Trump varca la soglia

Primo presidente Usa ad oltrepassare il confine della zona smilitarizzata tra le due Coree, ancora formalmente in guerra. Un momento storico che fa sperare bene.

La testata russa rt.com ha appena mandato in onda due interessanti video dello storico incontro tra Kim Jong-un e Donald Trump. Dopo il fallimento dell’incontro in Vietnam nel febbraio scorso, questo è stato un incontro inaspettato, sembrerebbe improvvisato: ma ovviamente non lo era. Donald Trump ha atteso l’arrivo di Kim Jong-un al di qua della linea di demarcazione, in territorio sud-coreano, ed ha atteso che il presidente della Corea del nord lo invitasse ad entrare, come da protocollo. E così è stato. Kim ha detto a Trump: «Sarai il primo presidente degli Stati Uniti a fare una cosa del genere». E sappiamo bene che a Donald Trump non dispiacciono questi primati mondiali. Varcata la soglia, si sono incamminati tra le raffiche di foto per una breve passeggiata in territorio nordcoreano, per le foto storiche. Poi la conferenza stampa, dove chiaramente traspariva dal volto di entrambi anche imbarazzo, tensione, così come sorpresa, soddisfazione e la voglia di andare avanti e di continuare a sorprendere il mondo.

Entrambi i presidenti hanno bisogno del consenso nazionale e internazionale per andare avanti, nel loro difficile compito. Kim con problemi interni, in un Paese sull’orlo della carestia; e Trump, costretto alle corde sul ring della guerra commerciale, con un avversario da combattere, la Cina, sempre più forte, che continua a stipulare accordi con Russia, India e Brasile, togliendo forza commerciale e finanziaria agli Usa. Solo un esempio: i pagamenti per contrattazioni commerciali (del gas liquido, per esempio) tra Russia e Cina avverranno, da ora in poi, in moneta russa e cinese, eliminando la valuta americana.

Trump arriva da un G20, in cui praticamente ha allentato la pressione sulla Cina e sul gioiello dell’economia cinese, la Huawei (che compra 70 miliardi di dollari di componenti tecnologici solo dagli Usa senza contare il resto del mondo). Le due delegazioni americana e cinese dovranno ri-iniziare a lavorare per proporre nuovi accordi ai loro presidenti. I cinesi, intanto, hanno iniziato, già prima del G20, a comprare la soia americana, un prodotto molto ricercato in Cina, con grande soddisfazioni di Washington.

Insomma, “business come sempre”: business più forte di prima. E il mondo finanziario tira un grande, grandissimo sospiro di sollievo. Appena finito il G20 Trump e Moon Jae-in, il presidente della Corea del sud e vero instancabile artefice nascosto della pace tra gli Usa e la Corea del nord, hanno volato insieme verso Seul. Non solo: anche Xi Jinping, il presidente della Cina, ha auspicato il ritorno al dialogo tra gli Usa e Pyongyang proprio al G20.

Oggi lo storico incontro, preparato da tempo, dicono gli analisti internazionali, e solo annunciato via Twitter due giorni fa, a cui Kim Jong-un ha risposto con la sua presenza all’appuntamento, nella zona smilitarizzata.

Emozione, non possiamo negarlo, di fronte ad un evento che Trump ha fortemente voluto e solo lui, con la sua forte personalità, poteva portare a termine: al di là di ogni protocollo, incontrare sul proprio territorio il nemico, non è cosa da tutti. Formalmente, Kim Jong-un è ancora un nemico degli Usa e viceversa. Dobbiamo dirlo: “Si riparte’’. E pace sia!

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