Un clima che cambia

Una casa travolta da uno smottamento a Jamapara, nello Stato di Rio de Janeiro. Il 2010 è stato l’anno più caldo dal 1860 ad oggi.
Macerie di una casa

In Brasile le piogge, in varie occasioni già nel 2011, hanno provocato alluvioni e allagamenti con un migliaio di morti e ingenti danni. Il fenomeno non è casuale: l’aumento globale della temperatura provoca, tra i vari effetti, anche precipitazioni sempre più intense. Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale il 2010 è stato l’anno più caldo dal 1860, mentre i dieci anni più caldi si registrano a partire dal 1998. Pertanto è sempre più urgente che i governi prendano le misure adeguate per convivere al cambiamento climatico.

 

Un’urgenza che è in netto contrasto col modesto risultato ottenuto a Durban, in Sudafrica, durante la recente conferenza sul cambiamento climatico convocata dalle Nazioni Unite. Il rischio è alto, anche perché si continua ad estendere l’applicazione del protocollo di Kyoto in materia di emissioni contaminanti, che è assolutamente insufficiente, a partire dal fatto che i Paesi a più alto tasso di contaminazione non vi aderiscono. C’è di positivo che, anche se in modo frammentato e scoordinato, numerosi governi sono ormai sensibilizzati al tema, anche grazie alla pressione della società civile organizzata.   

 

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