Un evento di grazia: il 40° del Movimento delle religiose

Dal 24 al 27 marzo si è svolto un incontro internazionale delle religiose e consacrate di diverse congregazioni e istituti secolari, aderenti al Movimento dei Focolari, provenienti da varie parti del mondo, a 40 anni dal loro primo riconoscimento da parte di papa Paolo VI
Religiose Raduno del quarantesimo

Il 2011 porta un anniversario significativo per il Movimento delle religiose: festeggia 40 anni dalla storica udienza del 14 aprile 1971 in Piazza san Pietro con Paolo VI che, salutando un folto gruppo di religiose di diverse congregazioni e di vari paesi europei, le saluta chiamandole “Religiose aderenti al movimento dei Focolari”. Non manca la sua benedizione ed un augurio speciale.

 

Il battesimo del Papa

Ecco le sue parole: “Sappiamo che siete riunite proprio per essere vicino al focolare, cioè al Cuore del Signore, che è irradiante di carità e voi volete appunto andare alla scuola del Signore, al focolare del Signore, per riscaldare e infiammare i vostri cuori della carità del Signore. Vi benediciamo di cuore tutte, le vostre singole Famiglie religiose e soprattutto questo proposito di portare nei vostri istituti la fiamma ardente dell’Amore e della carità di Cristo. Dio vi benedica!”.

 

La gioia delle religiose è immensa. Subito Chiara Lubich, scrive alle presenti al convegno una lettera. Eccone uno stralcio: “Ho goduto con loro per più cose: innanzi tutto perché con questo convegno si è dato inizio ufficiale e pubblico al Movimento delle religiose ‘aderenti al Movimento dei Focolari’ come le ha definite il Papa.

Poi perché questa nascita ha avuto mercoledì all’udienza, la più alta benedizione che sulla terra si possa immaginare dopo quella di Gesù: il battesimo del Papa.

Infine perché ho constatato per esperienza che, quando si mette in pratica anche una sola parola del Vicario di Cristo, questa ha una grazia speciale: fruttifica al massimo.

 

Ora siccome Paolo VI le ha esortate a portare il fuoco dell’ideale nelle loro rispettive Congregazioni o negli Ordini, se loro fermamente crederanno- come Maria credette – le loro famiglie religiose ad una ad una si trasformeranno, diventando dovunque cenacoli ardenti della carità di Cristo con conseguenze che nemmeno possiamo immaginare: cristianizzazione degli ambienti in cui vive ogni famiglie, conversioni, vocazioni a ciascun ordine, rinnovamento della società per mezzo delle scuole, degli ospedali, degli orfanotrofi, di ogni opera di bene che Dio, attraverso la loro fondatrice o il loro fondatore, ha suscitato. Insomma, carissime sorelle, sarà un incendio…

Maria si è aggregata all’Opera di Maria coloro che più le somigliano perché donne, perché vergini, perché madri di Cristo in molti fratelli ed ora, con l’Ideale, madri perché generatrici di Gesù presente spiritualmente fra loro, nelle loro case, nel loro Ordine ed anche fra tutti gli Ordini…

Sì, sarà un invasione di amore nella Chiesa e nel mondo, perché è proprio attraverso le creature più deboli che Dio opera cose più grandi…

 

Restiamo unitissime, anche se fisicamente lontane, diamo a Maria la gioia di rivedersi almeno un po’ in ciascuna di noi. Nel Suo Cuore Immacolato, Chiara”.

Sono parole di sapienza che sono rimaste nel cuore delle religiose presenti e che sono state fatte conoscere via via in questi anni. Esprimono la stima e l’amore di Chiara per tutta la vita consacrata, la sua intuizione per noi donne consacrate di essere Maria, affinché Ella stessa si riveda in ognuna di noi. Non solo. Molte di noi, rimanendo fedeli all’ideale dell’unità, in questi decenni hanno visto avverarsi nelle proprie Famiglie religiose gli effetti che Chiara ci aveva indicato.

 

Più tardi, per il nostro 25°, Giovanni Paolo II, salutandoci all’udienza in Piazza san Pietro il 17 aprile 1996, ci diede una consegna a cui abbiamo cercato di rispondere negli anni successivi: “Porgo il cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ad un folto gruppo di Religiose, aderenti al Movimento dei Focolari, convenute da tutti i continenti. Care sorelle, la spiritualità di comunione che l’opera di maria promuove e coltiva, costituisce una dimensione essenziale della vita cristiana. Vi incoraggio a crescere in essa, a viverla nelle vostre comunità, nei diversi ambienti in cui operate”.

Per il nostro 40° abbiamo pensato di scrivere una lettera a Benedetto XVI per esprimere la nostra unità al suo magistero, la nostra preghiera e vicinanza. L’abbiamo ringraziato, a nome di tutte le religiose e consacrate, per quanto ha scritto sulla comunione, gli abbiamo espresso il nostro impegno per abbattere muri e costruire ponti e abbiamo chiesto la sua benedizione.

 

Dopo poco tempo è giunta la sua risposta molto gradita: “Per la felice circostanza del 40° anniversario di costituzione, il Sommo Pontefice ringrazia per il premuroso gesto, segno di comunione e di spirituale affetto, reso ancora più prezioso per l’assicurazione di costanti preghiere e, mentre invoca abbondanti doni celesti e la materna protezione della vergine maria sulla preziosa opera del Movimento dei Focolari a sostegno del cammino di unità dei credenti in Cristo, di cuore invia a lei e alle consorelle che seguono il carisma di Chiara Lubich e che si sono associate al filiale atto di omaggio, una speciale Benedizione Apostolica, estendendola volentieri alle Comunità religiose di appartenenza ed alle persone care”.

Nel nostro cuore è nato un sentimento di gratitudine per la Chiesa, perché in questi 40 anni attraverso i Pontefici ci ha indicato il nostro cammino. Come religiose, consacrate di istituti secolari e claustrali attraverso la nostra partecipazione all’esperienza ecclesiale dell’Opera di Maria, siamo divenute donne consacrate di comunione, abbiamo avuto un maggior amore alla nostra famiglia religiosa, essendo, come diceva Chiara “i nostri fondatrici o fondatori redivivi”.

 

Un altro dono molto apprezzato è stato il video messaggio di Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari, che nei giorni del convegno si trovava negli Stati Uniti. Ringraziando le religiose per la fedeltà all’Ideale, ricordando le tante che sono già in paradiso, ci ha lanciato tre sfide: la prima, quella del dialogo ad ogni livello; la seconda, quella di vivere la spiritualità di comunione; la terza, di seguire ognuna il cammino dei nostri fondatori per essere in unità con tutti.

 

Sappiamo che ogni anniversario porta grazie speciali ed è per questo che abbiamo voluto ricordare in modo semplice, ma profondo, il nostro 40°, ringraziando la Trinità per i doni ricevuti, per la sua fedeltà nel farci sperimentare la presenza del Figlio presente tra noi, per tutta l’Opera di Maria che ci ha sempre guardato ed accompagnato con delicatezza e sapienza come figlie di carismi. E la presenza dei primi focolarini e delle prime focolarine, come pure di alcuni responsabili centrali del Movimento dei Focolari hanno dimostrato tutto l’amore che hanno sempre avuto per le religiose.

 

Messaggi dal mondo

Nel pomeriggio la festa è stata seguita via internet in diversi punti di ascolto, permettendo a molte consacrate e monache di vivere in diretta ed in comunione ciò che si celebrava al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo.

Ecco una impressione da Porto Alegre: “Grazie per la splendida trasmissione del nostro 40° che ci ha fuso in uno, ci siamo sentite tutte insieme nella sala, nel cuore dell’Opera. Siamo state invase dalla luce del carisma e , nel ripercorrere la nostra storia, abbiamo provato un’immensa gioia e gratitudine a Chiara per aver generato una nuova generazione di consacrate che possono testimoniare la pienezza e la bellezza di questa vita.

 

Anche noi abbiamo sentito Gesù vivo più che mai tra noi. Il carisma dell’unità c’interpella ad essere autentiche fiamme dei nostri carismi, ma in comunione. È un vero cambiamento di mentalità alla quale noi per prime e tutta la Chiesa è chiamata a testimoniare e noi vogliamo rispondere a questa “ vocazione in più” alla quale Dio ci ha chiamate tramite Chiara. È nato spontaneamente in noi il desiderio di comunicare a molte altre sorelle ciò che abbiamo visto e vissuto in queste ore di Cielo. Già stiamo vedendo come realizzarlo. Rimaniamo unite in questa grande famiglia che ci fa uno”.

Inoltre, abbiamo proposto alle tante religiose, monache e consacrate, impossibilitate ad essere presenti, di celebrare il 40° secondo le loro possibilità nelle diverse zone del mondo.

 

Le prime a farlo sono state le religiose del Vietnam: “Oggi, 27 marzo, ci siamo trovate per il 40°. Eravamo 18 religiose di 8 congregazioni, giovani, superiore, maestre delle novizie. Abbiamo vissuto un profondo momento di comunione, ci siamo sentite tutte sorelle, impegnate a vivere per costruire sempre di più l’unità nella Chiesa. Abbiamo iniziato con il messaggio di Maria Voce, il tema di spiritualità sulla volontà di Dio, un po’ della nostra storia. La comunione veniva spontanea con tanta gioia”.

 

Da Recife: “Oggi riprendo con più serietà quello che ho conosciuto da piccola e continuo a vivere come religiosa. Voglio vivere con più serietà la comunione con Gesù crocifisso e abbandonato, come vera sposa e così avanzare con più entusiasmo verso la santità. Per me è stato molto forte vivere e rinnovare con le mie consorelle e approfondire di più gli insegnamenti dei nostri carismi. Chiara Lubich è per me un faro che mi porta all’incontro con il Padre”.

Dall’Australia: “Anche se siamo molto lontano e non possiamo partecipare agli incontri, siamo certe che viviamo al centro del Movimento. È proprio una grande forza per noi anche ai confini della terra”.

 

Da una giovane religiosa: “Questo 40° è l’inizio di quella avventura, che fa sì che il Movimento delle religiose renda più bella la Chiesa. Quante sfide personali e di questo mondo vengono a interpellare me consacrata, figlia sì di Dio, ma anche di questo tempo sempre più frammentato. Il rinnovamento parte proprio da quest’attimo, si ripete oggi 26 marzo 2011, ora! Il 40° non è solo memoria del passato, ma è vita che cresce e che sa guardare con realismo ai nostri insuccessi e conquiste; che dà senso al respirare e che lo trasforma in desiderio di Dio e voglia di unità. Sì, perché è di questo che abbiamo bisogno noi e l’umanità”.

 

Il nostro 40° continua nel tempo e ci lascia un rinnovato impegno nella chiamata all’unità. Crediamo che la testimonianza di ciascuna aprirà a tante altre religiose, soprattutto giovani, nuovi cammini di comunione e di fraternità. Con il nostro contributo di vita sperimenteremo con altri la realizzazione della sua Parola: “Che tutti siano uno perché il mondo creda”.

 

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