Un nuovo ospite

Era una bellissima mattina di sole: domenica. Tina adorava la domenica, la aspettava per tutta la settimana con impaziente entusiasmo. Si svegliava presto per dare il buongiorno ai suoi genitori, infilandosi sotto le coperte in mezzo a loro. Era l’unico giorno della settimana “senza orologio”, come diceva il suo papà. Corse svelta nella camera da letto della mamma, pronta a tuffarsi nel lettone, ma trovò la sua mamma in lacrime. Le venne allora in mente che quella domenica era la prima senza il suo papà. La mamma le aveva detto che era andato in cielo, vicino ai nonni, che Tina non aveva mai conosciuto. “Non essere triste, mamma – le aveva detto affondando il viso tra le sue braccia -, se papà è in cielo. È grazie a lui che c’è questo sole bellissimo. Guarda, mamma, il cielo è blu e senza nuvole. Tina e il suo papà si regalavano lunghe passeggiate la domenica, scegliendo il percorso più assolato d’inverno e il più riparato d’estate. Ricordava l’ultima passeggiata con molta chiarezza: un mesetto prima, con qualche albero ancora innevato e il sole alle loro spalle. Si erano seduti su una panca, al parco, e il suo papà l’aveva messa a sedere sulle ginocchia, come faceva spesso. “Tina, a volte capita di dover affrontare qualche difficoltà, di sentirsi soli e di avere paura. Sono ammalato, piccola mia. È qualcosa di più grave della tosse che avevi la scorsa settimana o del mal di testa che a volte ha la mamma. “È una malattia che non sempre si cura con lo sciroppo giusto. “La mamma ed io siamo d’accordo di essere pazienti ed ottimisti, ma ci serve anche il tuo aiuto. Sei dei nostri, vero?”. Tina lo aveva stretto forte forte, senza capire bene il senso di quelle parole. Era al sicuro col suo papà ed era certa che tutto si sarebbe risolto. Qualche settimana dopo, nel cuore della notte, la sua mamma l’aveva svegliata, dolcemente e con tanta tenerezza, come sempre. L’aveva presa in braccio e messa a sedere sulle sue ginocchia. Con gli occhi lucidi e la voce tremante la teneva stretta a sé: “Amore mio, papà è partito per un luogo lontano dove non possiamo raggiungerlo. È un viaggio lungo, molto lungo, dal quale non si torna indietro. Questo luogo è il cielo, più in alto delle nuvole e delle stelle. È il paradiso, piccola mia. È lì che papà è ora. Anche se non lo vedremo più, lui starà sempre con noi. Ce lo ha promesso e noi crediamo alle sue promesse, vero? Lo troveremo nel nostro cuore, sempre. Ci aspetta in ogni istante e ci è vicino più che mai. Abbiamo un nuovo ospite nel cuore, e lui consolerà ogni lacrima, vedrai”. Tina aveva stretto la sua mamma singhiozzando a lungo, fino ad addormentarsi di nuovo. Nel sogno, era per mano al suo papà, col sole alle spalle in una bellissima giornata invernale. Attraverso il viottolo che portava al parco, avevano raccolto foglie diverse giocando a riconoscerle. Lui poi l’aveva presa in braccio e, stringendola, le aveva sussurrato: “Tina, amore mio, ha ragione la mamma. Abiterò sempre nel tuo cuore e non vi lascerò mai. Quando sentirai la mia mancanza, guarda in alto, punta sempre lo sguardo verso il cielo. Io ci sarò”.

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