TPLU: la sfida del dialogo

Confrontarsi su argomenti scottanti e divisivi. Quando le persone non si arrendono alla polarizzazione. A cura di Maria Rita Cerimele e del gruppo "Tutti per l'Uno"

Si è dato il nome di “Tutti per l’Uno” (TPLU) un gruppo nato nel novembre 2021, composto da oltre un centinaio di persone da tutta Italia, varie per età, professioni e opinioni. Elementi comuni: la consapevolezza di essere “abitati” dal carisma dell’unità, sia chi è inserito nel Movimento dei Focolari a vario titolo, sia chi non lo è più, e l’insoddisfazione per la gestione dell’emergenza pandemica e per le modalità dell’informazione, orientata – ad avviso del gruppo – quasi unicamente a tenere alto il livello di paura nei cittadini, responsabile, in buona misura, dell’insorgere di preoccupanti fenomeni di esclusione e conflittualità sociale.

Accanto a persone vaccinate, per convinzione o costrizione, nel gruppo ci sono altre non vaccinate per consiglio e cure alternative dei propri medici o per riserve dovute a tempi di sperimentazione inaccettabili, a protocolli superficiali, a scarsa attenzione per il singolo, a emarginazione di alcune voci considerate “dissidenti”. Alcuni del gruppo, impegnati in ambito sanitario o educativo, sono stati sospesi dal lavoro con perdita anche di quel 50% dell’intero stipendio, parte necessaria alla sopravvivenza, riconosciuta dalla normativa pre-pandemica sulla sospensione.

Ancora no vax e pro vax! No. Queste definizioni non esprimono il gruppo, sembrano solo funzionali a creare e radicalizzare polarizzazioni, mentre esso, al contrario, voleva e vuole essere un tentativo di dialogo, di confronto libero e documentato tra posizioni opposte, nella riscoperta anche di quanto sia importante la relativizzazione critica delle fonti informative mainstream, in larga parte a servizio di agenzie di interessi particolari con finalità a dir poco dubbie. Infine TPLU ha avuto un ruolo di sostegno per chi, pur di non venir meno a una scelta personale sentita e motivata, si è trovato in gravi difficoltà economiche.

Sforzo arduo, non sempre riuscito. Molte le tentazioni, compresa quella sottile di ritenersi unici depositari della verità. Tante le delusioni rispetto ad alcune affermazioni di figure istituzionali (ad esempio l’equazione di papa Francesco, vaccinarsi=atto d’amore, ha portato alcuni cattolici a un’adesione acritica; ancora più fuorvianti sono risultate ad alcuni le dichiarazioni dell’ex-presidente Draghi secondo cui il green pass sarebbe stata la garanzia di trovarsi tra persone che non sono contagiose, e chi non si vaccinava sarebbe morto, mai rettificate anche se smentite dai fatti.

Acuta la sofferenza di fronte ad alcuni fratelli e sorelle di fede, più ligi alla legge che all’amore reciproco. Il tutto esasperato dal silenzio delle istituzioni, quindi dei media, riguardo a reazioni avverse da vaccino, che vede il nostro Paese forse ultimo tra tutti per attenzione scientifica e cura dei danneggiati o dei familiari superstiti, spesso abbandonati a sé stessi.

Ma il dialogo su argomenti scottanti e divisivi è una sfida, anzi “la” sfida, che va vissuta all’esterno e ancor più all’interno di un Movimento che ha ricevuto il carisma dell’unità ed efficaci strumenti di dialogo. Un piccolo passaggio personale. Sono stata l’unica a non vaccinarmi nel focolare dove vivo e da una certa chiusura pregiudiziale, peraltro reciproca, siamo tutte passate a un’accoglienza piena, senza che nessuna volesse imporre la propria opinione all’altra. Un’esperienza incoraggiante.

L’obiettivo è quello di non perdere di vista l’amore che, nel dialogo, significa non pensare “tanto l’altro non capisce”, “ha torto”, ma sapersi ascoltare davvero, superando magari un risentimento o un’offesa oggettiva che occupa la nostra memoria e vorrebbe bloccarci.

È importante mantenere l’amore di fronte ad ogni polarizzazione, che cambia nome – pandemia, guerra, abusi, partito –, ma va riconosciuta come il campo d’azione di chi vuol dividere, anzi del divisore per eccellenza. Non vogliamo cadere in questa trappola. Quindi andiamo avanti in un dialogo, magari faticoso, rischioso, ma arricchente, che vorremmo sempre più aperto a tutti, tendente all’Uno tra noi, che può illuminare le tenebre della modernità.

Chi volesse mettersi in contatto può utilizzare il seguente indirizzo email: ddbio.liguria@proton.me

 

 

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