Un Euryanthe da sogno

Grande opera eroico-romantica in tre atti. Libretto di Helmina von Chezy, musica di C.M.von Weber. Cagliari, Teatro Lirico. Fatato. Il mondo che Pier Luigi Pizzi (regia, scene e costumi) ricrea sul palco cagliaritano tra visioni rosso sangue (il male) e oro (il bene) e luci affettuose sui costumi da Pisanello o dai de Limbourg, è quello del sogno e della fantasia. Col crisma del romanticismo puro, anno 1823: anime innocenti ingiustamente condannate, perseguitate da una coppia malefica, ma poi felicemente ricongiunte (l’immacolata Euryanthe e il nobile cavaliere Adolar); notturni cupi, draghi, manieri e fantasmi. E una natura ora selvaggia ora amica, sempre fascinosa ove un popolo semplice festeggia con danze e inneggia al Creatore. La trama è esile, ma la musica durante i tre atti non conosce un momento di calo. Weber inonda di una leggerezza che fa pensare a Mozart – ma non è Mozart – la vicenda eroico-fantastica, sulla scia del Franco cacciatore: elimina di fatto le forme chiuse per un continuum di grande efficacia teatrale, rinnova il tessuto orchestrale con soluzioni geniali (gli impasti dei clarinetti e degli ottoni, il canto degli archi). Ama i momenti descrittivi e i grandi ariosi, si affida ai leit motiv che piaceranno tanto a Wagner, e presenta un'”opera tedesca” (come contenuto e stile) che, pur nella varietà e variegabilità di melodie e colori, è fortemente unitaria. Cagliari, pronta alle riscoperte, l’ha proposta con una regia attenta al “bel gesto” melodrammatico, una concertazione affidata ad un direttore energico e puntuale come Gérard Korsten, cui ha risposto con la ricchezza di un suono pulito la giovane orchestra del teatro. Nutrito il cast: lo squillante Yikun Chung (Adolar), la generosa e delicata Elena Prokina (protagonista), Andreas Scheibner nel ruolo vertiginoso di Lysiart e l’intensa Jolana Fogasova come Eglantine (mirabile il duetto “italiano” con Euryanthe). Buona la partecipazione del coro diretto da Paolo Vero. Grande e meritato successo di pubblico per la riscoperta di una partitura incantata e drammatica, curata da un amoroso lavoro di équipe.

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