Tre incontri ad alto livello in Asia

ASEAN, APEC e G20: in questi giorni si riuniscono, secondo configurazioni diverse, molti “grandi” del mondo
Riunione ASEAN in Cambogia (AP Photo/Heng Sinith)

I leader dell’Associazione dei 10 Paesi del Sud Est Asiatico si sono appena incontrati al Summit ASEAN nella capitale cambogiana, Phnom Phen. È questo un incontro importante e molto atteso per la regione, col nodo principale, la vera ‘spina nel fianco’, il Myanmar, che ancora oggi non ha fatto alcun passo concreto verso la pace. Un atteggiamento che provoca discordia tra i membri dell’Associazione, corteggiati dall’Unione Europea e dagli USA, i quali spingono per azioni e decisioni più concrete e ‘dure’ verso il Myanmar.

Si invoca addirittura l’espulsione dall’associazione di questo stato membro, se non dimostrerà una volontà politica di risolvere la questione del dissenso interno. Possibilmente senza i cannoni e i jet russi appena acquistati! Un richiamo venuto pochi giorni fa anche dal segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che ha definito la situazione in Myanmar come un incubo senza fine per la gente, con migliaia di uccisi, decine di migliaia di arrestati e milioni di dispersi.

Soprattutto fa paura la noncuranza con cui il regime del Myanmar ignora le critiche arrivate da tutto il mondo per gli orrori giornalieri, con bombardamenti di templi buddhisti, chiese, scuole, e l’uso di armi da guerra contro i civili.

Purtroppo, fino a che Cina e Russia non verranno fatte sedere attorno ad un tavolo diplomatico, sarà impossibile vedere la fine di questi orrori. Anche perché Guterres ha affermato che il Myanmar è una fonte di destabilizzazione per tutta la regione. Dovremo aspettare il 2023, con la nuova presidenza dell’ASEAN, tenuta dall’Indonesia con l’agguerrita ministra degli esteri Retno Marsudi, per sperare in una musica diversa per il Myanmar. Retno Marsudi non sembra per niente disposta a fare ulteriori concessioni ai militari.

Oggi inizia a Bangkok l’incontro APEC (Cooperazione Economica dell’Asia Pacific), con i suoi 21 stati membri, centinaia di rappresentanti ed esperti chiamati ad incontrarsi per programmare lo sviluppo e la cooperazione nella regione. Bangkok in questi giorni è letteralmente blindata, con posti di blocco e decine di migliaia di poliziotti arrivati dalle province per assicurare la massima sicurrezza dei delegati che s’incontrano al Quen Sirikit Center, nel cuore del distretto commerciale della città, ma alloggiano in vari alberghi, sparsi in un raggio di una ventina di chilometri.

Mente percorrevo le strade della capitale thailandese in bicicletta (un modello modesto e vecchiotto), alcuni poliziotti mi hanno guardato incuriositi e uno mi ha addirittura salutato, come per dire: “Stai sicuro, straniero, non temere che ci siamo noi”. In mezzo ai grattaceli, quel sorriso innocente, spontaneo e assolutamente “umano” mi ha riempito il cuore di calore. Ho risposto con un: “Grazie signor poliziotto”. Entrambi eravamo felici. La cultura thai affiora sempre, anche nei momenti di tensione: saper accogliere l’altro e farlo sentire bene. Dopo 33 anni di soggiorno in Asia, ancora mi colpisce nel profondo questo aspetto.

Ieri Biden e Xi si sono incontrati, come ‘preparazione’ dell’Incontro G20 di Bali dopo anni di “distanza”, guerra commerciale e non solo. Per gli USA è importante non perdere il contatto col grande e ricco dragone cinese che possiede l’esercito più numeroso del mondo. I temi di Taiwan e del Mar Meridionale della Cina, sono alcuni dei temi trattati. Politicamente l’America ha bisogno di avere la Cina come alleato nel dialogo diplomatico con la Russia. E alla Cina non conviene stare troppo dalla parte della Russia, debole economicamente, ma ricca di gas e petrolio. Mosca ha un contratto di 30 anni come fornitore di gas alla Cina. Sicuramente è positivo il fatto che Biden e Xi si siano incontrati ed abbiamo messo sul tavolo tutte le questioni importanti e scottanti, con l’obiettivo di allontanarsi dalla logica dello scontro.

La logica giusta è quella del compromesso diplomatico, della pace, che permette a tutti di svilupparsi. Perchè la guerra è la madre di tutte le povertà e di tutte le ingiustizie. Solo la pace è buona, insieme a chi lavora per la sua realizzazione.

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