Un collegamento planetario

Il quarto giovedì di ogni mese, a mezzogiorno, Eli Folonari compone al telefono un numero da Rocca di Papa, e il suo pronto? riecheggia in tutto il mondo. È lei a coordinare il cosiddetto Collegamento del Movimento dei focolari, sicuramente la più vasta conferenza telefonica mondiale del nostro tempo. E tutto ciò ormai da 25 anni. Qualche cifra innanzitutto: sono 101 i numeri telefonici nei cinque continenti collegati tra di loro per circa un’ora. E da numerosi di questi partono altre conferenze telefoniche regionali, con almeno altri 271 numeri. La nota caratteristica di questo collegamento è che a nessun capo di questa grande rete si può trovare una sola persona con la cornetta in mano. Dappertutto, infatti, in ognuno di questi 101+271=372 posti, collegati ad ascoltare ci sono piccoli o grandi gruppi – da cinque a cinquecento persone per luogo -, che seguono la conversazione amplificata sempre con grande attenzione. Il numero complessivo dei partecipanti ad ognuna di queste telefonate senz’altro supera i 10 mila. Ciò che succede durante questo lasso di tempo telefonico è difficile da descrivere secondo le consuete categorie della comunicazione. Si dovrebbe dire che a incontrarsi è la famiglia focolarina; oppure, ancor meglio, il focolare mondiale. Di solito le persone legate al Movimento dei focolari si radunano regolarmente in piccoli gruppi o comunità, in cui avviene uno scambio – sempre nello spirito dell’amore evangelico – delle loro esperienze vissute cercando di realizzare la Parola di Dio; così si danno reciprocamente forza, condividono gioie e dolori. Tutto ciò, ma su ben altra scala, avviene anche nel collegamento mensile. Già l’appello con il quale vengono chiamate le varie città collegate è un evento a sé. Quando, ad esempio, viene nominata San Paolo, ecco che i tedeschi – come al solito assai riservati – quasi sempre vengono colti di sorpresa dall’esplosione di gioia che i brasiliani sono in grado di esprimeregià alle 8 del mattino. E nelle Filippine, dove invece alle 20 il sole è già tramontato, si gioisce per l’atmosfera di simpatica fibrillazione che – partendo ad esempio da Nairobi – passa attraverso le linee telefoniche fino al continente asiatico. Chiara Lubich stessa coglie l’occasione di questo appello planetario per creare tra le migliaia di persone collegate un atmosfera di vera famiglia. Conoscendo di persona i responsabili del movimento sparsi nei vari paesi, parla loro direttamente, chiede notizie dell’uno o dell’altra, soprattutto quando sa che qualcuno è malato; si informa sugli esiti di un viaggio in una comunità lontana; chiede informazioni sull’andamento di un’azione sociale appena iniziata … Insomma, è un modo affascinante di condividere l’esperienza tangibile di far parte di un unico corpo che vibra per le gioie e i dolori altrui da un capo all’altro della Terra. La fondatrice dei Focolari legge poi un pensiero spirituale che per tanti diventa programma di vita del mese. Chiara ha sempre sentito la responsabilità di portare le persone a Dio – spiega Eli Folonari riguardo a questa parte del Collegamento (vedi box 1) -. Per questo lei coglie questa opportunità per invitarci a fare altri passi nel nostro santo viaggio. Si tratta di impulsi brevi ma incisivi per approfondire il colloquio con Dio, per crescere nell’amore reciproco, per incarnare meglio la Parola di Dio; insomma una specie di bussola interiore, con la quale orientarsi (vedi box 2). Una terza, e non meno importante parte, è composta dalle notizie dei Focolari nel mondo. Anche questa crea e rinforza la comunione. Queste notizie, spiega la Folonari, sviluppano una specie di pedagogia della vita perchéaiutano ad andare al di là della propria – e magari difficile – situazione e a guardare l’insieme del movimento. L’inizio di tutto ciò in Svizzera, 25 anni fa. Le focolarine e i focolarini del posto desiderano festeggiare l’onomastico di Chiara, che sta trascorrendo un periodo di vacanza nelle montagne del Vallese. Vi era un’atmosfera speciale – ricorda Helmut Sievers, allora con Clara Squarzon responsabile del movimento in Svizzera -. Eravamo come una famiglia soprannaturale nella quale ognuno offre il meglio di sé per l’altro. Alla fine Chiara sollecita i suoi ospiti a non uscire da questo clima, a non lasciare che si spenga l’esperienza di questo unico focolare. E per far ciò propone di rimanere tutti in stretto e regolare contatto telefonico. Spetta a Eli Folonari, già allora stretta collaboratrice di Chiara, chiamare regolarmente nei giorni successivi tutti i focolari della Svizzera. Una impresa piuttosto ardua! È Clara Squarzon a offrire la soluzione: Perché non facciamo una conferenza telefonica? Clara aveva saputo che nelle banche svizzere si usava questa tecnologia per risparmiare il disagio e le spese che comportano le conferenze con partecipazione personale. Così – la sera del 14 agosto 1980 – è possibile realizzare in Svizzera il primo Collegamento focolarino. Il contagio era iniziato. Pochi giorni dopo venivano collegati anche i focolari di Milano e di Roma; e da allora l’estensione mondiale di questo nuovo mezzo di comunicazione non avrebbe avuto più freni. Tecnicamente era tutt’altro che semplice realizzare il progetto, non essendo una conferenza telefonica adatta né per un grande numero di partecipanti, né per una amplificazione via altoparlanti. Così all’inizio si dovevano ripetere diverse conferenze di seguito. E ci sarebbero voluti anni per mettere in piedi, là dove arrivava il collegamento, l’attrezzatura tecnica giusta per evitare disturbi di trasmissione. Solo dal 1990 in poi fu possibile fare un unico collegamento planetario.Nonostante la dimensione globale, non si perde mai di vista il gruppo locale che segue la telefonata. Infatti il collegamento telefonico è sempre inserito in un incontro improntato ad un analogo stile di condivisione della vita altrui secondo il vangelo, da parte dei vari membri del movimento: ragazzi, giovani, operai, sacerdoti, sposati… E siccome tanti non possono partecipare al collegamento originale, la stessa sera e nei giorni successivi a questo quarto giovedì del mese si susseguono altre 320 conferenze telefoniche regionali con i messaggi già tradotti nella propria lingua. Ad altri vengono portate o spedite delle registrazioni su audiocasetta oppure la trascrizione del testo tradotto. Non solo, ma una decina di giorni dopo il collegamento, nei centri più importanti del movimento arriva anche un videogiornale il quale, oltre alla registrazione video del collegamento fatta a Rocca di Papa, riporta le notizie corredate dei rispettivi filmati. È questo un mezzo che aiuta ad approfondire anche in maniera visiva le impressioni acustiche della telefonata. Va messo in rilievo un fatto sorprendente: da quando esiste questo collegamento telefonico, le spese sono state sempre coperte tramite donazioni. Questo intervento della provvidenza non è mancato neppure negli ulteriori sviluppi del collegamento: la trasmissione video in diretta via satellite. Da settembre 2003, membri del movimento in 12 centri – preferibilmente in posti lontani dell’Africa e dell’America Latina – possono non solo ascoltare ma anche vedere Eli Folonari e Chiara Lubich mentre sono in contatto telefonico con tutto il mondo. Cio è possibile grazie al progetto MediaSpace, promosso tra l’altro dall’Ente spaziale europeo (Esa). Scopo di questo progetto è quello di fornire ad Organizzazioni non-governative (Ong) di livello mondiale un accesso economico a servizi multimediali con l’uso anche di satelliti. Il collegamento focolarino era fino adesso oggetto di prova e perciò anche gratis. Fra poco si aggiungeranno altri 40 centri del movimento a questa nuova tecnologia, e vi sarà la possibilità di realizzare un collegamento video two-way, cioè di andata e ritorno. Allora Eli Folonari e Chiara Lubich potranno anche vedere dalla loro parte il giubilo dei brasiliani quando sentono le parole: Pronto, San Paolo?. N SANTO VIAGGIO Da uno dei primi pensieri spirituali di Chiara Lubich, trasmesso in collegamento telefonico, il 3 settembre 1981. Carissimi, Il motivo che mi spinge a rivolgere a voi è il desiderio di esaminare assieme la situazione in ordine alla nostra santificazione. In questi giorni una focolarina mi ha segnalato una bellissima frase dei Salmi: Beato l’uomo che pone la sua fiducia in te e decide nel suo cuore il santo viaggio. Il santo viaggio. Di che viaggio parla la Scrittura? Certamente dell’itinerario dell’uomo verso Dio, verso il Cielo. Dunque il viaggio della propria santificazione… Questa decisione d’iniziare il santo viaggio noi tutti l’abbiamo presa quando abbiamo aderito alla nostra vocazione… E allora? Siamo veramente incamminati, anche in questo momento, nel santo viaggio?… All’inizio dell’anno ’81 abbiamo preso con più coscienza questa decisione, sospinti dall’esempio di suor Maria Gabriella della Trappa… Fermiamoci un po’ e facciamo un breve consuntivo davanti a Dio solo, per la sua sola gloria. Ci sono stati dei risultati? Abbiamo migliorato nel fare, ad esempio, la volontà di Dio? nell’amore? nell’amore reciproco? nelle rinunce a noi stessi? nelle mortificazioni? insomma, nell’amore a Gesù Abbandonato? Se sì, ringraziamo Dio e avanti! Se no, ringraziamolo d’aver ancora la vita per rincominciare. E avanti! Vogliamo assolutamente gustare insieme la beatitudine de santo viaggio! UN CUOR SOLO E UN ANIMA SOLA Intervista a Eli Folonari, che fin dagli inizi coordina il collegamento telefonico mondiale del Movimento dei focolari. Si può dire che l’introduzione del collegamento 25 anni fa segni una nuova tappa per il movimento? In un certo senso sì, in un certo senso no. Fin dagli inizi del nostro movimento, quando abbiamo scoperto il testamento di Gesù – Che siano uno come io e te, Padre -, ogni mezzo per costruire l’unità è stato subito spontaneamente utilizzato: lettere circolari, ciclostilati come la Parola di Vita, piccoli notiziari.Appena possibile abbiamo usato – accanto al telefono – anche il magnetofono. Poi – negli anni Ottanta – abbiamo scoperto questa conferenza telefonica. Come movimento dell’unità abbiamo – secondo le nostre possibilità – usato quasi naturalmente sempre le vie di comunicazione le più efficaci. E ciò vale certamente anche per gli sviluppi in futuro.A dire la verità, io penso che Dio abbia mandato il carisma dell’unità proprio in un epoca in cui si può arrivare a tutti velocemente per poter vivere su ampia scala quell’essere un cuor solo e un anima sola che era tipico della primitiva comunità cristiana. Il collegamento comunica anche un pensiero spirituale di Chiara. Perché? Ciò che più ci unisce è la spiritualità. La spiritualità dell’unità è personale e collettiva insieme. Cioè è il cammino di ogni persona verso Dio, però è anche un cammino comunitario, in quanto siamo tutti legati tra di noi nel corpo mistico di Cristo, come dice san Paolo. Il pensiero spirituale di Chiara è proprio rivolto ad una crescita comunitaria e anche personale verso la realizzazione del disegno di Dio su di noi, come movimento e come persona. Chiara ha sempre sentito la responsabilità di portare le persone a Dio. Per questo lei coglie questa opportunità per invitarci a fare altri passi nel nostro santo viaggio. Quali sono gli effetti di questo strumento? Il primo effetto è mantenere l’unità all’interno del nostro vasto movimento: l’unità con la fonte del carisma che è Chiara, e l’unità fra di noi, che si crea partecipando alle gioie e anche ai dolori. In più, direi che questo collegamento porta ad una certa pedagogia della vita: se uno – personalmente o nella sua comunità – attraversa un periodo di difficoltà, sapendo che l’opera di Dio va avanti in un altro punto, si sente incoraggiato E infine questo collegamento ci trasmette in un modo particolare l’universalità del nostro movimento. Se tu parli contemporaneamente con qualcuno in Africa, nel Medio Oriente, in America del Sud o in Australia, allora ti rendi conto di cosa significhi impegnarsi per l’unità di tutti, che tutti sono chiamati al Regno di Dio.

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