Un ristorante un po’ speciale

La cooperativa sociale "La Ruota" prende in gestione una storica trattoria di Villa Lagarina, in provincia di Trento, e ne fa il banco di prova dell'inserimento di ragazzi con problemi di autismo nel mercato del lavoro
Ristorante Caa

Una straordinaria trovata, meritevole di attenzione e di essere esportata in altre città. A Villa Lagarina, in provincia di Trento, è nato il primo ristorante pro-autismo del Trentino Alto Adige, tra i pochi in Italia e in Europa. Ubicato nella sede di una storica trattoria del luogo, il locale è gestito grazie al lavoro di cuochi e camerieri autistici che, con l’aiuto dei responsabili e dei simboli Caa (comunicazione aumentativa alternativa) – simboli speciali applicati alle pareti per favorire l’interazione – riescono a svolgere in modo impeccabile, e per la verità anche meglio di tanti colleghi, un mestiere che fino a ieri sembrava loro interdetto come altre attività.

Protagonista dell’impresa "La Ruota", cooperativa sociale trentina che ha preso in gestione lo storico ristorante di Villa Lagarina, già noto per ospitare nei suoi spazi iniziative di carattere sociale, fra cui strutturare gli spazi a favore di soggetti con difficoltà comunicative, applicando simboli Caa nei diversi ambienti. Ad esempio la sala ristorante è dotata di tovagliette alimentari con dei simboli che permettono agli utenti di manifestare i propri bisogni, comunicando attraverso l’indicazione.

Sarà così sufficiente un click per apparecchiare la tavola, servire la cena e sfidare i propri limiti: pet therapy, giardinaggio sensoriale, attività in fattoria, realizzazione di sciarpe e candele e, appunto, laboratori culinari compongono lo splendido mosaico di questa trattoria. Circa una trentina di ragazzi affetti da autismo si sono così specializzati nella creazione e preparazione dei primi piatti della gastronomia tradizionale, dalle tagliatelle agli gnocchi, mentre non mancano quelli che hanno scelto di occuparsi dell’intrattenimento degli ospiti.

A seguire questa speciale équipe di ristoratori un gruppo di esperti che «lasciano liberi i ragazzi – spiega Rachele Gottardi, responsabile del progetto – affinché questo diventi il loro ristorante, un po’ come una seconda casa. Un modo per permettere anche a chi è spesso socialmente emarginato di inserirsi nel mercato del lavoro». Il ristorante di Villa Lagarina è aperto ogni giorno e oltre alla buona cucina offre anche un servizio di accoglienza per tutti i giovani con disabilità.

«Questo ristorante – conclude Rachele – sarà un luogo aperto a chi vorrà capire un po’ di più e conoscere da vicino i nostri ragazzi. Un posto dove rompere le barriere, dove tutti mettono un po’ del loro. I ragazzi non solo preparano i primi durante i laboratori nati proprio per insegnargli a fare le tagliatelle, ma servono ai tavoli e curano ogni dettaglio del servizio». 

«Con la tovaglietta illustrata non cerchiamo solo di insegnare loro qualcosa – aggiunge ancora – ma di spronarli, dato che, chi vuole, può anche apparecchiare da sé». Un ristorante dunque "con" e "per" disabili, attrezzato ad accogliere famiglie e ragazzi con qualsiasi disabilità: «Abbiamo a disposizione una navetta adatta al trasporto di persone sulla sedia a rotelle e offriamo un servizio di accoglienza dei giovani, nel caso in cui i genitori vogliano lasciarceli per qualche ora, approfittando di fare un giro per il Trentino. Questo è un sogno che si realizza e che mi porto dentro sin dal mio primo lavoro», conclude.

Tra le ultime novità c'è la nuova applicazione per tablet offerta come supporto alla comunicazione del disabile, metodo basato sempre sulla Caa: una barra verticale per scegliere le parole, una orizzontale per i verbi e un’ultima per i simboli generici consentiranno con tre semplici click di formare una frase che verrà anche ripetuta in audio. L’applicazione, progettata dalla cooperativa "La Ruota" in collaborazione con la start up "Neocogita", che si occupa principalmente di ausili tecnologici per i disabili, è anche collegata a un altro sistema operativo ed è personalizzatata in modo da poter ottimizzare gli interventi educativi e terapeutici sul disabile.

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