The day after tomorrow

Un film di genere catastrofico, ma atipico rispetto agli altri recenti. Se, infatti, per immaginare il pericolo globale si è ricorso a volte a ipotesi fantastiche, come invasioni degli alieni, improbabili, come cadute di grossi meteoriti, questa volta ci si appoggia ad una teoria scientifica seria, che potrebbe realizzarsi in un futuro più o meno lontano. L’autore Roland Emmerich ha solo anticipato i tempi della sciagura, per poter fare il film. La teoria nota da tempo è quella dell’effetto serra, che può provocare il parziale scioglimento della calotta polare. L’acqua dolce nel mare altererà l’equilibrio della salinità e interromperà il flusso della corrente del Golfo con un conseguente raffreddamento assai brusco e improvviso, soprattutto nell’emisfero settentrionale. Questo potrà essere evitato, se si osserveranno gli accordi di Kyoto, che, però, gli Stati Uniti rifiutano, anche se da soli inquinano per il 30 per cento. Il film offre quanto di meglio sia stato fatto finora con effetti speciali e grafica digitale, per mostrare disastri provocati dalla forze della natura, operanti su vasta scala. Alcune scene sono particolarmente incisive, perché colpiscono simboli della società americana, come la statua della libertà, la bandiera a stelle e strisce, i grattacieli di New York. E forti sono il significato polemico e la critica nei confronti della politica ecologica governativa. La pellicola è apprezzabile, perché porta tale problematica ad un vasto pubblico e per la spettacolarità che attrae per la maggior parte della sua durata. Ma lo è meno nel racconto delle storie di alcuni personaggi, dei loro affetti ed eroismi, che sanno di già visto. Regia di Roland Emmerich; con Dennis Quaid, Jake Gyllenhaal, Ian Holm. Raffaele Demaria Valutazione della Commissione nazionale film: I diari della motocicletta: accettabile, problematico (prev.); Harry Potter: accettabile, semplice (prev.); The day after tomorrov: accettabile, problematico (prev.).

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