Un chirurgo geniale

Mario M. Giordani, medico, intellettuale, artista. Un uomo che ha seguito la sua “missione”.
I fratelli Giordani

Scrivere della propria vita può essere un grande atto d’amore, se l’impegno vuole diventare un solenne ringraziamento verso coloro che ci hanno aiutato nel cammino verso la realizzazione personale e professionale. Così possiamo leggere gli Appunti di un chirurgo per vocazione, vergati da Mario Giordani, il quale avrebbe potuto facilmente autoproclamarsi un self made man, un uomo fattosi da solo, ma che in questo errore, tipico delle autobiografie più noiose, non è incorso. E la grandezza di questo celebre chirurgo noto in tutto il mondo, amante della libertà e dell’indipendenza, possiamo farla cominciare proprio da qui. Fra le pieghe della sua ricca autobiografia risalta il profilo di un uomo intelligente, dotato di talenti e di princìpi, che procede senza fare quei piccoli e grandi compromessi con le mode dominanti e i poteri forti che spesso sembrano necessari per conseguire il successo. È davvero la storia di una vocazione, cioè di una vita condotta a superare tutte le difficoltà burocratiche, politiche, di malcostume, per perseguire la propria missione.

 

La lettura del suo volume consente di entrare nello spirito di un’epoca, come il Ventesimo secolo, che il nostro autore attraversa tutto, vivendo da protagonista le sue fasi principali. Lo vediamo dunque immerso nelle vicende della “Giordania” – cioè la famiglia di origine, del papà Igino, della mamma Mya, dei fratelli Sergio, Brando e Bonizza –, lo vediamo coinvolto nelle azioni partigiane, poi impegnato nel dibattito culturale dei giovani del dopoguerra, e ancora avviato alla professione chirurgica, che vedrà Mario bruciare le tappe fino a raggiungerne i vertici. Fra Marino Laziale (dove è primario all’ospedale) e il Vietnam, fra Tivoli e il Sudafrica, passando per Roma, il Giappone, la Somalia, gli Usa, Mario ha modo di incontrare personalità prestigiose, di contribuire alla ricerca medico-scientifica d’avanguardia, di pubblicare libri e saggi di rilevanza internazionale, di fondare istituzioni mediche importanti. Dovessimo sinteticamente proporre un titolo capace di definire Mario M. Giordani, qualsiasi di quelli convenzionali gli starebbe stretto. Non solo un chirurgo, non solo un intellettuale. Forse potremmo dirlo un artista, uno di quelli che ci ricordano i grandi uomini rinascimentali, la cui sapienza dirompente riusciva a rompere gli artificiali steccati disciplinari incapaci di contenere la genialità.

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