Tony Allen, il ritmo dell’Africa

Tony Allen

Il nigeriano Tony Allen non è soltanto uno dei migliori batteristi del pop-rock contemporaneo. È anche un artista a tutto tondo, nonché uno dei padri fondatori, insieme al suo mentore Fela Kuti (Tony fu per anni il batterista dei mitici Africa 70), dell’afrobeat: un formidabile mix di etno-jazz, rock, funky, soul e rap.

Dopo l’esperienza con la rock-band anglosassone dei The Good The Bad & The Queen (un divertissement rockettaro varato qualche anno fa insieme a Damon Albarn dei Blur e Paul Simonon dei Clash), l’eclettico Tony è tornato al suo specifico con un album appena pubblicato dalla World Circuit, intitolato Secret Agent e distribuito in Italia dalla Ird.

Prodotto autarchicamente, col supporto di musicisti provenienti dalla Nigeria, dal Camerun, dalla Martinica e dalla Francia, l’album è un pirotecnico campionario di frenesie ritmiche e squisitezze melodiche (altri cinque vocalist, tutti di stanza a Lagos). Anche i contenuti delle sue liriche hanno un peso importante: Allen è da sempre in prima fila nel dar voce agli oppressi, rivendicando per la sua gente il diritto di scrivere il proprio futuro senza genuflettersi ai diktat e ai modelli occidentali. Non a caso tutta la sua musica è nutrita dalla tradizione folk della sua terra e anche queste sue nuove canzoni riverberano valori, miti e proverbi millenari, stimmate mai cicatrizzate e speranze sempre nuove; il tutto dipanato in un’alternanza di passione e dolenza, di tenerezza e voglia di far festa insieme.

Questo è Tony Allen, e questa è l’Africa: non quella dei villaggi vacanze seriali costruiti ad immagine degli etno-capricci d’Occidente, ma quella vera dei villaggi sperduti e degli slum metropolitani. Là dove ogni giorno si soffre e ci si dispera, si ride e si tira avanti in attesa di tempi migliori. Questa musica serve soprattutto a ricordare a tutti noi che cooperare a farli sbocciare è il più bel regalo che l’Occidente può farsi. 

 

 

CD NOVITA’

 

Manic street preachers

Journal for plague lovers

(Sony-Bmg)

 

Il trio gallese è da quasi vent’anni uno dei gruppi più in vista del rock anglosassone. Col tempo hanno affinato la loro formula espressiva virando dal punk primigenio fino ad un’ortodossia rock non troppo lontana dal modello U2. Qui, anche per merito di Steve Albini, produttore chiave dell’era grunge, li ritroviamo più ruspanti del solito: tredici brani possenti ed energetici a sorreggere testi riconducibili alle inquietudini della working-class britannica. Testi per altro ricavati dagli appunti del primo chitarrista della band, Richey Edwards, misteriosamente scomparso nel ’95 e dichiarato ufficialmente morto solo l’anno scorso: un buco nero nel percorso umano di Bradfield e soci che continua a segnare indissolubilmente anche la loro carriera.

 

Ray Tarantino

Recusant

(Ponderosa)

 

Di origini italiane, ma cresciuto in Inghilterra, Ray è uno dei nomi più promettenti del nuovo cantautorato rock anglosassone. Può già contare su sponsor del livello di Stewart Copeland e dei Muse, e il suo stile ha parentele variegate ed illustri: dal folk-rock dylaniano alla black-music di Curtis Mayfield, dai Pink Floyd al pop di James Blunt, fino all’intensità soul del compianto Jeff Buckley. Un incipit beneaugurante.

 

Martin Devil

Problemi di beat generation 

(Universo)

 

Tra i tanti debuttanti di quest’anno il giovanotto (al secolo Maurizio Guglielmelli) è certo tra i più meritevoli e talentuosi. Arriva dalla provincia di Salerno, lo conoscono ancora in pochi, ma il Nostro ha uno stile già maturo, non scrive banalità e le sue canzoni ricordano vagamente quelle del primo De Gregori. Da ascoltare con attenzione.

 

 

JazzAscona

 

25a edizione. La più rinomata rassegna europea dedicata al jazz classico e tradizionale, ospita le star americane del soul-jazz, il batterista Bernard “Pretty” Purdie e l’organista Reuben Wilson, che assieme a Kevin Mahogany renderanno omaggio al re del rock’n roll e del blues, Big Joe Turner e al mito di Kansas City. Tra gli altri, l’84enne trombonista inglese Chris Barber.; una serie di omaggi dedicati a Benny Goodman e a Gene Krupa, un concerto di grande richiamo con Pepe Lienhard e la Swiss Army Big Band –, e il jazz vocale di Freddy Cole.

Ascona, dal 25/6 al 5/7.

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons