Un kart senza barriere

Mattia Cattapan è un motociclista, oggi atleta disabile e fondatore dell’associazione CROSSabili, nata per offrire alle persone con disabilità la possibilità di praticare sport e condividere esperienze.
Mattia Cattapan, motociclista.

Un motore al posto del cuore messo al servizio dei più deboli. Mattia Cattapan, padovano di Asolo, è l’esempio di chi ha reagito con determinazione agli imprevisti della vita senza rinunciare alla passione per il motocross. A 16 anni già la sua carriera sportiva era ricca di vittorie importanti e titoli mondiali fino al 3 marzo del 2013, in un dannato incidente durante una gara di enduro country a Sacile (Pordenone) in Friuli-Venezia Giulia, in cui perse il controllo della sua moto e fu sbalzato in aria.

Prima un salto della morte e dopo un tragico urto sul terreno che gli provocò irrimediabilmente la lesione del midollo spinale e la conseguente paraplegia. «Dieci giorni in terapia intensiva, 8 mesi di riabilitazione prima a Vicenza e poi a Milano. In seguito all’incidente mi sono sentito abbandonato a me stesso, ma ho cercato di dare un senso a quanto mi era successo. Dopo tre anni da disabile, ho ripreso ad inseguire i miei sogni e ritornare a correre», racconta Mattia. Da quel giorno la sedia a rotelle è diventata la sua compagna di vita, ma anche di nuove avventure. «Psicologicamente è stato difficile, perché all’inizio vestirsi, spogliarsi o farsi la doccia sono tutte azioni da reimparare come se si fosse tornati bambini. Devi lavorare prima di tutto su te stesso», spiega.

Oggi, a 33 anni, il suo messaggio è diretto ai giovani, perché con la giusta dose di determinazione è possibile trasformare le tragedie in grandi opportunità. Dopo la convalescenza, infatti, Mattia ha partecipato alle Mille Miglia 2020, con cui ha anche portato avanti il progetto Disabilità senza barriere, guidando l’auto di Clay Regazzoni, già costretto sulla sedia a rotelle a causa di un incidente in Formula 1 e pioniere della corsa per il mondo della disabilità. Si è anche esibito all’Arena 58 di Misano in occasione del gran premio di Moto Gp, dove ha potuto incontrare il suo idolo Valentino Rossi.

Grinta, coraggio e tenacia sono stati gli ingredienti per le sue vittorie ed è diventato il primo atleta disabile capace di gareggiare contro normodotati nella categoria kart cross. «Le passioni non muoiono mai, neanche nelle persone con disabilità. Rimane sempre vivo il bisogno di sentirsi liberi e della scarica adrenalinica. Andare in moto per le persone disabili è possibile, ma non in completa autonomia. Le carrozzine non sono, infatti, adeguate a sostenere forti sollecitazioni durante le gare», chiarisce Mattia.

Nel 2020, al primo giorno di apertura delle regioni dal lockdown, l’atleta ha partecipato ad un evento benefico ed è stato allora che ha deciso di unire 4 aziende, per creare e assemblare da zero un mezzo idoneo e sicuro per i ragazzi disabili, partendo dai pezzi che si trovano in commercio. È nata così la sua E-Motion-Drive, un mezzo speciale per regalare ai motociclisti disabili la possibilità di impennare liberamente. Si tratta di un monoposto con motore 100% elettrico, che lui stesso ha definito ironicamente “la moto per persone sedute”, in grado di raggiungere una velocità massima di 130 km/h. «Questo perché volevo tornare ad impennare come facevo quando stavo in piedi. Ora mi sento di valere il 200% rispetto a prima – sottolinea Mattia –. Mi sono rimboccato le maniche e ho scoperto il vero sapore della vita. Economicamente è stata molto dura, tra pensione e invalidità non arrivo a mille euro, esistono i disabili di serie A e B, io mi sono ritrovato in serie B». Il suo veicolo ha avuto un enorme successo ed è stato anche presentato al Motor Bike Expo di Verona: «Per adesso è solo un prototipo. Il mio obiettivo è trovare aziende che vogliano investire per produrne almeno una quindicina, donandole poi a tutti i piloti disabili, per poter dar vita a un vero e proprio campionato».

Dopo il successo di E-motion, il giovane centauro non si è scoraggiato ed è nato un importante progetto solidale: la fondazione di CROSSabili, un’associazione non profit, autofinanziata con i proventi delle sue vittorie, che offre alle persone con disabilità la possibilità di praticare sport e condividere esperienze. Il motto dell’associazione è concentrarsi sull’anima delle persone più che sulle loro abilità ed è rivolta a ragazzi “speciali”, con una serie di attività, finalizzate all’inclusione, condivisione e sport. Per spiegare il connubio tra disabilità e attività motoria, i volontari di CROSSabili organizzano numerosi incontri nei centri diurni, scuole e parrocchie, ma è Mattia in persona a recarsi nei reparti oncologici pediatrici per portare una parola di speranza attraverso il racconto della sua rinascita e donando grande ottimismo a chi lo ha perso. «Negli ospedali devi metterti la maschera, chiudere il cuore e portare il sorriso, io spiego soltanto che i limiti sono solo nella mente».

La sua associazione è diventata una famiglia, un punto di riferimento per chi desidera condividere l’amore per lo sport. I bambini lo ascoltano con molta attenzione, affascinati dal rombo di quelle moto che percorrono i freddi corridoi degli ospedali. Con l’iniziativa denominata Sorrisi in corsia, Mattia porta infatti carrozzine elettriche e motociclette ai piccoli pazienti che stanno combattendo una dura battaglia, infondendo entusiasmo e sicurezza per continuare a credere nelle proprie passioni. Con il progetto Moto-Buggy, i piccoli atleti possono salire a bordo di un buggy, un fuoristrada scoperto, per vivere con un pizzico di adrenalina in più anche un momento da sogno. Inoltre, grazie ai percorsi formativi rivolti a insegnanti e alunni, CROSSabili cerca di sensibilizzare gli animi di coloro che vogliono migliorare l’inclusione nel mondo scolastico, rendendo partecipi soprattutto i ragazzi normodotati delle difficoltà affrontate quotidianamente da una persona disabile.

Ora Mattia pensa alla realizzazione di nuovi dispositivi, come una macchina biposto per poter gareggiare con un’altra persona con disabilità al suo fianco, ma tra gli obiettivi del 2022, ce n’è un altro molto più personale: «Il mio obiettivo è entrare nel Guinness World of Record con la E-Motion-Drive; ciò avrebbe un grande significato sia per me che per tutti quelli come me, le persone più vulnerabili. Vorrei raggiungere i 150-160km/h e realizzare il record delle impennate, ovvero la mia più grande soddisfazione. Vorrei dimostrare che si può volare in alto», confessa. Reagire alla sofferenza si può, prima di tutto con il sorriso, dimostrando che a volte il dolore può trasformarsi in voglia di riscatto e condivisione.

 

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