Trionfo personale di Tsipras. Ma il primo partito è quello degli astenuti

Per la terza volta negli ultimi otto mesi e la quinta in un anno, il popolo greco è andato alle urne. Ora dà con generosità una seconda chance a Tsipras, mentre lascia fuori dal parlamento Unità Popolare. Si discute sulla sostenibilità di un governo con “soli” 155 seggi su 300
Tsipras

Il risultato di queste elezioni ha smentito quasi tutti i sondaggi che indicavano un derby tra Syriza e Nea Demokratia con pochissima differenza tra i due partiti. E’ stato un vero trionfo personale di Tsipras che ha assicurato al suo partito il 35.5%, perdendo praticamente pochissimo rispetto alle precedenti elezioni, anche se le critiche per le sue scelte, la firma di un accordo durissimo, le sue giravolte politiche e la spaccatura del suo partito sono state durissime. Sembra che questa volta la gente abbia votato più il primo ministro che il suo partito.

 

Tsipras viene considerato un leader carismatico che, essendo giovane, attira i giovani. In queste elezioni in effetti hanno votato per prima volta 108 mila giovani di 18 anni. Inoltre la sua campagna di comunicazione e il dilemma che ha posto alla gente – «volete affidare l’attuazione dell’accordo a un sistema associato con la corruzione che ha portato il Paese a queste condizioni e che per il quale prevalgono i mercati o a un nuovo partito che in parallello con l’attuazione dell’accordo si prenderà cura dei meno privilegiati e combatterà la corruzione?» – pare che abbia fatto effetto.

 

Nea Dimokratia è riuscita a mantenere la sua percentuale di 28 per centodelle ultime elezioni, ma perdendo rispetto a gennaio il 7,5. Considerando il fatto che a luglio il partito era caduto nelle intenzioni di voto al 14,5 per cento, si potrebbe sostenere che anche Meimarakis sia andato bene perché è riuscito a fare una decente campagna elettorale. Anche se lui personalmente non è stato mai associato con lobby e corruzioni varie, dovrebbe aver pagato per il passato del suo partito.

 

Alba Dorata, come prevedevano giustamente tutti i sondaggi, ha mantenuto la terza posizione con il 7,1 per cento,un risultato che provoca inquietudine ed è particolarmente serio considerando che l’altro giorno il capo del partito si era assunto la responsabilità politica per l’assassinio di Pavlos Fissas, cantante antinazista, avvenuto due anni fa, per cui alcuni membri del partito sono sotto processo.

 

L’ alleanza di Pasok-Dimar e andata abbastanza bene riuscendo ad ottenere il 6,1 per cento e la quarta posizione. Un buon risultato, considerando che il Pasok veniva accreditato al 4,5 per cento al massimo, mentre Dimar si prevedeva che non sarebbe nemmeno entrato in Parlamento.

 

Anel (gli indipendenti nazionalisti), alleato preferito di Syriza, è riuscito a entrare in parlamento con il 3,7 per cento anche se, secondo i sondaggi, era impossibile che ce la facesse a ottenere il quorum del 3 per cento. La svolta è probabilmente avvenuta venerdì scorso, allorché Tsipras ha dichiarato che avrebbe cooperato solo con Anel.

 

L’ outsider Leventis (Unione di centro) è riuscita finalmente dopo vent’ anni di sforzi, come previsto dai sondaggi, ad entrare in parlamento con il 3,4 per cento. Kke, cioè i comunisti, hanno aumentato leggermente la loro percentuale (5,5 per cento), mentreUnità popolare per poco (2,9 per cento) non e riuscita a sorpassare la soglia per entrare in parlamento, un risultato che prova come il popolo greco non voglia per niente il ritorno alla moneta nazionale. Potami non è andato bene, riducendo la sua percentuale al 4,1 per cento come previsto dai sondaggi.

 

Ma sembra che il primo “partito” sia quello degli astenuti, visto che la sua percentuale è arrivata al record del 45 per cento. Questa percentuale si spiega col fatto che gran parte dell’elettorato è veramente stanco, non ha mai creduto nella necessita di queste elezioni e sa che pagherà il “conto” dell’accordo europeo.

 

Il nuovo governo Syriza-Anel potrà contare su 155 seggi (rispetto ai 162 di gennaio), un numero considerato precario visto che le leggi che devono essere votate per l’attuazione dell’accordo con la Ue saranno molto dure e non si sa quale sarà la reazione dei 53 deputati di Syriza, i quali hanno dichiarato che il loro voto non sarà assicurato in tutti i casi. Forse, a causa di questo rischio, Tsipras, mentre prima dichiarava che non avrebbe cooperato con nessuno o solo con Anel, ora afferma che cercherà di includere nel governo politici di altri partiti, come richiesto da Meimarakis durante tutta la campagna elettorale. In ogni caso si spera almeno in una stabilità politica che favorisca la ripresa economica e lo sviluppo del Paese.

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