E’ certamente una serie su Boris Johnson, This England, co-sceneggiata e diretta dall’esperto (e bravo) Michael Winterbottom, e interpretata, in modo profondamente mimetico, da un grande Kenneth Branagh: il premio Oscar (per la sceneggiatura di Belfast) è qui goffo e paffuto, tinto di biondo e scapigliato, tanto irriconoscibile quanto perfetto nei panni del politico.
Ma This England è anche, tantissimo, un’immersione drammatica nello scoppio della pandemia a inizio 2020. Questa dinamica, frenetica, densa, scorrevole e verbosa miniserie inglese, vistosamente di finzione ma capace di assumere qua e là movenze da documentario, procede raccontando passo dopo passo, giorno per giorno, l’esplosione e il dilagare dell’emergenza da Covid-19: la gestione politica, ma anche sanitaria e umana del tragico evento che ha sconvolto di recente il mondo.
Ne osserva e attraversa quasi cronachisticamente il dramma dall’alto e dal basso: in un continuo alternarsi tra il dietro le quinte (politico e logistico) di quello che è stato un vero e proprio tsunami globale, e i dolorosi letti d’ospedale, e poi le case di riposo e quelle private con le toccanti facce comuni di infermieri, medici, operatori sanitari, malati e familiari.
Da una parte, nei primi episodi, vediamo Boris Johnson vivere i suoi mesi da premier britannico: tra la vittoria elettorale, l’ufficio, i riflettori, la stampa, le scelte complesse, le riunioni e gli annunci, la casa dove sua moglie è in dolce attesa e dove egli stesso dorme sonni disturbati. Dall’altra incontriamo numerose storie di sofferenza e di lavoro in prima linea per fronteggiare la drammatica emergenza.
In mezzo a queste due realtà, poi, a questi due poli di una stessa condizione, la serie (disponibile dal prossimo 30 settembre su Sky Atlantic con due episodi a settimana, tutti i venerdì, e in streaming su Now) inquadra la grande macchina degli esperti e degli scienziati in affannosa ricerca di risposte, al lavoro anche loro per capire, conoscere e contrastare la grande onda in arrivo: persone in riunioni e in lotta contro il tempo per arrivare a comprendere come – e a quale velocità – si trasmette il virus. Quali misure adottare per affrontare, contenere e superare l’emergenza.
Sono sei in tutto gli episodi di This England, di circa cinquanta minuti l’uno (il primo è più lungo di una decina di minuti) e ci raccontano a caldo la storia politica recente di un Paese la cui serialità ci ha abituato a corpose biografie della Nazione (da The Crown in giù) e lo fa mostrando abbondantemente un Boris Johnson con venature shakespiriane, sospeso tra Brexit e pandemia, tra pubblico e privato.
Ma insieme, This England possiede la capacità di raccontare un intero Paese e ancora di più la forza di un dramma più ampio, scegliendo appunto di riportarci con decisione a una stagione collettiva e apolide tanto recente quanto dolorosa, che scuote e riaccende in tutti emozioni faticose. Lo fa anche citando, nelle prime puntate, più volte l’Italia: che nei primi mesi del 2020 fu fortemente aggredita dal virus ed era osservata speciale dagli altri Stati. E questo, per noi che l’Italia l’abitiamo e l’amiamo, e che abbiamo ancora vivi, addosso, i ricordi di quei mesi spaventosi, è un ulteriore scossone emotivo.
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