Un sindaco super social

Ad Alghero, a nord della Sardegna, il nuovo primo cittadino Mario Bruno dialoga quotidianamente sul suo profilo Facebook, aggiornando dell’azione amministrativa e ricevendo cori di consenso e sostegno in una moderna tribuna politica aperta alla partecipazione
Mario Bruno

Alla fine degli anni Settanta ho conosciuto l’allora poco più che diciottenne Mario Bruno e non era impegnato negli scranni della rappresentanza popolare, ma piuttosto in attività giovanili sia nella sua città che in tutta la Sardegna, insieme a Tonio, Sergio, Antonello, Elio e tanti altri, ma già mostrava quella serietà, non seriosa che avrebbe conservato nella “carriera” politica che lo ha visto dieci anni dopo tra i più votati consiglieri regionali della Sardegna fino a occupare il ruolo di vice presidente del Consiglio regionale nell’epoca in cui la marea nera dei rimborsi inquinava tutti e tutte nella quasi totalità delle Regioni d’Italia, non risparmiando la sua Isola.

Poi, come tutti i personaggi che fanno politica per vocazione e non per mestiere, decide di appendere gli scarpini al chiodo per stare fermo un giro. Queste le sue decise e giuste ragioni. Ma si sa, i cavalli di razza non riescono a stare nella stalla per molto e quindi ad Alghero, la sua (bellissima) città, nasce spontanea una richiesta dal basso per una sua candidatura a sindaco, con tantissime firme.

Ma si sa anche che il cavallo di razza, solitamente, dà fastidio sia agli altri cavalli che ai fantini ed è così che, non si sa perché, con iniziativa accolta da rabbiosa ironia dai suoi sostenitori, viene addirittura espulso dal suo partito e “scalzato”, ufficialmente, da un altro candidato. Non ci soffermiamo sulla crisi etica e intellettuale di alcuni personaggi che popolano le stanze, semivuote, delle sezioni degli ormai purtroppo tramontanti partiti, e veniamo al seguito del racconto.

Ovviamente il dado è tratto e l’odore della battaglia è più forte di quella di bruciato dell’espulsione e grazie a liste civiche e altre formazioni la candidatura arriva e anche la vittoria sperata, ma non scontata.

Già dal racconto degli esiti delle votazioni e del ballottaggio, Mario diventa “super social”, raccontando, dal suo profilo Facebook, passo dopo passo tutte le ore e i minuti della “presa” dello scranno “blaugrana” di sindaco di Alghero. Infatti questa città della Sardegna, per i pochissimi che non lo sapessero, è città a minoranza linguistica (anche se sono la maggioranza….) catalana e si è meritata, nei secoli, l’appellativo di Barceloneta, conservando anche i colori del club calcistico tra i più decorati al mondo.

E così continua con più post giornalieri, a raccontare sia la sua quotidiana agenda, sia le azioni e i risultati (o non risultati) che compie con la sua amministrazione, ricevendo cori di consenso e di sostegno che si fanno ogni giorno più forti, come oggi sostiene una sua amministrata, Luisa: «Buongiorno, la ringrazio per i suoi aggiornamenti, è una bella soddisfazione».

Così diventa vita e azione quella realtà che con la classica parola anglosassone teorizza la partecipazione: accountability, che diventa il processo di verifica dell'azione politica, in una parola  “trasparenza” e “responsabilità”. E il nostro sindaco catalano non si sottrae, anzi provoca giornalmente questo processo di verifica. Ovvio, come controindicazione ed effetto collaterale, questo essere sempre allo scoperto può creare critiche e una santa invidia da parte della cosiddetta minoranza, ma dai post del nostro amico non sembra esserci molto timore, oltreché una chiamata partecipata al bene comune, al di là di posizioni di sicurezza o di rendita.

A me che sono nato all’epoca di Ugo Zatterin e di Tribuna politica, fa stupore e meraviglia questa nuova tribuna social che ha potenzialità di partecipazione e di aggiornamento in tempo reale, anche con contributi foto e video che rende inequivocabile, nel bene e nel male l’azione amministrativa.

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