Tra umano e spirituale

Un equilibrio delicato e misterioso, in lotta contro il grigio della vita
Soave - Egidio Santanché

Recentemente ho letto il bel libro di Antonio Coccoluto, Un filo d’erba che fissa le stelle. La mia avventura con Egidio Santanchè (Città Nuova 2022). Mi ha fatto riflettere, tra l’altro, sull’equilibrio «delicatissimo e misterioso tra l’umano e lo spirituale». Un equilibrio sempre da conquistare, che se salta provoca instabilità e disagio.

Nel mondo della spiritualità questo equilibrio è raro, perché si viene sollecitati a ideali di perfezione ardui, spesso non confacenti a coloro che vi aspirano. Costoro si spendono generosamente senza pesare le proprie forze e si impegnano in stili di vita insostenibili, sino a rimanerne schiacciati. Dal punto di vista spirituale è bene invece evitare di strafare, e accontentarsi di ciò che si è ricevuto, limiti compresi, altrimenti è facile cadere in patologie della psiche. Non conta infatti essere grandi, perché la felicità di ciascuno sta nell’essere e agire conformemente a come Dio ci ha creati.

Un buon equilibrio tra umano e spirituale riguarda anche la coscienza del limite, ossia il saper accettare gli errori che facciamo sia personalmente, sia come istituzioni (gruppi, movimenti, Stati, Chiesa). Si cresce facendo apertamente e serenamente una revisione critica. Un certo trionfalismo, pago delle conquiste, della diffusione e dei risultati raggiunti, rende impossibile una sana revisione del passato. Bisognerebbe invece elaborare una narrazione che tenga conto dei passi falsi compiuti, pur contestualizzando.

Se dovessi riassumere ciò che ho tratto da questa lettura, mi pare che incarnazione e poesia siano le parole chiave. Senza fare i conti con la durezza della realtà, con le sue sconfitte e le sue parziali vittorie, l’armonia di cui si parla in termini ideali resta irraggiungibile, a volte soffocata da un clima vellutato di mezze verità, di non detti, di silenzi conniventi.

Invece servono verità, umorismo, autoironia, capacità di prendersi in giro, gioia di far festa in situazioni difficili e anche il sapersi concedere qualche amabile piacere, pur sapendo all’occorrenza rinunciarvi.

Egidio, l’amico di Antonio Coccoluto, ci rimane nel cuore come un “tessitore di sogni”, che non cessa di levare lo sguardo al cielo pur essendo un realizzatore e un combattente, in lotta contro il grigio della vita. Lotta impari e dura che, anche se non sembra, ha vinto lui.

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