The Crown

La serie lanciata da Netflix è un mirabile affresco della famiglia regale Windsor

Costato ben 100 milioni di sterline, The Crown è senza dubbio uno dei drammi più costosi lanciati da Netflix, azienda leader nella distribuzione di contenuti audiovisivi on demand. La serie – 10 puntate da un’ora l’una – pubblicata interamente nel novembre dello scorso anno e tuttora disponibile online, è un mirabile affresco della famiglia regale Windsor.

La narrazione, il cui focus è su Elisabetta II, attuale sovrana del Regno Unito, inizia in realtà qualche anno prima dell’incoronazione: re Giorgio VI è al potere e la giovane principessa si appresta a sposare Filippo di Edimburgo. Siamo nel 1947. La prima stagione (ne è già stata confermata una seconda) copre un arco temporale di 8 anni, arrivando fino al 1955.

Da qualche tempo le serie televisive ci hanno abituato a personaggi femminili forti e volitivi. Elisabetta non è da meno e la sua straordinarietà è amplificata dal fatto che il personaggio si ispira all’attuale e vivente sovrana britannica. The Crown, che appartiene al genere del biopic (il racconto biografico), diventa così la magnifica espressione del “viaggio dell’eroina”: al di là delle obbligate ricostruzioni drammaturgiche che l’adattamento televisivo impone, ciò che si imprime nello spettatore è il sorprendente arco di trasformazione della protagonista, da “semplice” moglie e madre (se pur membro di una famiglia reale) a regina del Regno Unito. I primi episodi ci restituiscono il ritratto di una donna più spensierata, che sogna una vita “normale” e che spera di diventare regina il più tardi possibile, per consentire a sé stessa, a Filippo e ai loro figli, un’esistenza lontana dai riflettori. Elisabetta si trova in Kenya, in visita di rappresentanza con il marito, quando le giunge la notizia della dipartita del re.

Atterrata a Londra, prima di scendere dall’aereo e affrontare la sua nuova vita, le viene recapitata una lettera della regina Mary, sua nonna: «Mentre piangi tuo padre, dovrai piangere anche qualcun altro: Elisabetta Mountbatten. Perché ora è stata sostituita da un’altra persona: la regina Elisabetta. Le due Elisabetta saranno spesso in conflitto tra loro. Il fatto è che la Corona deve vincere. Deve sempre vincere». Attraverso l’espediente della lettera, inventato dallo sceneggiatore principale della serie, Peter Morgan, viene posto in modo forte e chiaro il conflitto drammatico centrale di tutta la storia. Elisabetta non è stata cresciuta per la corona: suo padre, secondogenito, non era destinato a diventare re, ma lo era diventato dopo l’abdicazione del fratello  Edoardo VIII. Il destino ha cambiato rotta improvvisamente, destinandola a qualcosa di più grande: come le dice la nonna, la corona è un’investitura che deriva direttamente da Dio, e a cui non ci si può sottrarre. Elisabetta, da vera eroina, non sfugge al suo destino, dando vita così a uno dei regni più longevi della storia.

The Crown, accurata nelle ricostruzioni storiche e brillantemente scritta e recitata, ha il merito di restituire allo spettatore uno sguardo molto umano di Elisabetta II, gettando una nuova luce sul perché di quell’algida placidità che da sempre caratterizza la sovrana. God save the Queen.

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