Turismo e petrolio

Come far ripartire le economie dei Paesi arabi toccati dalla rivoluzione?
Petrolio

In Tunisia e in Egitto le proteste contro il potere non sono nate né dai molti poveri che vivono alla giornata, né dai pochi ricchi, sempre vicini al potere: vengono dai giovani che la borghesia emergente si è svenata a far laureare, che adesso vogliono costruirsi un futuro senza dover emigrare. A causa dei consumi di energia di una popolazione in crescita, ormai i due Paesi consumano tutto il petrolio che producono. Gli stipendi sono molto bassi e la pace sociale è stata finora mantenuta facendo costare quasi nulla il grano e le fave.

 

Per questi Paesi, quindi, le rimesse degli emigrati, l’esportazione di frutta e soprattutto il turismo, assieme agli investimenti esteri, sono fondamentali per importare senza far debiti le tecnologie estere. Entrambi hanno assoluto bisogno che riprenda il turismo, una attività per cui essi sono molto adatti.

Le grandi ricchezze del petrolio libico sono state usate per armamenti ed imprese colossali e, ultimamente, per attrezzare per il turismo la costa. I libici hanno investito molto in aziende europee, ma gli stipendi sono stati mantenuti bassi, in particolare per i milioni di immigrati che qui cercano di raggranellare i soldi necessari a raggiungere l’Europa.

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