Un nuovo santuario in Tanzania diventerà meta di pellegrinaggio

Stanno per iniziare i lavori per la costruzione della chiesa che si ergerà sul lago Vittoria, dove nel 1895 sono stati uccisi i sacerdoti missionari Padri Bianchi. Intervista a padre Enock Leopold, ideatore del progetto.
A Mwiboma, in Tanzania, verrà costruito un santuario, meta di pellegrinaggio, affacciato sul lago Vittoria. Foto ceduta da don Enock Leopold.

Il lago Vittoria in Tanzania è il più grande lago del continente africano. Al suo interno si trova il distretto di Ukerewe, composto da 27 isole. Nel villaggio di Hamuyebe, più precisamente a Mwiboma, inizieranno a maggio i lavori di costruzione di un santuario mariano dedicato ai Missionari d’Africa, conosciuti anche come Padri Bianchi.

I sacerdoti erano arrivati all’isola nel 1895 e avevano comprato il terreno per stabilirvi un centro di formazione dei catecumeni. Scambiati per dei trafficanti di schiavi, il governo del tempo diede ordine di ucciderli. Oltre 30 persone persero la vita, chi riuscì a salvarsi fuggì in Uganda. La popolazione locale ritenne la terra maledetta e la zona venne abbandonata.

Dopo 100 anni dall’attacco, durante la celebrazione del centenario dell’arrivo del cristianesimo in Tanzania, Mwiboma è stata benedetta e vi è stata collocata una croce, unico segno religioso della zona. Da allora, migliaia di pellegrini vi si recano per pregare e chiedere delle grazie.

Il progetto del santuario ha preso forma nel 2022, quando il sacerdote tanzaniano don Enock Leopold si è rivolto alla Fondazione Ad Gentes dell’arcidiocesi di Valencia per chiedere un sostegno economico per avviare i lavori. L’iniziativa è stata accolta e padre Enock rientrerà in Tanzania a maggio 2024 per porre la prima pietra della nuova chiesa.

Il sacerdote è nato a Bukoba, in Tanzania. Ha 37 anni ed è stato ordinato nel 2020 nella diocesi di Bunda, dopo essersi laureato in Teologia biblica all’Università di Navarra. Dal 2022 vive a Valencia, dove ha svolto la sua tesi di dottorato sul tema del lavoro umano nel fondamento biblico e dove è cappellano dell’Ospedale Clinico Universitario. L’abbiamo intervistato per conoscere più a fondo le motivazioni che l’hanno spinto a progettare il santuario sul lago Vittoria.

Don Enock Leopold parla ad un gruppo di fedeli a Mwiboma, Tanzania, nel luogo dove verrà costruito un santuario in memoria dei Padri Bianchi. Foto di don Enock Leopold.

Come nasce nel suo cuore l’idea del santuario?
Il progetto nasce in me nel 2012, quando partecipo al pellegrinaggio annuale che la diocesi di Bunda organizza ogni 15 agosto, nella festa dell’Assunzione di Maria. Arrivato a Mwiboma vedo che la zona è completamente spoglia e penso a cosa fare per le migliaia di pellegrini che vi si recano e partecipano alla celebrazione eucaristica a cielo aperto. Comincio allora a disegnare i piani per un santuario. Per molti anni custodisco nel cuore questo desiderio e nel 2018 capisco che insieme alla chiesa ci vorranno una cappella per l’adorazione perpetua e un centro di formazione professionale alla dottrina della fede cattolica.

Come capisce che è un’ispirazione che viene da Dio?
All’inizio pensavo fosse cosa mia, ma quando inizio a condividere l’idea con altre persone e anche loro la sposano comprendo che è Dio che me lo sta chiedendo. Un giorno, mentre lavoravo in ospedale, ho incontrato una signora che organizzava un pellegrinaggio e che mi ha rivolto delle parole molto concrete: «Padre, la Madonna ti ha appena invitato a Medjugorje». Così ci sono andato nell’aprile 2023, non c’ero mai stato prima. Quando sono arrivato non ci potevo credere… Già dalla porta del tempio ho visto tutto quello che avevo progettato per il santuario in Tanzania: una piccola chiesa con un altare in una spianata per celebrare in massa l’Eucaristia.

Da lì è tornata l’inquietudine di comunicare ad altri il progetto e ho iniziato a farlo con molto interesse. Quando sono rientrato mi sentivo totalmente nuovo, nella mia vita spirituale e nella relazione con la Vergine Maria. È stato come rinnovare il mio impegno sacerdotale e la mia dedizione a Dio e agli uomini. Quando ho fatto vedere i piani al vescovo della diocesi di Bunda, don Simon Chibuga Masondole, lui ha firmato il progetto e mi ha concesso la donazione del terreno, nominandomi direttore del futuro centro di spiritualità. Oggi vedo che il santuario è una necessità e che Dio l’ha benedetto.

Nel 1995 Mwiboma è stata benedetta e vi è stata deposta questa croce. Foto di don Enock Leopold.

Com’è la zona in cui si avvierà la costruzione del santuario e in che modo potrà trarne beneficio?
Si tratta di un villaggio molto piccolo, abbastanza isolato dalle attività umane dovuto all’abbandono della zona, che ha all’incirca 85 ettari e 500 mila abitanti, la maggior parte dei quali agricoltori e pescatori. Al momento non c’è estrazione di acqua potabile, per cui il progetto prevede anche la costruzione di un pozzo. Avremo bisogno dell’elettricità, che ad oggi si trova ad 1 km di distanza, e pensiamo all’istallazione di pannelli solari in alternativa alla corrente elettrica.

Se il centro inizierà a funzionare avrà un impatto sociale, favorirà la creazione di posti di lavoro e l’acquisizione di competenze per la vita da parte dei giovani… Risponderà a numerosi bisogni e non solo a quelli legati alla fede.

Quali altre istallazioni sono previste?
Quest’area è molto importante per l’evangelizzazione di tutto il Paese, perché è il primo luogo in cui sono arrivati i Padri Bianchi. Grazie a loro la fede è stata ampiamente trasmessa e quasi il 70% della popolazione è cattolica. Manca però la formazione cristiana, a cui vogliamo dare risposta con la creazione del centro. Oltre al santuario, che si affaccerà sul lago e avrà una capienza per più di 400 persone, occorrerà costruire degli alloggi per accogliere i pellegrini.

La cappella per l’adorazione perpetua è imprescindibile e ricorda il lavoro dei Missionari d’Africa, i quali hanno portato Gesù in questa terra e hanno perso la vita per l’evangelizzazione. Mi auguro che attraverso le preghiere e i pellegrinaggi questi martiri divengano più conosciuti nella Chiesa e un giorno vengano dichiarati Servi di Dio. Al momento non ci sono informazioni dettagliate sulla loro identità, ma alcune testimonianze raccontano il massacro e sono stati ritrovati dei manoscritti, valigette e stivali appartenenti ai Padri Bianchi che vorremmo esporre all’interno di un museo dedicato. Sta andando tutto così bene che penso siano proprio loro a vegliare sul progetto dal Cielo, e questo mi incoraggia a impegnarmi ancora di più affinché quest’opera si realizzi, per la gloria di Dio e in favore degli uomini, soprattutto del popolo tanzaniano.

Quali sono le maggiori difficoltà da superare e come si può collaborare al progetto?
La principale difficoltà sta nel trovare dei fondi per finanziare il progetto. Attualmente raccogliamo le donazioni attraverso la Fondazione Ad Gentes, un’ong della Chiesa valenciana che funge da canale di solidarietà e finanzia progetti di azione sociale e pastorale in tutto il mondo.

Al momento abbiamo raccolto 20 mila euro, ma ne servono circa 150 mila per costruire il santuario. Chi desideri di contribuire economicamente al progetto può farlo attraverso un bonifico bancario o dal sito web di Ad Gentes cliccando sulla voce “Dono alla mia Chiesa”.

A parte le donazioni economiche ci servono le preghiere e il supporto spirituale, e ogni idea o suggerimento riguardante la creazione del centro di spiritualità è benvenuta. Vi invitiamo inoltre a pellegrinare in Tanzania, vi riceveremo a braccia aperte!

Per ulteriori informazioni è possibile chiamare il numero +34 963 922 412 o scrivere una mail a adgentes@fundacionadgentes.org. Inoltre, è possibile contattare padre Enock Leopold all’indirizzo di posta elettronica ruthaenock@gmail.com.

Don Enock Leopold durante una adorazione eucaristica con un gruppo di giovani a Mwiboma, in Tanzania. Foto di don Enock Leopold.

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