Un altro mistero su Modigliani

L'artista livornese è di nuovo al centro di un dibattito su presunti falsi a lui attribuiti: questa volta al centro della diatriba è finito il Palazzo Ducale di Genova, con la chiusura anticipata della mostra a lui dedicata
"Ritratto di Maria" una delle opere attribuite a Amedeo Modigliani in mostra a Palazzo Ducale di Genova, su cui il critico d'arte Carlo Pepi ha sollevato dubbi sull'autenticità, 22 maggio 2017. ANSA/LUCA ZENNARO

«Quello che cerco non è né il reale né l’irreale, ma l’inconscio, il mistero instintivo della razza». Così diceva Modigliani, e a Palazzo Ducale a Genova “il mistero” pare sia stato proprio il filo conduttore della mostra a lui dedicata. Ventuno opere sequestrate, quasi la metà di quelle che facevano parte dell’esposizione, e chiusura anticipata di tre giorni.

È questo l’epilogo di una storia iniziata male e finita nel peggiore dei modi, nonostante i 10mila visitatori nei primi 10 giorni di esposizione, fino a raggiungere i quasi 100mila degli ultimi. Era stata inaugurata il 16 marzo e la chiusura era prevista per il 16 luglio, ma dopo poche settimane dall’apertura erano iniziate le diatribe riguardo a presunti falsi sollevato da un critico d’arte toscano. Ora la Procura di Genova ha emesso un decreto di sequestro di ventuno delle settanta opere esposte, finalizzato a una serie di rilievi scientifici. Verranno prelevati campioni delle opere di cui poi saranno analizzati i pigmenti per risalire alla datazione corretta dell’opera. I reati contestati ai tre indagati per i presunti falsi – tra cui  il curatore della mostra – sono falso di opere d’arte, truffa e ricettazione.

Sul caso la Fondazione Palazzo Ducale ha diffuso un comunicato dove spiega la presa d’atto della Procura di Genova, alla quale ha «fornito, come doveroso, la massima collaborazione. In conseguenza del procedimento in corso e indipendentemente dalle sue evoluzioni e da come si concluderà, Palazzo Ducale ha subito consistenti danni d’immagine e danni materiali e si configura esclusivamente come parte lesa. Inoltre Palazzo Ducale specifica di non avere organizzato direttamente la mostra, avendone commissionato la realizzazione e la selezione delle opere a un partner di prestigio nazionale e internazionale come MondoMostre Skira con cui, da anni, ha avviato una consolidata e importante collaborazione a partire dalle mostre Frida Kahlo Van Gogh Picasso. Capolavori dal Museo di Detroit, quarta mostra italiana per numero di visitatori nel 2016. MondoMostre Skira ha scelto un curatore, Rudy Chiappini, per oltre 20 anni direttore del Museo d’ Arte di Lugano, curatore riconosciuto di mostre di respiro internazionale anche su Modigliani, e mai in alcun modo discusso dalla comunità scientifica. – continua il comunicato – Per questo Palazzo Ducale ritiene di aver operato con i tradizionali criteri di prudenza e di attenzione sia con l’individuazione di un partner di grande esperienza internazionale (nei confronti del quale e del suo presidente Massimo Vitta Zelman, alla luce della positiva esperienza maturata negli anni, non può che esprimere piena fiducia) sia accettando una curatela scientificamente riconosciuta. Palazzo Ducale conferma la propria fiducia nella magistratura e si riserva di tutelare in ogni sede i propri diritti e la propria immagine. Palazzo Ducale, a fronte degli accertamenti investigativi ancora in corso, sceglie autonomamente per rispetto del pubblico e dei visitatori di anticipare di tre giorni la chiusura».

Il curatore della mostra Chiappini  ha dichiarato: «Posto che non sono stato raggiunto ancora da nessuna comunicazione ufficiale, da parte mia sono sicuro di aver fatto un lavoro serio. A Genova sono esposti soltanto lavori che possono contare su una storia precisa, documentata: dipinti e disegni noti, accettati finora senza alcuna riserva dalla comunità scientifica internazionale, alcuni persino con notificazioni del ministero dei Beni culturali. Modigliani è un terreno delicato: ad oggi è in corso una chiara battaglia per accaparrarsi il titolo di massimo esperto sul tema, e questo potrebbe spiegare questo brutto episodio. Di certo però lascia perplessi questo sequestro a due giorni dalla fine della mostra. Sarebbe bastato aspettare poco, e l’esposizione si sarebbe chiusa tranquillamente nel giorno fissato. I quadri, di sicuro, non sarebbero scappati via».

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