Un patto tra i sindaci della Locride

Intervista al primo cittadino di Locri, tra i partecipanti all’assemblea per decidere le misure da intraprendere dopo le minacce al sindaco di Monasterace. Si ventilano anche le dimissioni
Il sindaco di Locri Giuseppe Lombardo

I sindaci dei comuni della Locride calabrese chiedono allo Stato maggiore sicurezza e, per far sentire con maggiore forza la propria voce, oggi si riuniranno a Monasterace per esprimere la propria solidarietà a Maria Carmela Lanzetta, primo cittadino dimissionario dopo le gravi minacce ricevute, e per denunciare le difficili condizioni in cui sono obbligati ad amministrare i propri territori. Alto tasso di criminalità, mancanza di senso civico di parte della popolazione che si ostina a non pagare le tasse, crisi economica e debiti in continuo aumento: con il governo centrale che chiude i cordoni della borsa, ormai non è semplice nemmeno predisporre i servizi essenziali. Lo ammette con dolore il sindaco di Locri, Giuseppe Lombardo, che denuncia: «In questi giorni la situazione è molto grave. Siamo tutti molto preoccupati e solidali con il sindaco Lanzetta. Come si può amministrare un comune con serenità se ti incendiano la farmacia e sparano alla tua automobile?»
 
Sindaco Lombardo, si parla di dimissioni di massa dei primi cittadini. È così?
«Non so cosa accadrà nel corso dell’assemblea. Non abbiamo ancora discusso sul da farsi, ma la situazione è molto seria».
 
Perché è stata indetta quest’assemblea?
«Perché la situazione è insopportabile. Da un lato c’è il problema della sicurezza. Quanto è successo al sindaco di Monasterace e le minacce che ha subito non sono più tollerabili. Nei nostri territori manca la sicurezza, non c’è la serenità necessaria per amministrare e lo dico io, sindaco di Locri, dove le forze di polizia e la magistratura hanno raggiunto ottimi risultati. Eppure, sempre qui da noi, qualche giorno fa, è stata incendiata l’auto di un giornalista. Il sindaco Lanzetta non è il primo che si dimette. Noi vogliamo che lo Stato crei i presupposti per poter amministrare con serenità».
 
E l’altro problema?
«Il secondo tema all’ordine del giorno riguarda le difficoltà economiche in cui si trovano gli enti locali a causa dei continui tagli del governo che ci impediscono di garantire alla popolazione i servizi essenziali, con grossissime difficoltà per tutti. Mercoledì ne discuteremo per l’ennesima volta e vedremo cosa ne uscirà».

Il sindaco di Monasterace ha detto di non essere riuscita nemmeno a far pagare le bollette dell’acqua ai cittadini. Da voi com’è la situazione?
«Il costo dell’acqua va pagato. Noi, come comune, emettiamo i ruoli per riscuotere, ma non riusciamo mai ad ottenere il pagamento da parte di tutti i cittadini: a volte riscuotiamo il 40 per cento, altre il 50, al massimo raggiungiamo il 60 per cento. In queste condizioni i debiti si accumulano e noi abbiamo già un passivo di oltre un milione di euro nei confronti della Sorical (la società Risorse idriche calabresi): non riusciamo a pagare e pur avendo predisposto un piano di rientro, non siamo riusciti a rispettarlo. In questa situazione così difficile come facciamo a dire al sindaco Lanzetta di restare, di non dimettersi? Noi comunque faremo le nostre richieste, dicendo che vogliamo innanzi tutto più concretezza, poi sarà lo Stato a doverci dire in che termini può aiutarci».

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