Tra sesso e felicità

Le riflessioni di una giovane alla ricerca di modelli convincenti

Ho 21 anni e ho visto la prima puntata della serie tv Sex Education. Lo ammetto, non sono riuscita a passare al secondo episodio. Pensare che la società in cui vivo si comporti solo in funzione del sesso, o meglio, della “prestazione sessuale”, era troppo. Ma forse mi è servito per aprire gli occhi e farmi qualche domanda.
In primis: dove cercare delle risposte? Invio un messaggio a un’amica, Valentina, 38enne con due figli piccoli. Ci troviamo davanti a uno spritz e parliamo di sessualità. Ho bisogno di confrontarmi con qualcuno che proponga un modello diverso da quello mostrato in serie tv o film.

Partiamo dal presupposto che l’argomento “sesso” è ormai sdoganato tra i giovani di oggi. Scene esplicite di film, serie tv e video musicali, libri che descrivono i dettagli più intimi, Youtuber che affrontano l’argomento con gran leggerezza. In media, una ragazza o un ragazzo si imbattono in contenuti che riguardano questo tema senza nemmeno doverli cercare. È presente dappertutto.
Ma quest’abbondanza di contenuti sessuali permette ai giovani di capire qualcosa dell’argomento? Chi parla davvero di sessualità ai giovani?

Nelle scuole ci sono progetti, ma spesso non approfondiscono la dimensione personale e relazionale. I consultori sono strutture sconosciute. Dentro le mura di casa è un argomento spinoso. Spesso dunque bisogna affrontarlo da soli, nella propria stanza, davanti a un pc o uno smartphone, alla ricerca di risposte che forse mai potremo davvero trovare così. Rimane il problema, dunque.
Come viene descritto il sesso in film, serie e video, che non risultano scandalosi nell’immaginario comune?

Molti ritengono che rappresentare certe scene sia una forma di realismo che non provoca danni, e trasmette conoscenze. Facciamo l’esempio di un ragazzo che, nel mezzo della sua serie tv preferita, assiste a una scena di sesso tra due persone che si sono appena conosciute. Ne trapela una percezione del godimento dei personaggi e questo genera nel ragazzo il pensiero che avvenga sempre così. È spinto dunque a provare di persona, ma accorgendosi della difficoltà della prima esperienza, si ritiene “non all’altezza”, inesperto. Questo genera in lui/lei ansia da prestazione e frustrazione. Che dev’essere combattuta… con l’esercizio. Non necessariamente con una persona che si ama. Si innesta così un circolo vizioso, basato sull’esclusiva corporeità dell’atto sessuale, che oltre a sminuire il valore dell’atto in sé, può portare assuefazione.

È possibile uscire da questo sistema “malato”? Vivere la sessualità così, mi rende una persona felice? Come non diventare schiavi del proprio corpo? Occorre forse mettersi a nudo, non solo spogliarsi. Perché quando il sesso è frutto di una relazione sana, equilibrata, basata su un legame vero, sincero e duraturo, allora l’unione fisica diventa una forma di bellezza. E si inizia a coltivare la sessualità molto prima di sdraiarsi nello stesso letto, attraverso gesti, parole, sguardi, attenzioni. Riflettere assieme a Valentina, mi aiuta a comprendere la bellezza e la preziosità della sessualità. Viverla con tutte le potenzialità che può offrire rende felici. Mentre non c’è da stupirsi se i rapporti fisici occasionali lasciano l’amaro in bocca, o iniziano a instaurare meccanismi psicologici deleteri.

Il motivo è che siamo fatti di corpo e relazioni. Più sapremo dare valore ai nostri corpi e alla persona con la quale intratteniamo una relazione, più l’unione fisica sarà davvero una dimostrazione di amore reciproco. E questo permetterà di aspettarsi un percorso di coppia, e di sessualità nella coppia, che non smette di crescere.

coppia di anzianiAlla fine della chiacchierata con Valentina, ho due desideri: il primo è rivolgermi a chi, come me, è alla ricerca di risposte su questo argomento, per proporgli di andare a cercare qualcuno con un’esperienza alle spalle che può parlarci del proprio percorso. Spesso i nostri coetanei sembrano esperti, ma è solo un modo di nascondere dubbi riguardo alle loro scelte. Cerchiamo invece chi possa indirizzarci verso verità, bellezza e felicità. Ce le meritiamo!

Il secondo desiderio, invece, è parlare con chi è più grande di me. Ho bisogno di esempi, storie, informazioni, scelte di vita diverse che mi facciano riflettere, per poi scegliere. Ho voglia di capire di più me stessa, magari ripartire da zero. E un confronto con gli adulti può aiutarmi a vedere l’argomento sessualità con occhi nuovi. Non solo come ricerca di piacere, fine a se stesso e poco duraturo. Ma come ricerca della felicità.

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