Un futuro più equo per tutti

Si è conclusa nei giorni scorsi a Firenze la mostra convegno Terra futura, giunta alla decima edizione, che riunisce persone, reti, progetti, idee e investimenti per costruire un futuro più sostenibile e un mondo più rispettoso ed economicamente più giusto per tutti i suoi abitanti
Terra Futura

Si è conclusa domenica 19 maggio alla Fortezza da Basso di Firenze, riportando numeri ancora una volta significativi, la decima edizione del fine settimana di Terra Futura, la mostra-convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

L’organizzazione ha registrato 87 mila presenze, ripartite fra operatori del settore, rappresentanti di associazioni, del no profit e di enti pubblici o imprese, ma anche di cittadini e studenti. Una mostra-convegno ormai parte integrante dello scenario fieristico fiorentino, in grado di assemblare oltre 500 aree espositive e invitare a 210 appuntamenti culturali, offrendo gli interventi di oltre 800 relatori.

Emblematica la partecipazione di 105 realtà partecipanti dedicate al green&social business, che hanno offerto ben 520 incontri nella configurazione di una "Borsa delle imprese responsabili". «Un laboratorio dove si sperimentano soluzioni per l'autonomia dei giovani, per il sostegno a sistemi produttivi di filiera corta, e ancora progetti per l'abitare sostenibile e di coesione sociale, interventi di microcredito per le famiglie e le nuove imprese», per usare le espressioni del presidente regionale Enrico Rossi.

Un mosaico di prospettive innovatrici, nel campo dell’ingegneria, dell’abbigliamento, dell’arredamento, ma anche in quello attinente il turismo e la finanza; aggirarsi per gli stand della Fortezza da Basso consente ancora una volta di approcciare sistemi produttivi di filiera corta e progetti per l'abitare sostenibile o di coesione sociale, ma anche preziosi modelli di editoria ed enogastronomia. Progetti e sapori, odori e opportunità innovative hanno composto il quadro dell'iniziativa, che quest’anno è stata arricchita e impreziosita anche dall’assemblea annuale dei soci di Banca Popolare Etica, istituto in grado di sintetizzare da 15 anni le aspirazioni di movimenti e associazioni laiche e cattoliche orientate a un uso etico e sostenibile del risparmio, nonché ad alimentare processi di finanza responsabile.

«Terra Futura – ha dichiarato Ugo Biggeri, presidente di Banca Popolare Etica, partner dell’iniziativa – ha sollecitato riflessioni ed alimentato un dibattito culturale tanto vivo da essere preso a modello anche altrove in Italia». La cornice di Terra Futura ha espresso un contesto coerente con la visione prospettica di Banca Etica, in occasione dell’assemblea dei soci della quale, svoltasi sabato 18 maggio, non sono mancati richiami e sollecitazioni di ordine economico e finanziario. Il presidente Biggeri, confermato per il prossimo triennio dai soci votanti alle elezioni indette in questa tornata, ha esposto secondo il principio di totale trasparenza tutti i numeri, in clamorosa controtendenza, del 2012, che oggi contano per circa 37 mila soci in Italia: la raccolta di risparmio ammonta a 777,2 mln (+8,3 per cento sul 2011 contro una media di sistema di +3,4 per cento), il capitale sociale a 42,8 mln (+21,9 per cento sul 2011 contro una media di sistema pari a -1,9 per cento) e gli impieghi a 620,1 mln (+13,6 per cento sul 2011 contro una media di sistema di +1,1 per cento), per un utile di esercizio di 1.645.716 mln. Le sofferenze lorde si mantengono ampiamente sotto la media di sistema, registrando un 1,4 per cento in Banca Etica contro il 7,20 per cento della media di sistema.

3.845 i soci votanti (924 presenti fisicamente, 2921 per delega) che hanno rinnovato il Cda, composto da donne per oltre la metà e significativamente arricchitosi di un rappresentante dei nuovi soci arrivati dalla Spagna, prima frontiera internazionale di Banca Etica. Approvato il bilancio, i soci hanno avuto modo di valutare interventi e proposte inerenti l’attualità finanziaria, in occasione dei quali è stato fatto appello anche al «socio dormiente, Enrico Letta, detentore di tre azioni» con il quale il Cda si augura di avere al più presto un confronto rispetto a un modello bancario che ha concretizzato le aspirazioni di un compromesso storico radicato negli ideali di riportare risparmio e finanza al servizio dell’uomo.

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