Recentemente, ad un convegno sulla città, ho avuto modo di ascoltare un esperto sui problemi (o sulle soluzioni?) dell’accoglienza. Diceva che molti immigrati potrebbero riscrivere l’Odissea con la loro vita e le loro esperienze, dove l’immaginazione viene abbondantemente superata dalla realtà. In effetti penso che è sia così, e la cronaca di questi giorni mi da conforto in questa convinzione. I Castelli romani, località amene e tanto care agli abitanti della capitale per gite culturali, ambientali e…culinarie sembrerebbero socialmente prive di grosse asperità e problematicità.
Eppure non è sempre così. Una mamma con la figlia dormivano in una grotta di tufo in una zona “tranquilla” a Frascati, ma dalle apparenze nessuno lo avrebbe detto. La bimba, tra pochi giorni undicenne, era sempre ben vestita e pulita e poi era tra le prime della classe. Non aveva mai avuto, però, un posto dignitoso per dormire: prima in un alloggio in un campo sportivo, poi sistemazioni di fortuna come case diroccate, e infine, da circa venti giorni, quella grotta di tufo adattata per l’occasione. All’angolo un fornello e poi valigie usate come armadio. Ogni mattina veniva notata alla fontana di un parco pubblico che lavava la figlia con cura e amore. Per il resto, tanta attenzione e sostegno silenzioso da parte di persone sensibili.
La mamma, polacca, è descritta come ben educata, sapeva che nessuno doveva scoprire che dormiva lì con la figlia, per paura di possibili separazioni forzate da quella bambina che tanto amava. E invece proprio le forze dell’ordine, colpite ed appassionate a questa storia, hanno dato loro una mano e stanno cercando di organizzare una festa a sorpresa per la piccola. E così, intervenuti con discrezione, d’accordo con i vigili urbani e i servizi sociali comunali, le hanno raggiunte e convinte a trasferirsi in una struttura protetta in una località non lontana. Lì la mamma potrà seguire un corso di formazione professionale per essere inserita nel mondo del lavoro, e la bimba potrà continuare ad andare a scuola; cambiando la dimora ultimamente occupata, forse troppo natalizia, con un tetto sopra la testa.
Ma i carabinieri, stanno facendo di più, quel di più che riconosce l’altro come persona. Insieme ai sacerdoti della scuola che la bambina ha frequentato – con ottimi risultati – stanno cercando di trovare un modo per farle tornare a Frascati per il giorno del compleanno, quando tutti i suoi compagni la festeggeranno.
Una storia, episodio delle odissee del terzo millennio, dignitosa, ma anche amara, che però avrà il pregio di addolcire le nostre coscienze e i nostri pregiudizi, in questi giorni un po’ tormentati per i moderni successori di Ulisse.