TLC, la gioia dell’annuncio

A Comiso,nel ragusano, un convegno nazionale degli aderenti al Trainamento de Lideranca Cristà, gruppo cattolico nato in Brasile dall’esperienza evangelizzatrice di padre Haroldo Rahm e ora diffuso anche in alcune diocesi italiane fa il punto sulle nuove sfide della Chiesa e delle periferie
Foto di gruppo

Un movimento giovane, ma non troppo. La freschezza e la vivacità la vedi sui loro volti. Il TLC (Trainamento de Lideranca Cristà) ha tenuto a Comiso il proprio convegno nazionale annuale. Vi hanno preso parte circa 100 convegnisti, provenienti da quasi tutte le diocesi in cui è presente il TLC. Il tema era “L’amore di Dio”.

Il TLC è un movimento ecclesiale, oggi presente in varie città e diocesi italiane: a Roma e nei Castelli romani, a Torino, Nardò/Gallipoli, Cagliari, Palermo, Monreale, Patti, Ragusa, Como e Sanremo/Ventimiglia. Èarrivato in Italia nel periodo post conciliare, sull’onda di una nuova evangelizzazione che vedeva la Chiesa latino americana fare da traino per molte esperienze innovative. Èstato fondato in Brasile nel 1967 e si è diffuso in Italia a partire dal 1975. Il fondatore è il gesuita padre Haroldo Rahm, che oggi ha 94 anni.

Da qualche anno, il movimento ha consolidato l’esperienza del convegno nazionale che si tiene in varie diocesi italiane. «Non più solo a Roma, come avveniva in precedenza – spiega il coordinatore nazionale Roberto Gentili, di Roma –, ma cerchiamo di vivere un’esperienza itinerante, che ci consenta di incontrare e conoscere gli aderenti al movimento nelle varie zone d’Italia, di essere più vicini a loro e di conoscere direttamente l’esperienza di Chiesa che lì si vive. Ci sono realtà molteplici, unite da un unico filo conduttore. Il vissuto di molti di noi, diverso nelle varie diocesi e nelle varie realtà territoriali, ha permesso di arricchire la conoscenza della nostra Chiesa e di fare da stimolo per la vita e l’impegno ecclesiale di ciascuno, nei nuovi tempi in cui papa Francesco ci invia verso le “periferie esistenziali”».

L’assistente spirituale nazionale è don Salvatore Vaccaro, di Vittoria. Spiega che il movimento sta cercando di «far tesoro delle esperienze vissute dai vari gruppi, per tracciare delle linee guida, anche in Italia, che permettano di rinsaldare l’intuizione iniziale del fondatore, padre Haroldo Rahm e indicare a tutti un’ispirazione, un percorso, un metodo comune, pur nel rispetto delle identità di ciascun gruppo e di ciascuna diocesi». E aggiunge: «La Chiesa non è solo a immagine di quella della città in cui viviamo, è una realtà molto più grande di quella di cui abbiamo esperienza noi. Coscienti di quanto Dio ci ami e dei modi in cui ce lo manifesta, siamo chiamati a “partire” per ridare speranza, per annunciare, come dice papa Francesco nella Evangelii gaudium, che Dio Padre aspetta a braccia aperte perché tutti possano abbracciarlo senza difficoltà e la Chiesa è chiamata ad essere sempre la porta aperta del Padre».

Il vescovo Paolo Urso ha fatto visita ai convegnisti ed ha ringraziato per «il vostro impegno di Chiesa», esortando a fare un'attenta analisi dei vari bisogni, per poi progettare come rispondere a tali attese. Perché questa è la peculiarità e la forza di questo movimento: formare i giovani per “inviarli” nella chiesa locale, per sostenere e consolidare il loro impegno nelle parrocchie.

Tra i presenti tanti giovani, chi arriva viene accolto da un sorriso. C’è un clima di festa gioiosa: la liturgia è curata, i momenti di preghiera sono vissuti con intensità. Il dialogo è fresco, vivace: emerge l’immagine di “gente vera”, con un vissuto ecclesiale forte, radicato nel territorio. Èun movimento nato per i giovani e ad essi sa infondere l’entusiasmo di un cammino di fede autentico. La formazione avviene attraverso i corsi pensati dal fondatore, secondo il metodo ignaziano, rivissuto con uno stile contemporaneo. Ma accanto ai giovani ci sono anche gli altri: gli ex giovani, i “pionieri” di questo movimento in Italia. Sono rimasti fedeli, anche in un cammino di Chiesa spesso non privo di difficoltà. Ora guardano i giovani e seguono con discrezione e attenzione il loro percorso. La garanzia della fedeltà al Carisma è custodita da loro.

La prossima tappa è il riconoscimento ufficiale della Chiesa italiana. Il TLC è stato riconosciuto in Brasile, dove è nato e dove ancora vive padre Haroldo Rahm. Non c’è ancora il riconoscimento in Italia, né in Polonia e in Albania, dove pure si è diffuso. «Siamo impegnati per questo – spiega don Vaccaro –, è una tappa che sarà importante per noi».

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