece (secondo anche l’ultimo “Rapporto Isfol” 2010) gli investimenti sono addirittura diminuiti. Fa ben sperare il recente decreto sull’apprendistato, ma sono troppe le riforme non attuate o lasciate a sé stesse. Per esempio, corsi innovativi come quelli per il raccordo scuola-azienda non sempre dispongono di risorse adeguate.

 

Si potrebbe partire da subito da un più efficace orientamento nel campo degli studi e delle professioni. E affrontare una seria discussione sul passaggio dalla scuola al lavoro e sulla formazione continua. Perché è diventato così faticoso? Perché tanti giovani rifiutano lavori di tipo tecnico e manuale? C’è bisogno di operai specializzati, maestri artigiani, manutentori, progettisti… Invece cresce la corsa a licei e a lauree, pur importanti, ma con pochi sbocchi lavorativi. Se il sapere è basilare, altrettanto dovrebbe esserlo il saper fare.

 

Oggi non è facile trovar lavoro, ma senza un efficace sistema di orientamento non è pensabile ridurre il tasso di disoccupazione giovanile: non il tradizionale orientamento di tipo informativo, ma un sistematico percorso in cui i ragazzi (fin dalle elementari e medie) siano aiutati a riflettere, a individuare i propri punti-forza e i propri limiti, a mediare tra realtà e aspirazioni. In questo, i primi migliori “orientatori” (senza nulla togliere ad altri soggetti) potrebbero essere i genitori e gli insegnanti stessi. The future is unwritten (il futuro non è scritto) è lo slogan per contrastare la dispersione scolastica adottato da un gruppo di coraggiosi insegnanti di Parma. Che non vogliono “perdere” i loro ragazzi, “neanche uno”. L’anno scolastico è da poco iniziato. Possiamo ri-orientare la rotta.

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