Un musical per Chiara Luce

Le pagine di diario della giovane di Sassello, pubblicate da Città Nuova diventano musica, canzoni e testimonianze. Attori, un gruppo di giovani abruzzesi.  
Io ho tutto

Hanno tra i 16 e 25 anni, non sono attori professionisti, né pensavano che dopo un campo estivo vicino Teramo avrebbero calcato il palcoscenico per raccontare in musica la storia di Chiara Luce Badano, prossima beata il 25 settembre prossimo. Fatale è stato l’incontro con il suo diario, riportato da Michele Zanzucchi nel libro Io ho tutto edito da Città nuova e letto voracemente o a piccoli brani dai giovani provenienti da varie città della diocesi di Teramo.

 

«Perché una ragazza apparentemente normale è riuscita a scardinare le porte del cielo» si chiede il ragazzo entrato in scena con uno zaino e con in mano il libro Io ho tutto.«Come ha potuto rifiutare la morfina per lenire i dolori delle metastasi perché voleva offrire qualcosa?». «Questi interrogativi sono quelli che anche alcuni di noi si sono posti durante il campo estivo dei giovani del movimento diocesano, una diramazione del movimento dei focolari», mi spiega Gloria. Il tema scelto per quei giorni era proprio la santità e Chiara Luce prossima beata poteva essere «una testimonianza di quei santi non da catalogo come scriveva l’Abbe Pierre, ma che incontri nella vita di tutti i giorni».

 

«Della storia di Chiara Luce mi ha colpito molto la parola insieme». Alessandro è uno dei chitarristi del gruppo. «Sarebbe impossibile affrontare una situazione così difficile da soli. Lei ha avuto accanto a se tanti. Quindi si può fare quello che lei ha fatto, ma non in solitaria».«Mi sono ritrovata in tante delle cose che Chiara Luce pensa – racconta Giulia, protagonista del musical e voce di Chiara Luce stessa sulla scena-. Il coprifuoco dei genitori, le confidenze alle amiche, le scelte importanti. Succede anche a me. Non ho finito di leggere il suo libro: è intenso e va capito poco a poco, deve entrarti dentro a gocce»

 

Queste testimonianze sono incluse in alcuni frame dello spettacolo che per circa un’ora alterna canti, dialoghi, pezzi video in cui si ricostruiscono episodi di vita della giovane di Sassello, morta a 18 anni, per un tumore. Sul palcoscenico si alternano i suoi sogni, i fallimenti a scuola, gli innamoramenti, ma anche le scelte di vivere per Dio e per gli altri. Ci sono anche le prove e poi l’annuncio della malattia, i lunghi minuti di silenzio in cui sceglie consapevolmente di percorrere questa strada fino in fondo, con la sola certezza che Dio avrebbe guidato tutto.

 

A Mario, professionista del teatro è affidata la lettura dei momenti intimi dell’anima di Chiara Luce. La sala è avvolta da queste parole e quasi si trasferisce in quella stanzetta da cui Chiara guardava il mondo e si preparava all’incontro più importante della vita. Pur acerbo in alcuni passaggi, anche per la velocità di allestimento e messa in scena, il musical riesce a catturare gli spettatori perché sa raccontare, porre interrogativi, suscitare riflessione e commozione.

 

«Noi non siamo artisti abituati a calcare le scena, tranne qualcuno – mi spiega Gloria, supporter del gruppo. Volevamo trovare un modo diretto per arrivare ai giovani e questo ci è sembrato il modo migliore. Chiara Luce ha vissuto per amare ed è arrivata a tanti. Anche noi abbiamo messo in scena questo musical, semplice, ma curato perché vogliamo che arrivi a tutti quelli che lo vedranno quest’amore».

 

L’esordio è stato in Abruzzo a fine luglio durante alcune manifestazioni estive organizzate dal movimento dei focolari alla presenza di circa 900 persone provenienti da varie province laziali e abruzzesi. Intanto fioccano richieste e appuntamenti in varie città perché questa storia non può restare sconosciuta e perché Chiara Luce può far cantare alla Vita ancora tanti.

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