Trento. La “Bella Addormentata” da risvegliare

Piano regolatore come sfida della reale partecipazione cittadina, la sicurezza a partire dalla presenza delle associazioni piuttosto che nella retorica securitaria. Una città al primo posto per indici di qualità di vita ma dove cresce l’astensionismo elettorale
Trento

Legambiente la definisce prima per edilizia scolastica; il Sole 24ore le attribuisce il terzo posto per il fisco locale più leggero, e con il 79 per cento della raccolta dei rifiuti riciclati, il 42 per cento dei bambini in asilo nido, con il milione di presenze, in meno di due anni, al Muse, innovativo museo scientifico, Trento è in cima alle classifiche nazionali in più di una materia.

Eppure in una stanca e lenta campagna elettorale l’immagine di Trento, lanciata da Alberto Faustini, direttore de “Il Trentino” in un editoriale domenicale, come la “Bella Addormentata che solo il vero amore può risvegliare” è suonata come una salutare provocazione.

Risvegliare una città che potrebbe spegnersi in buona salute è il compito che aspetta la maggioranza che ha vinto al primo turno: di nuovo sindaco, con il 53 per cento delle preferenze, Alessandro Andreatta con un governo di cento-sinistra-autonomista.

La città ha 117 mila abitanti, 13mila e 400 stranieri residenti, 16 mila studenti: un bel mix da governare. Nonostante sia una piccola città, però si confermano tendenze chiare a livello nazionale.

Primo tra tutti l’astensionismo ancora purtroppo in aumento perfino in una competizione locale in cui la scelta di un governo “vicino” poteva avere più presa sui cittadini spingendoli a scegliere. Il 47 per cento non si è fatto trovare.

La Lega si riserva il posto di grande sorpresa come secondo partito in città, pur in una zona dove partiti locali già propongono, da posizioni di governo, argomenti di federalismo, autonomia locale. Raddoppia, infatti, i consensi aiutata anche dal Salvini nazionale e da una campagna martellante sul tema della sicurezza. Mentre la Lega cresce, cala Forza Italia che riduce al lumicino la sua già debole compagine. M5S mantiene la percentuale dell’8-9 per cento.

Per quanto riguarda il centro sinistra, qualcuno l’ha definita una vittoria in agrodolce: si sono persi il 9 per cento dei consensi.

Dirimente nella scelta dei cittadini è stato il tema della sicurezza, spesso più percepito che reale. La maggioranza ha però premiato l’approccio non ideologico e più pragmatico al problema, proposto dalla giunta uscente e dagli organi dei loro partiti. Migliorare il tessuto sociale e la sua coesione piuttosto che reprimere, abitare le piazze con le associazioni piuttosto che militarizzarle, sperimentare soluzioni come gli assistenti civici (vedi Emilia Romagna) piuttosto che dotare i vigili di armi; un impegno preciso è stato infatti deciso con l’approvazione del “regolamento comunale per la gestione dei beni comuni” nella consiliatura uscente. Gruppi organizzati di cittadini potranno adottare luoghi “comuni”, cosi come facevano i nostri nonni che sabati e domeniche costruivano e manutenevano chiese, piazze, fontane.

Andreatta ha caratterizzato la sua campagna condividendo con i cittadini la necessità di fare “meglio con meno” dato il calo di due terzi delle risorse. Per esempio, dopo aver ripianato tutti i debiti, si è scelto di chiudere i contratti d’affitto allocando tutti gli uffici tecnici in un unico stabile di proprietà, semplificando così anche la vita ai cittadini che avranno “viaggi” burocratici meno pesanti.

Ma la maggiore sfida che aspetta giunta e consiglieri è il Piano Regolatore Generale, atto più che necessario dopo troppi anni di incertezze.

“Perché non farne un’occasione per una costruzione condivisa, cercando tutti assieme una vision della città che tenga assieme il centro e la periferia, i bisogni e i sogni degli abitanti con la sostenibilità? Basta cubature, scegliamo la tecnica del “rammendo”, così sociale e urbanistica cammineranno finalmente assieme.” Spiega Maria Chiara Franzoia assessore alle politiche sociali uscente, miss preferenze.

I modelli non mancano, mettere in collaborazione cittadini, tecnici e amministratori. La responsabilità della decisione ultima resta agli amministratori votati, ma il sapere diffuso dei cittadini arriva a buon fine.

«Il patto, come impegno reciproco, – rilancia Elisabetta Bozzarelli, coordinatrice del PD cittadino, seconda donna più votata –   è che Trento sia la città di tutti, una città capace di offrire un paracadute a chi vive un periodo difficile e di far spiccare il volo a chi ha progetti da realizzare».

 

Lucia Fronza Crepaz è presidente dell’assemblea del Partito democratico del Trentino

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