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Tre milioni di persone in piazza per Gaza, mettendoci la faccia

di Sara Fornaro

- Fonte: Città Nuova

Sara Fornaro

Folle oceaniche a Roma e in altre cento città, ma anche aggressioni ai manifestanti. Gli italiani hanno scioperato, provando a isolare chi voleva provocare disordini. Sono ripartite le navi della Flotilla, con decine di medici che trasportano farmaci. In Israele si ricordano le vittime e gli ostaggi dell’attentato del 7 ottobre. La comunità internazionale chiede la loro immediata scarcerazione

Manifestanti per Gaza e per la Global SUmud Flotilla a Roma 4 ottobre 2025, foto di Sara Fornaro

Il piano di pace di Trump? “Non è un piano e non porta necessariamente alla pace”. È un’iniziativa politica, che potrebbe avere come lati positivi la fine dei bombardamenti indiscriminati a Gaza, la liberazione degli ostaggi israelianiil 7 ottobre saranno due anni che sono sequestrati – e la scarcerazione delle migliaia di prigionieri palestinesi tenuti nelle carceri israeliane senza processo. È il commento dell’ambasciatore Pasquale Ferrara per il quale, con la cessazione delle ostilità, si potrebbero riaprire i valichi e mettere fine all’affamamento dei palestinesi. Condizioni previste già dalle passate tregue realizzate dal 2003 ad oggi. Della proposta del presidente statunitense discuteranno i rappresentanti di Hamas e Israele da oggi in Egitto.

Memoriale del 7 ottobre presso il sito del festival musicale Nova, vicino a Re’im, al confine con Gaza, nel sud di Israele. Questo è il secondo anniversario dell’attentato di Hamas, che aveva preso decine di ostaggi e ucciso quasi 1.200 persone. EPA/ATEF SAFADI

Intanto, continuano i massicci bombardamenti su Gaza, con decine di morti. Preoccupante anche la situazione di Cisgiordania, dove –  ha spiegato il cardinale Pierbattista Pizzaballa – «la situazione continua a deteriorarsi. Sono ormai quotidiani i problemi che le nostre comunità sono costrette ad affrontare, soprattutto nei piccoli villaggi, sempre più accerchiati e soffocati dagli attacchi dei coloni, senza sufficiente difesa delle autorità di sicurezza. […] Abbiamo sentito molte volte ripetere in questi ultimi mesi che bisogna usare la forza e solo con la forza si può imporre la pace. Non sembra – ha commentato il patriarca latino di Gerusalemme – che la storia abbia insegnato molto, purtroppo. Però, in Terra Santa e nel mondo, vediamo sempre più spesso la reazione indignata della società civile a questa arrogante logica di potere e di forza. Le immagini di Gaza hanno ferito nel profondo la comune coscienza di diritti e di dignità che abitano il nostro cuore».

Il fumo si alza a seguito di un attacco israeliano alla periferia di Gaza City, visto dal lato israeliano del confine, il 6 ottobre 2025. EPA/ATEF SAFADI

2 OTTOBRE – L’ATTACCO ISRAELIANO AI CASCHI BLU DELL’ONU

Le granate israeliane hanno sfiorato anche i soldati della missione di pace dell’Onu in Libano Unifil, guidata dal nostro generale Diodato Abagnara, alla quale partecipano un migliaio di italiani. Il 2 ottobre vicino ai caschi blu sono esplose diverse granate: una a venti metri sopra le loro teste. Un’altra a 30-40 metri, un’altra ancora a 500 metri. Eppure, scrive l’Unifil, l’esercito israeliano era stato informato in anticipo della loro posizione. Questi nuovi attacchi “dimostrano disprezzo per la sicurezza delle forze di pace dell’Onu e dell’esercito libanese e violano la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza. «Invitiamo le Forze di Difesa israeliane a cessare gli attacchi contro o in prossimità delle forze di peacekeeping, dei civili e dei soldati libanesi». Nessun commento dal governo italiano. Nemmeno dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che aveva giudicato inaccettabili i precedenti attacchi. In quelle stesse ore, del resto, il governo ringraziava i ministri israeliani perché nell’arrembaggio della Global Sumud Flotilla in acque internazionali non c’erano state violenze.

Manifestanti per Gaza e per la Global SUmud Flotilla a Roma, foto di Sara Fornaro

OTTOBRE  2 MILIONI DI ITALIANI IN SCIOPERO PER LA LIBERAZIONE DEI VOLONTARI

Alla vigilia della partenza della Flotilla per cercare di superare il blocco illegale di Israele e portare aiuti alla popolazione affamata, i portuali di Genova e il sindacato USB lo avevano promesso: se il governo di Benjamin Netanyahu avesse arrestato illegalmente i volontari, avrebbero bloccato l’Italia per chiedere al governo di farli tornare in patria sani e salvi.

Alla notizia dell’arrembaggio delle navi, in Italia e in altri Paesi sono nate manifestazioni spontanee, culminate il 2 ottobre in un grande sciopero nazionale, al quale ha aderito anche la CGIL. Una mobilitazione inedita, che ha portato pacificamente nelle piazze due milioni di persone e ha visto l’adesione anche di poliziotti e carcerati.

Manifestanti per Gaza e per la Global SUmud Flotilla a Roma, foto di Sara Fornaro

La Silp Cgil, ha spiegato il segretario generale Pietro Colapietro, ha “aderito convintamente allo sciopero generale. Purtroppo, le lavoratrici e i lavoratori della polizia di Stato non godono del diritto di sciopero, ma liberi dal servizio” hanno partecipato alle manifestazioni.

Hanno scioperato anche alcuni carcerati, come quelli della società Fare impresa in Dozza a Bologna, spiegando che “per noi reclusi lavorare è un momento di libertà… Nonostante ciò, rinunciamo a un giorno di liberà e di stipendio per manifestare la nostra indignazione per il genocidio e per supportare le persone della Flotilla, arrestate con l’unica colpa di essere ambasciatori di umanità”.

Manifestanti per Gaza e per la Global Sumud Flotilla a Roma, foto di Sara Fornaro

2-4 OTTOBRE – LE AGGRESSIONI E I DISORDINI

Le prime aggressioni ci sono state il 2 ottobre in mattinata a Roma, all’esterno del liceo Caravillani, che condivide l’accesso con il tempio ebraico Beth Michael in via di Villa Pamphili. Al termine dell’assemblea in cui si comunicavano gli orari dello sciopero del giorno dopo, i ragazzi hanno intonato “Free Palestine”. A quel punto, sono stati raggiunti da membri della comunità ebraica. Dopo qualche spintone agli studenti, la situazione sembrava rientrata. Invece, all’uscita, i ragazzini hanno trovato un gruppo più nutrito che li aspettava. La tensione è aumentata e i professori hanno chiamato la polizia. Minorenni e docenti hanno riferito di essere stati insultati, strattonati e presi a calci. I membri della comunità ebraica hanno smentito, ma è arrivata l’ambulanza e uno studente è finito in ospedale, mentre un insegnante malmenato ha presentato denuncia. La preside Gioconda Martucci ha invitato al dialogo costruttivo “nel segno del confronto, della molteplicità di opinioni e delle libertà di manifestazione del pensiero e d’espressione garantite costituzionalmente”. Annunciate altre denunce.

Manifestanti per Gaza e per la Global SUmud Flotilla a Roma, foto di Sara Fornaro

Gruppi di infiltrati, sabotatori o semplicemente teppisti hanno invece tentato di infiltrarsi nel corteo di Milano con i volti coperti, ma sono stati fermati dagli altri manifestanti. Il gruppo ha poi provocato disordini, che hanno portato al fermo di 13 persone.

A Roma si sono invece registrate due aggressioni ai danni di manifestanti per la Palestina. Il 2 ottobre è stato un medico che aveva partecipato al presidio “Luci per Gaza” davanti all’ospedale Spallanzani. La seconda aggressione si è svolta il 4 ottobre nel bar Allo Statuto, vicino piazza Vittorio, dopo la manifestazione. Come denunciato dal titolare, un gruppo di trenta persone col volto coperto, vestite di nero, armate di spranghe e bastoni, che intonavano cori fascisti, hanno danneggiato la porta e degli arredi del locale, aggredito un dipendente e terrorizzato le famiglie con bambini che erano all’interno.

Manifestazione per la Palestina, 4 ottobre, Roma (ph Luigia Coletta)

4 OTTOBRE – LA MOBILITAZIONE PER LA RESISTENZA PALESTINESE

La mobilitazione del 4 ottobre promossa dalla comunità palestinese ha portato a Roma un milione di persone. Una folla oceanica e pacifica ha sfilato per la città, ma non sono mancati cartelli e striscioni discriminatori, come quello che definiva la strage del 7 ottobre provocata da Hamas un momento della resistenza palestinese o come quello che parlava della “Palestina libera dal fiume al mare”. Praticamente le stesse parole che ripetono regolarmente – in senso opposto – i ministri israeliani più oltranzisti, come Katz (Difesa) e Smotrich (Finanze).

Manifestanti per Gaza e per la Global SUmud Flotilla a Roma 4 ottobre 2025, foto di Sara Fornaro

Qui bisogna essere chiari: gli estremismi di pochi non rappresentano il pensiero della marea di gente che era in piazza. Anzi. La maggior parte degli striscioni erano pacifici e parlavano di diritti, rispetto, bambini e valori. Antisemitismo, violenze, insulti vanno sempre condannati. E non si può pensare di manipolare – né da una parte né dall’altra – chi va in piazza per difendere una popolazione vittima di genocidio.

La manifestazione di Roma era cominciata in mattinata, non senza polemiche. Molti manifestanti di altre città hanno infatti denunciato di essere stati fermati coi pullman dalle forze dell’ordine e di non aver potuto raggiungere la capitale. Il corteo è partito alle 14.30 da Ostiense, ma la coda è arrivata in piazza San Giovanni solo verso le 20. Lì si sono unite alcune persone mascherate, che sono state isolate e cacciate dai manifestanti. Gli incappucciati si sono allontanati, provocando disordini verso Santa Maria Maggiore. Alla fine, ci sono stati una decina di fermati.

Quei pochi teppisti hanno monopolizzato le immagini televisive. Una cronaca scorretta e parziale, ingenerosa verso un milione di persone che col sorriso e nel segno della nonviolenza avevano percorso le strade della capitale chiedendo la pace, il riconoscimento della Palestina, il ritorno dei membri della Flotilla, la fine dei bombardamenti.

Manifestanti per Gaza e per la Global SUmud Flotilla a Roma 4 ottobre 2025, foto di Sara Fornaro

IL PERICOLO DELL’ANTISEMITISMO

Nel Regno Unito, nei giorni scorsi, un cittadino britannico di origini siriane ha colpito con un coltello alcune persone davanti alla sinagoga di Manchester. Tre sono ferite, due sono morte. Secondo i media locali, una delle vittime è stata colpita da arma da fuoco, quindi sarebbe stata uccisa per errore dalle forze dell’ordine. L’aggressore aveva commesso in passato anche altri reati, tra cui lo stupro, ma quanto accaduto è indicativo dell‘aumento dell’antisemitismo. È importante distinguere con chiarezza l’azione del governo di uno Stato come Israele dai membri della religione ebraica. Serve rispetto da tutte le parti, per una convivenza pacifica e civile.

Un gruppo di 18 italiani dei 26 totali rilasciati dalle Autorità israeliane che facevano parte della Global Sumud Flotilla è arrivato verso le 23.30 all’aeroporto di Fiumicino con un volo della Turkish Airlines, 04 ottobre 2025.
ANSA/TELENEWS

LA DENUNCIA DELLA FLOTILLA: TRATTATI COME TERRORISTI. ALTRE NAVI GIà PARTITE PER GAZA

A cosa è servita la missione della Flotilla? Innanzi tutto, i pescatori palestinesi hanno potuto pescare di nuovo, sfamandosi. Come ha commentato la giornalista Silvia Boccardi, che era sulla nave di Emergency, questa missione «ha svelato delle enormi contraddizioni sulla possibilità di consegnare gli aiuti umanitari e soprattutto ha dimostrato che la società civile ha gli strumenti per limitare persino un potere militare apparentemente assoluto».

Sia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che il ministro degli Esteri Antonio Tajani hanno infatti ripetuto a lungo che tramite i loro canali tutti gli aiuti sarebbero arrivati ai palestinesi. Ma allora perché non lo fanno? Perché i camion restano fermi fuori da Gaza? Perché i palestinesi muoiono di fame?

Manifestanti per Gaza e per la Global Sumud Flotilla a Roma, foto di Sara Fornaro

Intanto, arrivano le denunce dei volontari della Global Sumud Flotilla rientrati in Italia. Colpi sulla testa e sulle spalle, calci, niente acqua fresca, poco cibo, ammassati in celle infestate da cimici e topi, costretti a seguire i “giochi” dei carcerieri israeliani: alzatevi in piedi, a metà, abbassatevi, strisciate. Umiliati, derisi e insultati. Privati di medicinali salvavita per il cuore e per il cancro e dei propri effetti personali.

La missione era pacifica, le acque erano internazionali. Perciò il blocco era illegale e sono state presentate denunce. Non è vero, si lamentano a gran voce i giuristi italiani, che come affermato dal ministro Tajani in una trasmissione, “il diritto internazionale vale fino a un certo punto”.

Intanto, una nuova missione della Flotilla con una decina di navi è partita per portare aiuti a Gaza e tentare di superare il blocco israeliano. Una delle ultime è la Conscience, che ha a bordo un centinaio di persone tra medici e giornalisti e trasporta medicine e strumentazione medica. La missione di pace, dunque, continua.

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