Tinco nel paese dell’incontrario

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Per caso mi stai raccontando una favola? . E una smorfia si stampò in volto a quel furbetto di Stefano. Assolutamente no – lo rassicurò nonno Umberto -. Sappi, comunque, che sempre le favole contengono elementi di verità, la saggezza dei popoli…. E chi sarebbe questo animale… come l’hai chiamato? Onni… orni…. Ornitorinco. Ma per semplicità chiamiamolo Tinco. È una della creature più strane della Terra, originario dell’Australia, questo continente antichissimo eppure l’ultimo ad essere stato scoperto dagli europei. È un continente che non finisce di sorprendere. Pensa che lì le stagioni si susseguono in ordine diverso rispetto alla nostra Europa: l’estate comincia a dicembre, l’autunno a marzo, l’inverno a giugno e la primavera a settembre… il vero paese dell’incontrario! Ricco di piante e di animali che, a causa dell’isolamento geografico, esistono solo lì. Non dirmi che non conosci il canguro o il koala…. … Sì, quello che sembra proprio un orsetto di peluche! intervenne il nipotino. Proprio così. E pensa: ci sono alberi che non fanno neanche un po’ di ombra, perché presentano le loro foglie al sole sempre di taglio. E poi…. Basta, nonno: su, racconta di questo Tinco tagliò corto Stefano, impaziente. Com’è fatto? È davvero originale. Nel corpo, nel pelo e nella coda rassomiglia ad una lontra o a un castoro. Senonché è fornito di un becco da papera e di zampe palmate che fanno pensare piuttosto ad un uccello. Quando nel 1799 il primo esemplare imbalsamato di questo strano animale arrivò in Inghilterra dalla lontana Australia, che allora era una sua colo nia, gli scienziati che lo esaminarono pensarono inizialmente allo scherzo di un buontempone, che aveva realizzato quel coso mettendo assieme parti di animali diversi. Poi ci si accorse che l’ornitorinco esisteva davvero, che era un mammifero ma… faceva le uova, contenenti i figli già vivi, che poi allattava! Per te questo non significherà nulla, ma devi sapere che a quel tempo si conoscevano animali o che allattavano soltanto (i mammiferi appunto), o che facevano le uova soltanto (uccelli e rettili). Insomma, il nostro Tinco non rientrava in nessuna delle classificazioni allora note in biologia. Ci sono voluti quasi novant’anni prima di poter studiare a fondo questo buffo animaletto…. Caspita! E perché così tanto tempo?. Perché – continuò nonno Umberto – Tinco è un animale acquatico piuttosto timido, che non ama farsi osservare. Vive tutto il giorno nascosto nella sua tana e solo la sera va a tuffarsi in qualche corso d’acqua per procurarsi il cibo. Fra l’altro, siccome mentre nuota tiene gli occhi chiusi, si è scoperto che riesce a scovare la preda, composta da insetti o piccoli pesci, facendosi guidare da quello strano becco da papera, che è dotato di una particolare sensibilità. Bravo! Mi piace! si entusiasmò Stefano. Ed ora ascolta cosa dice a proposito di Tinco una leggenda tramandata dagli aborigeni australiani, cioè dalle popolazioni originarie di quella terra; leggenda ripresa e arricchita da uno dei primi libri per bambini pubblicato nel 1899 nel continente. Al tempo in cui tutti gli animali entrarono sull’Arca per salvarsi dal Diluvio, per non creare confusione in quello spazio ristretto vollero occupare i posti secondo le diverse specie. Ebbene, quando venne il turno dell’ornitorinco scoppiò un putiferio: ogni uccello ed ogni altro animale si rifiutò di accoglierlo perché non si capiva a quale specie assegnarlo. Da allora Tinco non ha dato più confidenza alle altre creature, né queste gli si avvicinano più del necessario. Per questo è così timido e riservato, anche nei riguardi dell’uomo (nonostante sia considerato oggi specie protetta). E a parer mio fa bene. Sei d’accordo, Stefano?.

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