Un mese per l’Africa

Dai Castelli romani un progetto di cooperazione e solidarietà per consentire agli africani di promuovere uno sviluppo che punti sui valori della loro terra, senza sfruttamenti né devastazioni
L'Africa al centro

L’Africa è stata proclamata da Benedetto XVI «polmone spirituale del mondo». Non troppo intaccata, se non nelle grandi città, nella sua cultura di vita dalla globalizzazione “sbagliata”, sfruttatrice e malata di egoismo, l’Africa resiste caparbiamente nei suoi valori comunitari. Le tantissime cooperative che sono nate, l’economia informale di sussistenza che c’è, la creatività di stili di vita comunitaria intramontabili ci danno il senso della loro speranza: l’Africa si è alzata in piedi (Sinodo dei vescovi africani) e cammina coi piedi delle donne, che meritano tutte il Nobel per la pace, e con il sogno dei loro bambini e giovani.

Proprio l'Africa è protagonista di un'iniziativa che parte dai Castelli romani, per promuovere una cooperazione fraterna tra il vecchio protagonisti, qualche settimana fa, di "Insieme per l’Europa", è nato il “Mese dell’Africa”, che si è svolto in sette comuni dei Castelli romani, sensibilizzando le cittadinanze, le scuole, le piazze, perché il grido promosso dai tamburi di pace scuota tutti. 
 
«Ai comuni partecipanti è stato proposto il Bilancio solidale obiettivo 8 – ci dice don Franco, della comunità di Capodarco – per far sentire viva e protagonista concretamente l’Africa. Il “sì” alla solidarietà, proclamato dalla piazza di Frascati, in occasione di "Insieme per l'Europa", vuol dire anche cambiare il sistema, ripartendo dai valori umani dimenticati. Questo “sì” sarà espresso negli altri sì: alla vita che continua a risorgere, alla famiglia educante al servizio, alle opere di pace e di fraternità e non di armi, all’economia diversa, al rispetto della natura, alla legalità e alla giustizia».
 
Molti giovani dei Castelli hanno accolto l’invito coinvolgendo i cittadini in un programma che si articolerà in tante iniziative che saranno illustrate città per città, coinvolgendo soprattutto i giovani. Nasceranno progetti di condivisione, ma soprattutto una nuova cultura che sul piano locale vuol dire creare una società comunitaria e rilanciare l'assistenza sociale con e nella solidarietà di tutti i cittadini per creare un vero welfare comunitario.
 
«È il valore del “glocale” che con questo programma si manifesta in un piccolo laboratorio – incalza il fondatore di Capodarco –, rendendo permanente lo scambio tra il Nord e il Sud. La presenza degli immigrati tra noi deve essere valorizzata per cambiare la nostra cultura un po’ ripiegata e chiusa. Oltre ai giovani del Maejt si uniranno anche giovani africani che sono qui per studiare o lavorare».
 
I giovani italiani saranno invitati alla grande manifestazione che si svolgerà ad ottobre del Maejt in Costa d’Avorio, al nono incontro internazionale nel corso del quale i giovani africani diranno con i loro “12 diritti i progressi che stanno facendo. Uno dei loro diritti è rimanere nei loro villaggi. Rispetto a ciò vi è anche l’impegno scaturito da "Insieme per l’Europa" per far sì che la loro cultura di origine resista e si sviluppi dalla campagna alle città. Il progetto dell’agricoltura sociale che si sta portando avanti a livello nazionale, partito proprio qui dai Castelli, deve essere ora il grande obiettivo di cooperazione.
 
Per far sì che questo progetto coinvolga non solo movimenti e associazioni, definiti minoranze profetiche dall’economista Luigino Bruni, ma anche le istituzioni, è stato consegnato dal sindaco di Rocca di Papa, Pasquale Boccia, a Bruxelles, nelle mani del ministro per la Cooperazione del governo italiano Andrea Riccardi, il messaggio dei giovani africani e italiani.
 
In questo messaggio si legge: «Siamo sinceri: chiediamo all'Europa di non negare un passato, ancora presente, in cui lo sfruttamento dell’uomo e della natura ha prevalso e continua a devastare. Noi cerchiamo di rispondere ed agire per questo. (…) Vogliamo uno sviluppo secondo i nostri valori che sono il coraggio, la solidarietà e l'amore al prossimo. Sappiamo che ci sono problemi. La crisi politico-economica ti avvolge, ti fa sentire sola e abbandonata, anche nel vostro benessere. La vera ricchezza viene dal cuore».
 
 

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