Tête á Tête con Veronica Pivetti

Amori, apostrofi rosa, sorrisi, croci, delizie e applausi ai giardini della filarmonica di Roma
veronica pivetti

Nonostante le turbolenze metereologiche estive, continua, con successo, la kermesse di monologhi presso i Giardini della Filarmonica, a pochi passi da Piazza del Popolo, a Roma. Veronica Pivetti lo scorso mercoledì 25 luglio si è interrogata sull’amore e sul suo significato.

Che cos’è un colpo di fulmine? Gioia, un apostrofo rosa, una sensazione, un sentimento che porta l’individuo a lacrime di gioia ed estasi ma anche a dolore misto a sofferenza. Notevole l’intreccio che compone questo viaggio nella tenerezza e gli splendidi arrangiamenti eseguiti al pianoforte dal maestro Alessandro Nidi che fanno da colonna sonora.
Particolare l’impatto dei generi drammaturgici che alternano momenti comici e drammatici con battute bisbigliate e sopra le righe.

Sulla stessa linea compositiva le spensierate musiche disneyane di Biancaneve e Mary Poppins si contrappongono all’Opera da tre soldi di Brecht e Kurt Weil per giungere a Jannacci, Doris Day e Carlo Conte.
Come afferma l’autrice del testo Giovanna Gra, le uniche note stonate in questo concerto le ha messe l’amore. Che vengano da un postribolo, dal Paradiso, da un vicolo oscuro, dallo splendore hollywoodiano, da un letto sfatto o dal cabaret milanese, le passioni stonate di questo Tête a Tête raccontano tutte la stessa cosa: i guai del cuore.

Strepitosa l’attrice milanese che riesce a mettersi in gioco con disinvoltura scherzando con il pubblico e con colleghi, parenti ed amici presenti in sala, come Enzo De Caro o la sorella Irene.
Veronica non si risparmia e, come un folletto shakespeariano, sprizza energia all’interno della bellissima cornice naturale romana, illuminata da una splendente luna di mezza estate.
Durante le esecuzioni canore tornano alla memoria personaggi che rimangono pietre miliari della commedia all’italiana come Monica Vitti e Sophia Loren.

Nel monologo la Pivetti è quindi spiritello, ma anche sciantosa con il tirabusciò e strizza l’occhio al varietà tradizionale che ha visto nascere e crescere personaggi del calibro di Anna Magnani.
L’attrice, infatti, fa riferimento alla cultura popolare romana, anche se il cuore torna spesso alle sue origini lombarde prendendo spunto sia dall’istrionismo della conterranea Melato che dal mood di alcuni quartieri periferici milanesi, dove le diverse parti dello stivale convivevano dall’epoca del boom economico.
Lo spettacolo continuerà a girare nelle maggiori piazze italiane e se ne consiglia la visione per passare una serata con spensieratezza magari con il proprio amato.

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