The Mirabell project

Cinque studenti della prestigiosa Universität Mozarteum di Salisburgo portano la musica in aree isolate o disagiate dove gli abitanti – bambini e giovani in particolare – non avrebbero accesso a questo patrimonio culturale. Si parte dal Sudamerica

La formazione dei ragazzi e lo scambio tra culture passano anche attraverso la musica classica: ne sono convinti cinque giovani musicisti di diverse provenienze – una russa, un colombiano, un italiano, un belga e uno spagnolo – ma accomunati dal fatto di studiare all’Universität Mozarteum di Salisburgo, uno tra i migliori istituti di formazione musicale nel mondo. Qui Alfia Bakieva (violino), Juan Manuel Arraque Rueda (violino), Jonathan Ponet (viola), Giulio Padoin (violoncello) e Carlos Goikoetxea (pianoforte) hanno dato vita all’emsemble “The Mirabell Project”; e in collaborazione con l’agenzia di management artistico Polaris hanno avviato un progetto volto a portare in Sudamerica la musica classica che loro studiano ogni giorno. La prima meta, a gennaio 2019, sarà la Colombia; e seguiranno poi il Cile, il Brasile e l’Argentina. L’idea è quella di raggiungere, attraverso istituti musicali e università locali, anche aree isolate o disagiate dove gli abitanti – bambini e giovani in particolare – non avrebbero accesso a questo patrimonio culturale; e lì organizzare concerti, laboratori di ogni genere anche per i più piccoli, lezioni e momenti di scambio in cui semplicemente suonare insieme, coinvolgendo musicisti locali.

«Abbiamo iniziato con la Colombia – spiega Giulio – perché Juan Manuel, essendo colombiano, già aveva contatti con diverse delle realtà che abbiamo coinvolto; ma lo sguardo è naturalmente rivolto a tutto il Sudamerica. Lo abbiamo scelto proprio per la sua forte cultura musicale tradizionale, che potrà costituire una fortissima base di scambio con quello che possiamo offrire noi». La volontà è quindi quella di dare agli altri la propria conoscenza, e allo stesso tempo di riceverne. La musica fungerà poi da veicolo comunicativo al di là delle barriere linguistiche, dato che non tutti loro parlano lo spagnolo.

L’idea è piaciuta anche ad una compagnia di produzione cinematografica di Vienna, che sta valutando l’idea di filmare un documentario su questo progetto; così come alcune reti televisive austriache e tedesche, che potrebbero quindi unirsi al gruppo con le loro troupe.

Il gruppo ha lanciato anche un crowdfunding: «Per quanto ci siano già alcuni enti che ci sponsorizzano aggiunge Giulio – il costo dei viaggi internazionali è molto elevato: per questo chiediamo a tutti coloro che credono nel valore dello scambio culturale attraverso la musica di darci una mano».

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