«Un uomo non può non amare»

È una delle frasi tipiche di "The Whale", il film di Aronofsky che ha vinto due Oscar, mentre "Everything Everywhere All at Once" ne prende ben sette. Eclissati altri film di notevole spessore
The Whale
Un commosso Brendan Fraser posa con il premio come Miglior attore protagonista per "The Whale" nella sala stampa degli Oscar domenica 12 marzo 2023, al Dolby Theatre di Los Angeles. (Foto di Jordan Strauss/Invision/AP) Associated Press/LaPresse

The Whale è la storia di Charlie, insegnante telematico obeso e vicino alla morte. Un mostro ributtante curato da una donna che lo ama, solo, intelligentissimo, innamorato del suo lavoro, chiuso in casa per non farsi vedere. Ha un passato doloroso: il compagno per cui ha lasciato la moglie e la figlia piccola si è suicidato, lui vive in preda ai ricordi che sono anche rimorsi, il suo animo è stato affinato dal pensiero della morte che non teme e dalla sofferenza. Charlie è buono e pensa che «le persone sono buone», desidera prima di morire fare almeno un gesto di amore. La figlia che arriva improvvisa e gli butta in faccia l’odio è invece da lui teneramente amata sino alla fine, fino a cambiarla.

Film durissimo, sofferto, vero e commovente, mai pesante, duro con la religione dei divieti senza amore, si regge su un cast perfetto, a cominciare da Brendan Faser, Oscar come Miglior attore, straordinario e autentico a dir poco. Un film di riscatto, di perdono, di vita interiore, di bisogno di redenzione. Spiazzante.

Oscar 23
Il cast e la troupe di “Everything Everywhere All at Once” accettano il premio per il Miglior film agli Oscar domenica 12 marzo 2023, al Dolby Theatre di Los Angeles. (AP Photo/Chris Pizzello) Associated Press/LaPresse Solo Italia e Spagna

Di statuette ne ha collezionato ben sette il film di Daniel Kwan e Daniel Scheinert. Racconta la vita di Eveylin, immigrata cinese in America che vive una esistenza difficile e si trova catapultata in una vorticosa epopea in giro per il Metauniverso. Folgorante variazione della personalità in un ibrido tra commedia familiare e fanta-action, il film mescola i generi e le tecniche a piacere, esasperando in modo barocco i moderni blockbuster. Provocazione, presa-in-giro? Di tutto un po’. Resta un pensiero di fondo: quante rivisitazioni può avere una esistenza umana? Non c’è risposta, se non in un immaginario mondo reale e artificiale insieme, umano e disumanizzato, il trionfo della tecnica.

E che la tecnica trionfi lo dimostra pure l’Oscar per gli effetti speciali meritato– ad Avatar – la via dell’acqua. Spiace l’esclusione, a nostro parere ingiusta, di riconoscimenti a film stupendi come Tàr, Gli Spiriti dell’isola, Elvis, The Fabelmans. Nemmeno una menzione. L’Italia? Nulla. Non è stata una grande notte questa del 2023.

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