Un Sinodo universale con al centro la famiglia

Riflettori puntati sui 318 tra padri sinodali, delegati e famiglie che per tre settimane si interrogheranno sulle ferite e sulle sfide che la Chiesa e il mondo dovranno affrontare sul campo. Ogni giorno una conferenza stampa darà relazione dei lavori
Un momento del sinodo sulla famiglia

Un grande tema attende il Sinodo 2015: “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”. La famiglia quindi al centro. Tre settimane per una riflessione sulla sua bellezza e le sue sfide. Il lavoro che partirà dallo Strumento di lavoro (Instrumentum Laboris), sarà suddiviso in tre parti e avrà tre tempi. Il Sinodo si apre domenica 4 ottobre e conclude il percorso iniziato, due anni fa, con un questionario inviato a tutte le Chiese particolari. L’assise è voluta fortemente da papa Francesco per «trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare».

 

Atmosfera che precede il Sinodo. In tanti hanno parlato molto e molto si è già detto su ciò che il Sinodo deve dire o non dire e deve fare o non fare. Quale l’atmosfera al suo inizio? Così ha risposto il segretario generale del Sinodo, il cardinale Lorenzo Baldisseri, in conferenza stampa in Vaticano:  «il Papa ha invitato a discutere con parresia, apertura, nell'ambito ecclesiale e anche fuori. Pertanto non è sorprendente che ci siano dichiarazioni, contrastanti magari, che sottolineano un aspetto o un altro: era già previsto, è un po’ conciliare». E rifacendosi proprio al tempo del Concilio Vaticano II, ha aggiunto: «Non è strano anche se può apparire una turbolenza su alcuni temi. Ma siamo nel mare quindi c'è da aspettarselo».  

 

Partecipanti e svolgimento.  Riguardo i precedenti Sinodi e seguendo il suggerimento della maggioranza dei padri sinodali, vi sarà una metodologia più dinamica e partecipata. L’ha spiegato il cardinale Baldisseri: «I padri hanno richiesto di valorizzare il lavoro nei Circuli Minores, ove si verifica una partecipazione più attiva alla discussione, un confronto più diretto e immediato tra i padri nella propria lingua», ambito questo in cui potranno intervenire gli uditori e i delegati fraterni. Alto il numero degli aventi diritto di parola: 318 tra padri, delegati fraterni (facoltà di parlare in aula per tre minuti) e uditori (18 le coppie di sposi). Saranno 13 le sessioni dei 13 Circuli minores (ognuno di 20 partecipanti, secondo le aree linguistiche). Le conclusioni di questi gruppi di lavoro verranno pubblicate integralmente a conclusione di ogni settimana: 39 i documenti che saranno resi noti, dunque.

Diversamente dall’anno scorso, e dai sinodi precedenti,le varie fasi di elaborazione «del documento base» del Sinodo «rimangono riservate, considerando che i testi, nel corso del cammino sinodale, sono suscettibili di continui sviluppi fino alla redazione finale», ha spiegato Baldisseri. Non è previsto, dunque, la relatio post-disceptationem, che, insieme alla relatio ante-disceptationem iniziale (con la quale inizieranno i lavori lunedì 5) e alla relatio finalis conclusiva componeva il trittico dei documenti ufficiali. Riguardo quest’ultima, la relazione finale, che sarà votata paragrafo per paragrafo con la maggioranza richiesta dei 2/3, non è ancora stabilito cosa deciderà papa Francesco quest’anno.

 

Il Sinodo avrà poi una «commissione» di dieci padri sinodali rappresentanti dei cinque continenti con «il compito di seguire ogni fase di avanzamento del progetto»: si riunirà al termine dei lavori su ogni parte e per la redazione finale.

 

Comunicazione all’esterno.Il criterio fondamentale è stato ricordato dal Santo Padre varie volte: «il Sinodo deve essere uno spazio protetto perché vi possa agire lo Spirito Santo; in modo che i padri abbiano la liberta di esprimersi con parresia (franchezza, ndr)». Padre Lombardi, sempre in conferenza stampa, ha spiegato ulteriori dettagli: il Sinodo sarà accompagnato da un briefing giornaliero alle ore 13 presso la Sala Stampa Vaticana, con traduzioni simultanee nelle diverse lingue. Nel corso delle tre settimane vi interverranno ben cinquanta padri sinodali. Inoltre è prevista, come l’anno scorso, una diretta Twitter e un blog con contributi video. I padri sinodali, da parte loro, potranno concedere le interviste che riterranno, in tutta libertà, non è stato posto loro «nessun limite particolare» ha precisato p. Lombardi. Tuttavia, ci ha tenuto a sottolineare, la novità più rilevante quest’anno è «la pubblicazione di tutte le relazioni di tutti i circoli minori». 

 

Criteri di lavoro.A conclusione del Sinodo dell’anno scorso, il Papa aveva indicato alcune tentazioni: quella dei cosiddetti tradizionalisti, zelanti e scrupolosi, che non intendono lasciarsi stupire «dal Dio delle sorprese», rinchiusi dentro la certezza di ciò che già si conosce e non aprendosi a ciò che ancora si deve imparare.  Quella dei cosiddetti progressisti con il loro «buonismo distruttivo»che in nome «di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle».

 

La Chiesa «che cerca di essere fedele al suo Sposo e alla sua dottrina»– aveva affermato il Papa – «non ha paura di rimboccarsi le maniche per versare l’olio e il vino sulle ferite degli uomini», «non guarda da un castello di vetro per giudicare o classificare le persone», «non ha paura di mangiare e bere con le prostitute e i pubblicani», ma «ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi, i pentiti e non solo i giusti o coloro che credono di essere perfetti!». La Chiesa – aveva detto – «non si vergogna del fratello caduto e non fa finta di non vederlo», ma lo rialza e lo incoraggia «a riprendere il cammino»

E la Veglia di preghiera che precede il Sinodo sta ad affermare la volontà della Chiesa di invocare tutti insieme, laici e gerarchia, la presenza a questa assise dello Spirito Santo. Lui che fa nuove tute le cose.

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